martedì 12 novembre 2024

La lunga attesa - "Gita spaziale"

 New York, lunedì


Doveva essere un incubo. Non poteva essere capitato sul serio.

Eppure c’era l’autopompa dei vigili del fuoco proprio alle sue spalle ... quindi era vero, Loki aveva dato (letteralmente) in escandescenze e poi se n’era tornato ad Asgard. A farsi uccidere.

Fenrir si era tolto da sopra di lui subito dopo che quella colonna luminosa si era spenta ed era sparito chissà dove. Tony aveva fissato il cielo sperando che il Burlone ne ridiscendesse giù e gli dicesse che era solo uno dei suoi scherzi. Aveva urlato a sua volta “HEIMDALL APRI IL BIFROST !” senza ottenere alcun risultato, se non quello di rendersi ridicolo. Aveva cercato l’anello pensando che indossandolo avrebbe ottenuto dei poteri che gli avrebbero permesso di richiamare lo jotun a sé. La ricerca era stata infruttuosa, forse qualcuno lo aveva preso o era caduto in una grata. Poco male, perché tanto quel gioiello non gli avrebbe dato una capacità simile.

Il suo morale, quando era ritornato alla torre, era decisamente sotto le scarpe. 

Si era infilato sotto la doccia e mentre l’acqua gli colava lungo la schiena rivedeva tutta la scena al rallentatore e si dava del deficiente. No, non per aver convinto Loki ad andarsene in giro col suo vero aspetto, ma perché quando il dio aveva urlato che nessuno lo amava, lui invece di rassicurarlo con un “Ti amo io !” gli aveva offerto un budino.

Doveva essere quello il motivo per cui lo stregone si era arrabbiato tanto.

Sarebbero bastate quelle tre parole per calmarlo.

E lui, deficiente, scimunito ed ebete che non era altro, non le aveva pronunciate. Grandioso.

Non aveva voglia di mangiare. Non aveva voglia di fare niente in realtà. 

Anzi no. C'era una cosa che voleva fare : riprenderselo.

Doveva trovare il modo di raggiungere Asgard. 

E ci sarebbe riuscito se un beota biondo gli avesse offerto un passaggio.

C’erano voluti sette squilli prima che Thor rispondesse al telefono.

“UOMO DI FERRO, STO FACENDO BIATHLON !”

“Ma perché devi urlare sempre ?”

“SEI DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO STARK !”

“Sì, ma puoi parlare normalmente lo stesso ... senti devo chiederti un favore”

“Quanto vorrei poter gareggiare a Biathlon anche a casa ! Peccato non ci siano fucili ...”

“Si tratta proprio di casa tua, avrei bisogno che tu ...”

“Potremmo sostituirli con arco e frecce oppure con il lancio dei pugnali”

“... mi ci portassi, preferibilmente subito perché devo impedire a Loki ...”

“Mio fratello è bravissimo nel lanciare i pugnali, potrebbe divertirsi molto !”

“... di fare domanda per essere ammazzato”

“Però gli altri potrebbero sospettare degli imbrogli da parte sua ...” 

Di colpo c’era stato un lungo silenzio e poi un “COSA ?!?”

Tony gli aveva raccontato gli eventi della mattinata. 

Il Tonante si era lasciato scappare una serie di colorite imprecazioni. 

Il genio aveva ammesso che doveva essere stata colpa sua, ma che non aveva agito o meglio taciuto con l’intenzione di ferirlo. Si era sfogato in un modo che non avrebbe neanche preso in considerazione se Thor fosse stato lì con lui nel suo salotto. Praticamente gli aveva rivelato di aver perso la testa per Loki. Per fortuna dall’altra parte non si erano levate delle urla.

“Noi ... ecco, non so come dirtelo ...”

“Non c’è bisogno che tu dica nulla, Uomo di Ferro. Penso di averlo capito da solo”

Point Break che capiva le cose da solo ?!?

Jane gli aveva raccontato che aveva dovuto perfino insegnarli a usare la tazza del gabinetto !

Stava elaborando l’informazione che allora il biondo non era poi così lento di comprendonio come sembrava quando quest’ultimo aveva salutato sbrigativamente e poi riagganciato. 

Il filantropo aveva ricomposto il numero. Non aveva risposto nessuno. Si era detto che era logico perché probabilmente in quel momento Riccioli d’oro doveva essere in volo per raggiungerlo e non doveva essere molto pratico per lui stare al telefono mentre agitava Mjolnir per tenersi in aria e al tempo stesso evitava aerei e stormi di uccelli. Thor non gli sembrava multitasking.

Si era seduto davanti alla finestra ad aspettarlo, poi si era spostato perché sicuramente gliel’avrebbe sfondata con la sua solita grazia e non voleva beccarsi dei vetri sulla faccia. Erano passati centoventi minuti.  Con una breve ricerca su Internet aveva trovato che la durata media era di un volo tra la Norvegia e New York era di sette ore e mezza.

Grazie al suo martello però il ragazzone avrebbe dovuto impiegarci molto meno.

Dopo la terza ora aveva cominciato a pensare il peggio. 

Si era perso ? Era finito nel Triangolo delle Bermuda ?

Dopo la quarta si era ricordato che Mjolnir aveva trascorso un po’ di tempo in mezzo ai succhi gastrici di un mega serpente e che probabilmente a seguito di ciò non doveva essere alla massima potenza. Forse PB era costretto a effettuare degli scali in mezzo all’Atlantico, magari sfruttando dei pescherecci o navi da crociera. Dopo la quinta l’unica spiegazione che era riuscito a trovare per il ritardo era che il principe fosse già atterrato lì in città, ma che prima di recarsi da lui avesse deciso di consultarsi con Padre.

Non aveva più resistito e aveva chiamato Fury. Il direttore aveva risposto al primo squillo.

“Che hai combinato Stark ?”

Uffa, perchè credeva sempre che lo chiamasse solo quando combinava qualcosa ?

Ehm, forse perché lo chiamava davvero solo quando combinava qualcosa ...

“Avrei bisogno di scambiare due chiacchiere con Cuori ... con Odino”

“Mettiti in fila, ci sono prima io !”

“Oh non essere geloso, non sono interessato a lui in quel senso !”  

Solo il pensiero gli aveva rovesciato lo stomaco.

“Voglio dire che prima deve delle spiegazioni a me !”

“Avete rotto ? Mi dispiace ... senti se è lì me lo passi ? È urgente !”

“Non è qui. È venuto Thor, si sono urlati contro in una lingua incomprensibile per un paio di minuti e poi sono andati via senza comunicarmi cosa fosse successo”

“Quando è successo ?”

“Cinque ore fa”

“E dove sono andati ?”

“Sono tornati ad Asgard”

Erano partiti per andare a salvare Loki. Senza di lui. Non avevano ritenuto necessario coinvolgerlo perché era un semplice mortale o non lo avevano portato con loro perché non volevano che vedesse l’esecuzione capitale del dio degli Inganni ?

Aveva chiuso la comunicazione e dato sfogo alla rabbia e placato la fame strafogandosi con un paio di toast che aveva trovato in frigorifero. Toast al formaggio, lenticchie, mortadella, maionese, mango, cicoria, paprika, cannella e banana.

Erano disgustosi, ma erano i suoi. Gli sembrava quasi di riaverlo accanto mentre li mangiava.

Meno di trenta minuti dopo gli erano tornati su e si era bevuto un po’ d’acqua e limone per tacitare la nausea, per poi cacciarne via il gusto orrendo con un pacchetto di cracker.

Si ripeteva che presto li avrebbe rivisti tutti e tre. 

Era impossibile che Padre Tutto e Fratello Martello non lo salvassero.

In officina aveva lavoricchiato su alcune migliorie dell’armatura, ma i suoi neuroni non riuscivano a restare concentrati su quello che aveva davanti al naso. 

L’orologio segnava le sedici e dodici.

“Forse torneranno domani. Forse si può percorrere il Bifrost una sola volta al giorno”

E non sapendo come passare il tempo o meglio non avendo voglia di passarlo facendo alcunché aveva tirato giù da una mensola un enorme librone e si era piazzato a leggerlo sul divano con la speranza di crollare addormentato su quelle pagine.

Non era un volume qualsiasi. Consciamente o no che fosse, aveva preso il dizionario illustrato di mitologia norrena. Odino era praticamente identico alla realtà, tanto che si era chiesto se avesse posato come modello, Thor invece era più musone, più grosso e anche più brutto, mentre Loki ... ma che si erano bevuti ? Era piccolo, con le orecchie da elfo, i capelli rossi, uno strano berrettino e vestito di foglie. Insomma, era Peter Pan. Come se non bastasse lo avevano raffigurato con un ghigno scimmiesco e magro ai limiti dell’anoressia. Se il dio si fosse visto si sarebbe indignato e avrebbe preteso (e non con tutti i torti) la testa dell’illustratore.

Si era soffermato sui paragrafi che lo riguardavano. 

Conosceva la sua storia, ma non gli dispiaceva ripassarla.

Gli venne il pensiero che avrebbe voluto chiedergli un sacco di cose sul suo passato per capire quali eventi corrispondessero a verità e quali a leggenda. Purtroppo ormai era andato, forse per sempre ... no, Padre e Thor lo avrebbero salvato !

Doveva crederci perché se avesse smesso di crederci forse avrebbe avuto una ricaduta.

Sfogliando distrattamente il tomo era finito sulla parte che descriveva Heimdall.

L’aveva letta. E un’idea, malsana, si era palesata nel suo cervello. 

La Sentinella aveva un corno. Forse, se gli avesse dedicato una serenata col flauto, Heimdall lo avrebbe ringraziato accettando la sua richiesta e aprendo il Bifrost.

Aveva rovesciato tutti gli scatoloni sul fondo di suoi armadi alla ricerca del flauto che usava da piccolo. Sapeva di avercelo perché sapeva di avere la tendenza a non buttare mai via niente. 

E infatti l’aveva trovato.

Dopo averlo ripulito era corso sul tetto e aveva urlato “HEIMDALL QUESTA È PER TE !” prima di iniziare a suonare (anche se sarebbe più corretto dire “martoriare”) 

“Oh when the saint’s go marching in”.

Era l’unico brano di cui ricordava le note. Oltretutto gli sembrava piuttosto indicato.

Ok, parlava di santi e non di dei guardiani, ma era sempre religione no ?

Soddisfatto, subito dopo aveva urlato “ADESSO ME LO APRI IL BIFROST ? TI PREGOOOOOO !!!”

Niente. Nessuna risposta.

Aveva risuonato lo stesso pezzo per sette volte di seguito. Sempre senza avere riscontri.

Mancava pochissimo perché i santi marciassessero per davvero ... ma giù dal paradiso per prenderlo a sganassoni. Quando si stava accingendo a suonarlo per l’ottava volta (bisogna riconoscergli che non era un tipo che demordeva facilmente) il flauto gli era stato strappato dalle mani da un dobermann, che lo aveva prontamente buttato giù in strada.

Sarebbe bastato un dobermann normale a impensierirlo, ma quello non lo era. 

Aveva gli occhi rossi. E di nuovo Tony si era mentalmente ricoperto di insulti perché si era dimenticato di dire a Thor che Fenrir era lì a New York.

“HEIMDALL PUOI CHIEDERE A TYR DI VENIRSELO A RIPRENDERE ?”

Silenzio. Cominciava a sentirsi stupido.

Il cane aveva uggiolato. Tony era rientrato e gli aveva rifilato qualcosa da mangiare.

Non avendo ciotole per cani aveva usato uno dei suoi piatti fondi.

Fefé aveva mangiato anche quello. Aveva preso dal nonno, poco ma sicuro.

Quando era andato a letto l’ospite peloso lo aveva seguito e si era accomodato, senza che lui gli desse il permesso (a quanto pare seguiva la filosofia della mamma “Faccio quel che voglio”) sulla piazza libera. Per stare più comodo aveva ridotto le sue dimensioni trasformandosi in un bassotto. Si era addormentato all’istante, iniziando a russare. 

Il filantropo invece non riusciva a chiudere gli occhi.

Alla seimilanovecentonovantonovesima pecora aveva capito che gli servivano dei sonniferi e si era alzato per andare in bagno a recuperarli. Mentre se ne stava davanti allo specchio con le pillole in mano aveva avuto un’illuminazione. Le aveva mollate nel lavandino ed era corso di nuovo a sfogliare le pagine su Heimdall.

C’era scritto che gli mancava un orecchio.

Poteva essersi sbagliato a interpretare ? Il suo corno era in realtà un apparecchio acustico ?

“Heimdall è il dio Bianco che sorveglia il Bifrost. È in grado di avvertire l’erba che cresce. Non dorme quasi mai. È figlio di nove madri diverse ...” quest’ultima parte il Vendicatore non l’aveva capita “... appena nato è stato cosparso di sangue di maiale ... a volte accompagna Odino nelle sue missioni ... il suo elmo raffigura delle corna d’ariete” 

Non c’erano informazioni utili che gli erano sfuggite. Oppure sì ? “Sorveglia il Bifrost”.

Significava che non avrebbe mai permesso a un non asgardiano di accedere ad Asgard se non fossero stati Odino stesso oppure Thor a ordinarglielo ! Insomma, lui avrebbe potuto sbracciarsi, sgolarsi e suonargli col flauto l’intero repertorio dei Queen, ma Heimdall non gli avrebbe mai prestato ascolto finché Padre Tutto e il Tonante non gli avessero detto di farlo.

E a quanto pare non lo avevano fatto. Aveva dato un calcio al tavolinetto. “Ahi !”

Heimdall era un divino buttafuori che permetteva l’accesso solo alle persone sulla sua lista.

Lui non poteva mettere piede ad Asgard perché non era asgardiano e non era stato invitato ad accedervi, però se un asgardiano presente su Midgard avesse voluto tornare a casa, lui gli avrebbe potuto scroccare un passaggio ... ma dove poteva trovarlo un asgardiano a quell’ora di notte e in una città grande come New York ? La risposta era : sul suo letto (tecnicamente Fenrir non era un asgardiano, ma se Loki era considerato tale allora doveva esserlo anche lui).

Stark era tornato in camera e aveva fissato quell’enorme salsicciotto marrone. 

Aveva un piano. Poteva funzionare.

L’unico problema poteva essere una scarsa volontà di collaborare da parte della bestiolina.

Prestando la massima attenzione lo aveva preso in braccio ed era tornato sul tetto.

“HEIMDALL APRI IL BIFROST, FENRIR VUOLE TORNARE A CASA !”

Stavolta qualcosa era successo. No, non c’erano stati fasci luminosi. Il bassotto si era svegliato di botto, aveva ringhiato e Tony era stato costretto a mollarlo perché aveva riassunto il suo aspetto originario di gigantesco demone mangia uomini.

“Colpa mia, ho interrotto un bel sogno ? Pensavo che per te lo avrebbe aperto ...” aveva biascicato camminando all’indietro verso la porta, con il Lupo che avanzava sbavando, pregustando già di papparselo, questa volta mandandolo giù.

Il pelosone si era fermato e aveva inclinato il muso.

“Wi ? Waimaff ? Wiwooff ?”

Forse Stark stava dando i numeri, ma gli era parso di aver inteso “Chi ? Heimdall ? Bifrost ?” e aveva fatto cenno di sì. Osando avvicinarsi gli aveva chiesto, anzi supplicato di ululare in modo che la Sentinella lo sentisse e capisse che voleva rientrare nella Città Dorata. 

“E se ti aprirà i cancelli permettimi di venire con te”

L’animale aveva inclinato il muso dall’altro lato.

Ci stava pensando. Era intelligente. Spaventoso e bavoso, ma intelligente.

Con uno sbuffo che doveva essere il suo modo di dire sì aveva posizionato la sua enorme mole al centro del tetto e alzato il naso alla luna ululando forte tre volte. Non era cambiato nulla. 

La sordità della Sentinella doveva essere peggiorata.

Fenrir aveva emesso dei versi  che somigliavano a una risata. No, non ci somigliavano, lo erano.

“Che hai da ridere ?” era sbottato l’Avenger infastidito.

Il Lupo lo aveva fissato arrestando la ridarella e poi aveva urlato con una voce baritonale

“HEIMDALL APRI IL BIFROST !” 

“Tu ... tu parli ?” era sbiancato il terrestre.

“So fare un sacco di cose, patetico mortale”

Qualsiasi replica fosse apparsa nella mente di Tony l’aveva tenuta per sé ... perché era apparso il fascio luminoso (e perché non voleva essere divorato, ovviamente).

“È la prima volta che viaggi sul Bifrost ? Allora saltami in groppa e tieniti stretto” aveva aggiunto Fenrir abbassandosi per permettere al midgardiano di issarsi sulla sua schiena. 

“Se mi vomiti addosso ti mangio ! Bada che ho ancora fame !”

Stark si era tenuto saldamente. Gli sembrava di essere il ragazzino de “La Storia Infinita”.

Il demone del Van era saltato dentro la colonna accecante e si era staccato da terra.

Era stato come essere risucchiati verso l’alto da un potentissimo aspirapolvere, mentre attorno vorticavano mille colori. Tony avrebbe voluto tenere gli occhi aperti, ma gli era stato impossibile per la velocità. Non si era nemmeno accorto che stessero per atterrare. 

Il Lupo aveva riappoggiato le zampe al suolo piegandosi in avanti in una specie di inchino estremamente (e sorprendentemente) aggraziato mentre lui, che aveva allentato la presa, era ruzzolato giù dal suo muso con una capriola, dando una tremenda sederata.

“Esecuzione perfetta, conclusione pessima. Il mio voto è sei”

Il tizio che aveva parlato era alto, grosso, tutto dorato (come il resto della sala circolare) e si teneva a una spada con la mano sinistra, mentre nella destra teneva bene in vista una paletta col numero sei in oro su sfondo scuro.

“Ciao Oscar ! Bell’ambiente questo ... un po’ pacchiano per i miei gusti, ma bello” aveva esordito l'Avenger alzandosi e spolverandosi i pantaloni.

“Tu sei Uomo di Ferro, di Midgard. Vedo che non indossi un abbigliamento consono”

No che non indossava un abbigliamento consono, era in pigiama !

“Avevo fretta ... per caso hai visto passare qualcun altro oggi oltre a me ?” Fenrir aveva ringhiato e si era subito corretto perché non voleva suscitare la permalosità di quel botolo che avrebbe potuto divorarlo “Voglio dire, oltre a noi ?”

“Io vedo tutto. In questo momento sto osservando un ragno che mangia una mosca in una campagna toscana, uno squalo che attacca un surfista nell’Oceano Pacifico, un intervento di chirurgia a cuore aperto a Seattle, una mantide che divora il maschio dopo l’accoppiamento in Francia, una lucertola che muta la pelle in Germania, un uomo che ruba la cassetta delle offerte in una chiesa brasiliana, una donna che viene brutalmente picchiata dal marito in Tunisia, un bambino che affoga nella piscina di un albergo in Messico, una ragazza che viene investita da un camioncino in Polonia, un gruppo di nudisti su una spiaggia della Spagna, uno sposo albanese che dopo due ore si è stancato di aspettare la sposa sul sagrato ed è andato a ubriacarsi al bar, una coccinella che si arrampica sul bacello di una pianta di piselli in Portogallo, uno stercorario che spinge la sua palla in un prato austriaco, un’orgia in una villa svizzera, una foglia piena di macchioline bianche in Canada, un albero che viene abbattuto in Irlanda, un focoso incontro segreto tra due amanti argentini, un finlandese col raffreddore e il moccio che continua a colargli dal naso, un echidna che depone le uova in Australia, un passero che in Grecia ...”

Tony lo aveva fermato. Aveva l’impressione che sarebbe potuto andare avanti per ore. E sinceramente non aveva voglia di sapere cosa stesse combinando un povero passero greco. Insomma erano affari suoi.

Lui al posto del passero si sarebbe un pochino risentito nel sapersi osservato.

E poi si era reso conto che lui e tutti gli altri abitanti della galassia erano al posto del passero.

“Tu hai visto tutto anche di me e della mia vita vero ?”

“Certo. Ti ho visto perdere i tuoi dentini da latte, prendere il tuo primo pugno sul naso, costruire il primo prototipo della tua armatura in Afghanistan, lottare contro Thor, ballare, cantare, bere, bere, bere, bere, bere, imparare a nuotare, tenere il tuo primo discorso agli azionisti, dare il tuo primo bacio, ricevere delle ramanzine da Fury, farti la pipì addosso, leggere, schiantarti contro un muro, rompere una finestra, bere, bere, bere, bere, bere, precipitare giù dal cielo, firmare autografi ...”

“Taglia, taglia ! Tu vedi tutto e hai visto tutto, ho capito. Cavoli, mi sono sempre lamentato di aver avuto un padre assente, ma con uno come te mi sarei sparato !”

“Lasciami aggiungere che per me vederti cucinare è stato molto divertente, anche se mai quanto vedere Loki cadere dalla bicicletta. Ti ringrazio per le risate”

“Lieto di averti reso felice. Ora puoi rispondere alla mia domanda ?”

“Tre persone sono transitate di qui prima di te quest’oggi : il Burlone, il Tonante e il Viandante”

“Altrimenti noti come Loki, Thor e Odino. Sai dove sono andati ?”

“Hanno attraversato il ponte e sono tornati a Palazzo. Il dio degli Inganni era nudo quando è atterrato qui. Ah, dimenticavo, i suoi strilli quando gli hai rovesciato addosso i vermi mi hanno piegato in due, ho rischiato di infilzarmi sulla mia spada !”

“Per raggiungerli mi basta andare sempre dritto percorrendo il ponte ?”

“Il Palazzo Reale è l’edificio più grande, non ti puoi sbagliare”

“Grazie Heimdy”

“Non ti posso permettere di entrare in città con Fenrir. Cercherebbe di mangiarsi Padre Tutto”

“Posso lasciarlo qui con te ?”

“No, io sto lavorando, non ho tempo per occuparmi di lui”

“Ma te ne stai soltanto fermo a fissare il vuoto !”

“STAI INSULTANDO IL MIO RUOLO DI SENTINELLA ?”

“No, io volevo solo ... ah d’accordo dimmi come risolviamo la faccenda”

“Devi aspettare qui finché Tyr non verrà a prenderlo. È lui che se ne occupa. Piuttosto male”

Il miliardario si era seduto in disparte mentre Heimdall ordinava a un corvo di trovare Tyr e chiedergli di raggiungerli il prima possibile. Aveva aspettato un paio di ore, poi era crollato addormentato addosso a Fenrir. Come materasso era perfetto.


Asgard, martedì


Non sapeva che ore fossero quando si era risvegliato. La situazione era immutata.

“Buongiorno Raggio di Sole !”

Il suo stomaco aveva brontolato, ma non c’era nulla di commestibile lì. 

Si era schiarito la gola. Niente.

Il dio se ne stava ritto immobile come una statua. 

Forse non gli badava perché i suoi occhi erano stati catturati da qualcosa di più interessante di un misero ometto in pigiama (ad esempio la realizzazione di un porno in Ungheria).

Peccato non avesse con sé nulla con cui passare il tempo. A saperlo si sarebbe portato un libro.

Si era messo a parlare da solo, a coccolare il Lupo, a fare yoga, a correre in tondo nella stanza, a saltellare e a cantare.

Dopo quello che a suo avviso era stato un eccessivo periodo di silenzio Heimdall aveva risposto.

“Buongiorno a te, Stark”

Come minimo erano passate tre ore. Alla faccia dei riflessi lenti ! 

E in tema di lenti, dove caspita era Tyr ?!?

“Sei sicuro che abbia ricevuto il tuo messaggio ?”

Il dio non pareva non averlo sentito. Continuava a dargli le spalle e a fissare tra le stelle.

Tony gli si era parato davanti sventolando le braccia e urlando 

“SICURO CHE IL TUO CORVO NON SI SIA PERSO ?”

“Sì il cielo è proprio terso quest’oggi”

All’improvviso si era ricordato di una piccola nota sul suo libro di mitologia norrena in cui era scritto che Heimdall aveva problemi di udito. Non era lento, era mezzo sordo ! 

Probabilmente non  lo aveva neanche sentito suonare il flauto.

Verso mezzogiorno, che fosse mezzogiorno lo aveva intuito dai rumori sempre più forti e imbarazzanti del suo stomaco, erano stati raggiunti da un uomo barbuto che portava un guanto di pelle nera su una mano e un guanto dorato sull’altra.

“Buongioro e perdonate il ritardo miei signori, ma non riuscivo ad agganciarla. La mia vista non è più quella di un tempo e queste viti sono minuscole”

Agganciarla ? E con una seconda occhiata il genio aveva capito. 

Quello non era un guanto dorato. Era una protesi.

Trovava assurdo che avessero scelto un monco come wolf sitter. 

Se non era riuscito a portare Fenrir a passeggio lui che aveva entrambe le mani non c’era da stupirsi che non ci riuscisse Tyr che ne aveva una sola !

“Riprenditi la bestia e vedi di controllarla. Uomo di Ferro puoi andare. Che la forza sia con te !

Tony era rimasto un attimo spaesato nel sentire la citazione, ma se Heimdall poteva vedere tutto era logico che avesse visto anche qualche film midgardiano, di tanto in tanto. 

“Tranquillo, non cederò al Lato Oscuro !” aveva replicato, prima di lasciare quella strampalata costruzione circolare (da fuori gli aveva ricordato un osservatorio e in quale altro tipo di luogo avrebbero potuto piazzare uno che osserva tutto ?) e incamminarsi con Tyr e Fenrir sul ponte. Era il ponte più bello, più strano, più pericoloso e purtroppo più lungo che avesse mai visto. Quando credeva di essere arrivato ormai a metà della sua lunghezza si era voltato e aveva visto che riusciva a vedere la schiena di Heimdall come se distasse pochi metri da lui.

“Quanto manca ?”

Detestava passare per un lagnoso, ma stava morendo di fame e voleva assolutamente rivedere Loki il prima possibile.

“Più di tre quarti di altrettanto”

E quella che razza di risposta era ?!?

“Come hai perso la mano ?”

Sì, era stato indelicato, ma non gli importava. Era stufo di quel silenzio.

“Fenrir mi ha chiesto di mettergliela in bocca e io ce l’ho messa”

“Ti aveva ipnotizzato ?”

“No”

“Ha minacciato di uccidere tua moglie, tuo figlio o tua nonna se tu non l’avessi fatto ?”

“No”

“Ti ha canzonato dicendo che se ti fossi rifiutato tutti ti avrebbero dato del codardo ?”

“No”

“E allora perché lo hai fatto ?”

“Perché me l’ha chiesto”

E chissà come mai al filantropo venne da pensare che Tyr non doveva essere esattamente quello che si definisce “una cima”. Dopo altri lunghi minuti erano arrivati alla fine del ponte.

“Tu hai fame, non negarlo. Vieni, ti ospito a casa mia”

“Ti ringrazio, ma devo recuperare il tempo perduto”

Si erano separati, uno andando a destra e l’altro andando a sinistra.

Il Palazzo Reale era maestoso e decisamente difficile da non notare.

Sarebbe entrato lì, avrebbe chiesto di Point Break, poi a Point Break avrebbe chiesto di ...

“Hai saputo di Loki ? Deve aver sofferto le pene dell’inferno”

“Vorrei poter dire che mi dispiace, ma mentirei. Se l’é cercata”

“Già così impara a fare tutti quegli scherzi !”

Le voci si erano allontanate lasciandolo fermo a fissare il vuoto.

Come Heimdall, solo che a differenza sua lui non vedeva tutto, lui vedeva nero.

Si era ripetuto che forse aveva capito male. No, che sicuramente aveva capito male.

Due Aesir stavano portando via alcuni legni da un angolo della corte. 

Avrebbe chiesto delucidazioni a loro.

“Salve a voi, cosa state facendo ?”

“Tu non sei di qui, non ti abbiamo mai visto da queste parti”

“Avete indovinato, vengo da Midgard. Thor mi conosce”

“Sei la sua Jane ?”

“Cosa ? Come potete scambiarmi per lei ! Ho il pizzetto !”

“Donna barbuta sempre piaciuta”

“No, non sono Jane. Sono un Avenger ... un compagno di squadra del vostro principe”

“Occhio di Quaglia ?”

“Si chiama Occhio di Falco e no, non sono io ... oh andiamo, non può non avervi parlato di me !”

“Sei quello che diventa grosso e verde ?”

“Nemmeno, io sono ...”

“Aspetta, ho capito ! Sei il guerriero del quale ha tessuto le lodi dopo la sconfitta dei chitauri !”

“Ha tessuto le mie lodi ? Davvero ?”

“Ci ha raccontato che se non fosse stato per te molti terrestri sarebbero morti orribilmente”

“E anche che sei un condottiero molto abile”

“Perdonaci se non ti abbiamo riconosciuto subito, ma sei senza lo scudo”

Quei due lo avevano scambiato per ... e Thor non elogiava lui ma ...

“NON SONO STEVE !!! SONO TONY STARK !!!”

“Stark ? Mai sentito nominare”

“È GRAZIE A ME SE UN SACCO DI TERRESTRI NON SONO MORTI IN MODO ORRIBILE !”

“Non sembri un guerriero”

“Non essere maleducato, forse su Midgard combattono vestiti così”

“No gente, questo è un pigiama e non lo indosso quando combatto”

“È vietato combattere in pigiama giù da voi ?”

“L'ho sempre pensato che i midgardiani fossero strani ...”

“Strani perché non combattiamo in pigiama ? Ok forse qualcuno lo fa, ma non è consuetudine ... accidenti perché mi state facendo perdere tutto questo tempo ?”

“Guarda che qui sei tu quello che sta facendo perdere tempo a noi. Noi stiamo lavorando”

“Esatto, noi non ce ne stiamo andando a zonzo in pigiama”

“Scusate il disturbo ... cosa state facendo ?”

 “Smontiamo. L’esecuzione di Loki c’é stata ieri e ci serve più spazio per i banchi del mercato”

Tony aveva trattenuto il respiro. E poi era corso via.

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“Forse avresti dovuto dire “la fallita esecuzione” ...”

“Secondo me ho pure parlato troppo. Quello non è di queste parti, potrebbe essere una spia !”

lunedì 4 novembre 2024

La lunga attesa - "Separazione"

New York, lunedì


Tony aveva allungato un braccio, convinto di trovare Loki. 

La sua mano si era posata sul lenzuolo. Era bagnato. 

Possibile che il dio stesse su dando così tanto dopo delle semplici carezze ?

E visto che detestava sudare perché non se ne stava lamentando ?

E perché non sentiva più il suo respiro o i battiti del suo cuore ?

Tony si era un pochino allarmato e aveva tastato tutto intorno a sé nell’oscurità assoluta. 

Del dio sembrava non esserci alcuna traccia. 

Forse era andato a prendere altre candele o una torcia elettrica.

Sperava tornasse anche con del deodorante per ambienti perché il tanfo era insopportabile. 

E non era colpa sua.

Di colpo sotto di lui il materasso si era mosso, ma non si era limitato ad abbassarsi come solitamente capita quando qualcuno ci sale sopra : si era spostato da destra a sinistra mandandolo a sbattere contro delle pareti. Gli sembrava di essere su una delle giostrine del Luna Park. O il suo sposo stava cercando di rendere le cose più particolari (e inquietanti) con la magia (ah giusto il suo consorte aveva la magia quindi non avrebbe dovuto andare in giro in cerca di candele o di torce elettriche) oppure non si trovava più sul suo letto king size.

“Loke ?” aveva chiamato.

“Anthony ! Sei vivo !” 

Che strano, la voce dell’asgardiano era attutita, come se provenisse da dietro un muro.

E perché sembrava stupito che lui fosse vivo ? Che era successo di tanto terribile ?

Un mega rutto lo aveva distratto dalle sue elucubrazioni. Perché non lo aveva emesso lui.

Per la seconda volta il posto in cui era seduto aveva cominciato a muoversi sballottandolo da una parte all’altra. Era riuscito ad afferrare un appiglio e a tenersi saldo.

Un appiglio aguzzo che sembrava una stalagmite ... o un canino affilato. 

Se ancora aveva dei dubbi sul luogo in cui si trovava erano bastati il ringhio animalesco e l’isterico “SPUTALO ! SPUTALO !” dello jotun a cacciarglieli via. 

La puzza che sentiva era alitosi.

Il lenzuolo bagnato su cui si trovava era una lingua gigantesca.

Le pareti erano le fauci chiuse.

E ciò a cui si stringeva era un dente, che per mancanza di spazio era cresciuto più all’interno.

Non era saltata di nuovo la corrente. 

Se non ci vedeva più era solo perché un bestione se l’era ficcato in bocca !

Tonino all'inizio aveva imprecato in modo così volgare che Tony si era per un attimo vergognato di esserne il proprietario e poi era sbottato “E ti pareva ! Finalmente stavamo per raggiungere la meta ed ecco che salta fuori un mostro che ci mangia !”

“Ti correggo : che sta provando a mangiarci. Non ci ha ancora inghiottiti”

“Con tutti i posti in cui poteva andare e tutte le persone che poteva papparsi ha scelto te !”

“In effetti ...”

All’improvviso aveva visto uno spiraglio di luce e pochi secondi dopo, interamente ricoperto di bava, era caduto di faccia sul suo letto, accanto allo stregone che aveva subito usato i suoi poteri per accertarsi che fosse ancora tutto intero. Lo era.

Stark si era girato lentamente e aveva visto delle colonne pelose, aveva alzato la testa curioso ed ecco l’apertura da cui era uscito, grande come una caverna, aveva spostato lo sguardo più in su e aveva notato un enorme masso nero. Il naso, senza dubbio. 

Da dov’era non riusciva a vedere altro. 

Il principe, che nel frattempo si era rivestito, si era alzato, aveva raggiunto una delle zampe anteriori e aveva intimato “A cuccia Fefé !” e quell’enorme cagnolone aveva ubbidito all’istante.

“Bravo il mio ragazzo ! Sei proprio bravo !” e aveva fatto cenno al genio di avvicinarsi.

Il genio aveva scosso la testa. Non voleva finire di nuovo in quella cavità orale.

“Coraggio, ti farò annusare da lui per fargli memorizzare che non deve mangiarti !”

Il miliardario si era rimesso addosso i pantaloni e piano piano si era affiancato al suo neo marito.

“Posagli la mano sul naso, Anthony”

“Sei matto ? Vicino al naso c’è la bocca !”

Loki aveva sbuffato afferrandogli la mano e posandola su quell’enorme tartufo. C’era stato un altro ringhio ... e poi la creatura aveva scodinzolato buttando giù un pezzo di muro e si era girata mettendosi a pancia in su per ricevere delle coccole sul colossale pancione.

“Hai visto ? Gli sei simpatico !”

“Avrei preferito stargli simpatico prima di finire nella sua bocca”

Loki aveva ignorato il commento e aveva fatto le presentazioni di rito.

“Anthony ti presento il tuo figliastro Fenrir. Fenrir lui è il tuo papà numero due”

Fenrir aveva uggiolato contento. Sembrava un normalissimo cane. Stazza esclusa.

“Lui è mio figlio il Lupo”

“Sì, questo l’avevo capito”

“Dici sul serio ? Mi sono sentito in dovere di specificarlo perché hai un’aria piuttosto confusa”

“Non capisco come sia arrivato qui. E a proposito di arie, prendigli delle mentine”

Il demone del Van non aveva gradito la frecciatina e aveva finto di morderlo.

“Stai buono Fefé ! Tony è irritante a volte, ma non è cattivo” e girandosi verso quest’ultimo aveva aggiunto sottovoce “Dev’essere colpa di Tyr, il nostro wolf sitter. Sicuramente lo avrà portato a passeggio vicino a uno dei portali segreti che collegano Asgard a Midgard, portali che in passato ho usato molto spesso, lui avrà sentito la mia scia ed eccolo a New York”

“E questo Tyr non torna a riprenderselo ?”

“Se verrà bene, altrimenti questo pomeriggio lo affiderò allo zio”

“Lo zio” aveva ripetuto l'Avenger tra sé.

“Ti ricordi che oggi Thor viene a prendermi vero ?”

“Verrà, ma non ti avrà. Gli darò il mega ammasso di pulci come premio di consolazione”

Era stato steso da una mega zampata.

“Attento a come parli, Fefé è piuttosto permaloso”

“Chissà da chi ha preso ... vabbé, che facciamo adesso ?”

“Andiamo a nanna” 

E si erano sdraiati sul materasso con il nero batuffolo oversize in mezzo a loro.

Tony era tornato a odiare i cani. 

Si volevano ed erano persino sposati, ma non potevano consumare per colpa di uno pseudo pastore tedesco gigante che aveva sentito la nostalgia del papà ... o doveva dire della mamma ?

Quella era la prima notte di nozze, avrebbero dovuto esserci fuochi d’artificio sotto le lenzuola, non saliva lupesca ovunque !

Come se non bastasse, malgrado le dimensioni considerevoli del giaciglio, Fenrir occupava quasi tutto lo spazio. Il filantropo si era ritrovato su un fianco, ai limiti del materasso.

“Com’è che il botolone non ha sfondato il letto ?”

Aveva ricevuto due risposte. Quella del lupo era stata uno spintone che lo aveva buttato per terra, quella del suo genitore un esasperato  “Ti ho avvertito che è permaloso ! Non l’ha sfondato perché l’ho rafforzato con delle rune. Lo avevo fatto per noi, per permetterci di ... insomma hai capito. Adesso dormi. Se non ci riesci fatti una doccia. Ne hai estremo bisogno”

“E chissà come mai ...” due occhioni rossi lo avevano scrutato minacciosi “Scherzavo, amico !”

Sconsolato aveva scelto di darsi una ripulita in bagno. 

E poi aveva trascorso la nottata sul divano inveendo contro questo Tyr che non era riuscito a portare quel mega cucciolo a spasso senza lasciarselo scappare.

Alle otto era stato svegliato dal profumo dei pancake. Peccato che non fossero destinati a lui.

“Fefé li adora !”

Si era dovuto accontentare del latte coi cereali. 

E di un caffé molto forte, molto lungo e molto corretto.

Piano per la giornata : preparare una spiegazione per il biondo (aveva pensato a un sintetico  “Ci siamo sposati, smamma” però dubitava che Point Break lo avrebbe capito. Forse con un disegnino ...), rinchiudere la bestia da qualche parte e darsi alla pazza gioia col suo maritino spaziale, che in quel momento stava aggiustando i danni causati dal suo figliolo nella torre.

Era un miracolo che non fosse crollata. A quanto pare il nipotino condivideva con lo zio la mania di buttare giù le porte, solo che a differenza sua, per poter passare, assieme a loro buttava giù anche parti della struttura portante.

I live for the applause, applause, applause/I live for the applause-plause/Live for the applause-plause”  no, non era entrata in scena Lady Gaga, questa era la suoneria del secondo telefonino di Tony (il primo lo aveva sfracellato in officina).

“Pronto ?”

“Signor Stark, la aspettano tra trenta minuti all’inaugurazione della nuova scuola” 

Era la dolce Bunny.

“Devo tenere un discorso ?”

“Sarebbe carino” e aveva riagganciato.

Uomo di Ferro aveva sospirato rumorosamente. Fenrir gli aveva posato la testona in grembo.

Sembrava quasi che volesse consolarlo. Bravo lupacchiotto ! Sotto sotto non era tanto male ...

Loki si era fatto avanti.

“Vuoi che te lo scriva io ? I discorsi del beota erano tutti farina del mio sacco”

Tony aveva acconsentito.


Stavano per uscire quando alle loro spalle c’era stato un verso raccapricciante. 

Fenrir stava guaendo disperato.

Una vetrinetta era andata in frantumi a causa dei suoi decibel.

“Che gli prende ?”

“Non vuole rimanere qui da solo. Cerca di capirlo, è un posto che non conosce”

“Quindi dovremo portarlo con noi ?”

“Possiamo usare il collare e il guinzaglio di quando eri Starki. Li ho tenuti per ricordo”

“Ma lui è ... come posso dire senza offenderlo ? Molto grande. Molto molto grande ...”

Loki si era rivolto al figlio con dolcezza (era davvero strano sentirlo parlare in quel modo).

“Per piacere tesorino cambiati, non puoi venire con noi così”

Poi aveva trasformato la porta del frigorifero in uno specchio.

Il demone vi si era piazzato davanti rimirandosi per alcuni secondi. Vanitoso.

Di colpo aveva scintillato e al suo posto era apparso un barboncino bianco. 

Tony aveva sbarrato gli occhi.

“SGRUNT” aveva detto Fenrir, scintillando di nuovo e diventando un mastino napoletano.

“NAAH” era stato il suo commento e poi nell’ordine era mutato in yorkshire, alano, cocker, levriero e infine in un husky.  “WOWOWOOOOO !!!” aveva esclamato soddisfatto di quell’aspetto. Probabilmente significava “Miiii quanto so’ figo !”

L’unica cosa rimasta identica erano gli occhi. Quelli erano sempre rosso sangue.

Il falso husky aveva ricercato l’approvazione del papà/mamma inclinando il muso.

“La tua magia è migliorata molto. Mi rendi orgoglioso”

“EH EH EH !” era stata l’ansimata replica del cane scodinzolante che si era lasciato mettere il collare senza fare storie e anzi sembrando decisamente contento.

“Devo spacciarmi per qualcun altro anch’io ?”

“No, vieni così come sei. Mi piace quando sei così come sei. Non che tu non mi piaccia nei tuoi altri aspetti, ma ...” Loki lo aveva interrotto con un rapido bacio.

“Muoviamoci o arriverai tardi !”

“Non ci puoi teletrasportare direttamente là ?”

“Fenrir detesta il teletrasporto. Se la fa addosso e mangia il primo che trova ogni volta”

“Allora ci andremo a piedi. È giusto a quattro isolati da qui”

Usciti all’aria aperta il dio gli aveva teso il guinzaglio “Portalo tu” e lo aveva preso a braccetto. 

Tony aveva sorriso. Sembravano una coppia normale che portava a spasso il cane.

Nessuno avrebbe potuto sospettare che Fenrir in realtà fosse ... e in quel momento Fenrir aveva divelto un idrante con una singola testata per bere avidamente l’acqua che saliva verso l’alto in un potente getto.

“Aveva sete poverino” lo aveva scusato Loki, accarezzandogli le orecchie puntute.

Per fortuna nei paraggi non c’era nessuno e il mago aveva sistemato ogni cosa in fretta.

Il peggio doveva ancora arrivare. Svoltato l’angolo si erano ritrovati davanti un gatto bianco e nero intento a leccarsi. Probabilmente era lo stesso che aveva graffiato il Burlone quando si era spacciato per Stark. Non ci sarebbe stato alcun problema ... se Fenrir non lo avesse visto.

Il nipotino di Odino aveva ruggito spaccando le vetrine di tutti i negozi della strada e di tutti i finestrini delle auto parcheggiate lungo il marciapiede. Il micio si era spaventato ed era scappato. Fenrir era partito all’inseguimento sbavando e con lampi assassini nello sguardo, tirandoseli dietro come se fossero dei bastoncini senza peso.

“FERMOOOOOOO ! FRENAAAAAAA !” aveva urlato il miliardario, che all’ennesimo strattone aveva mollato la presa, lasciando Fenrir libero di continuare a perseguitare quel felino (che probabilmente cercava un posticino tranquillo in cui morire d’infarto). “Per tutti i cubi sbronzi ! Ora capisco come mai Tyr se l’è lasciato sfuggire !”

“Quando vede un gatto mio figlio non capisce più niente”

“Ci ritroverà ?”

“Tornerà subito indietro quando avrà finito di divertirsi con lui”

“Cioé dopo che l’avrà mangiato”

“Ha solo voglia di giocare con lui. Deve averlo scambiato per suo fratello”

“Suo fratello non è un serpente ?”

“Lo è qui su Midgard, ma ad Asgard viene accolto solo se ha la sua forma di gatto”

“Fefé non tornerà alle sue dimensioni terrorizzando la città, vero ?”

“Potrebbe”

Curioso come basti una parola per provocare un senso di panico crescente.

Erano arrivati davanti ai cancelli della scuola con qualche minuto di ritardo. 

I giornalisti li avevano circondati. Loki si era trovato un posto all’ombra, mentre Tony si era fatto largo raggiungendo un piccolo palco improvvisato, percorso da una brutta sensazione. La sensazione che sarebbe capitato qualcosa. La sensazione che gli sarebbe capitato qualcosa.

Dopo qualche battuta spiritosa il filantropo aveva letto il discorso scritto da Lingua d’Argento, omettendo piccoli pezzi come “Inginocchiatevi di fronte a me, vili formiche !” e “Se non applaudite vi ficco uno scettro su per i vostri infimi deretani !” e decisamente era uno dei discorsi migliori che avesse mai tenuto in vita sua. Fiammetta era davvero bravo con le parole.

C’erano stati il taglio del nastro e discorsi da parte di alcune autorità presenti.

Terminato tutto questo i giornalisti avevano di nuovo circondato il Vendicatore.

Solo tre gli avevano posto domande sull’evento a cui avevano appena assistito.

Gli altri avevano chiesto il numero di telefono di Natasha e di Steve.

Una, forse già sposata, si era complimentata per l’anello che sfoggiava. 

“È un pegno d’amore ?”

“Uhm ? Questo ? È la mia fede nuziale”

“Lei, lo scapolo impenitente d’America, si è sposato ?!?”

“Sì, ieri, fatico a crederci persino io. La cerimonia è stata per pochi intimi” 

In effetti c’erano soltanto loro due.

“E chi è la fortunata ? La famosa Pepper ?”

“No. Io e Pepper ci siamo lasciati quattro settimane fa”

“Ha sposato un’altra dopo sole quattro settimane ?!?”

“Suona orrendo così. Ho trovato la mia anima gemella e ho capito di non voler perdere altro tempo prima di averla per me”

“E quest’anima gemella ce l’ha un nome ?”

“Ne ha molti di più ! Se volete salutarla mi ha accompagnato fin qui. Per gli amici è Lo e basta” aveva accompagnato le parole a un cenno del mento nella direzione in cui l’alieno se ne stava appoggiato a un albero con le braccia incrociate.

“Ma quello è Loki !”

“Proprio lui” aveva confermato l’Avenger senza fiutare il pericolo.

“Loki è qui !” avevano bisbigliato tra di loro tutti i presenti.

“Quel pazzo non stava marcendo in una prigione ?”

“Si pentirà di essere tornato per tormentarci !”

“Non è affatto tornato per tormentar ...” un energumeno lo aveva spinto per terra e brandendo una bottiglia aveva urlato “UCCIDIAMO QUEL MOSTRO !” la folla aveva esultato, le signore avevano estratto gli ombrellini dalle borsette e li avevano agitati come fossero dei manganelli e gli uomini si erano tolti le scarpe e avevano iniziato a scagliarle addosso allo jotun.

Si erano gettati in massa su di lui prendendolo a calci, pugni, sberle e compagnia andante.

“MUORI BASTARDO !”

Quando Loki si era teletrasportato pochi metri più in là avevano interpretato la cosa come un suo attacco e si erano infuriati ancora di più, senza realizzare che se avesse voluto avrebbe potuto ucciderli con uno schiocco di dita, ma non lo aveva fatto.

“CANAGLIA INFAME !”

Tony, che tentava invano di raggiungerlo, ammirava il suo self control. D’altra parte uccidere alcuni abitanti di Midgard non sarebbe stato il massimo come esordio per il suo nuovo Protettore.

“NON TI DIFENDI ? MA CHE RAZZA DI DIO SEI ?”

“NON VALI UN’UNGHIA DI TUO FRATELLO !”

Loki a quel punto aveva perso le staffe (avrebbe sempre detestato i paragoni con Thor). 

“IO VALGO MOLTO DI PIÙ DI QUEL BEOTA BIONDO !”

“NON SEI ALTRO CHE UNA CHECCA ISTERICA !”

“CONFESSA PRINCIPESSINA, VORRESTI CHE HULK TI SBATTESSE IN TUTT’ALTRO MODO !”

E il tappo era saltato, ossia Loki aveva perso la pazienza. Non sarebbe stato così grave se si fosse limitato a insultarli e a restituire qualche colpo, ma era talmente furioso che si era trasformato e non in un grazioso falco per volarsene via. Aveva assunto il suo Aspetto Focoso, ma venti volte più imponente rispetto a quello nel corridoio della torre. Le fiamme avevano raggiunto alcuni dei suoi aguzzini facendoli diventare dei falò ambulanti. Alcune scintille si erano posate tra i rami delle piante bruciando anche quelle. Il peggio c’era stato quando delle faville erano capitate nei pressi di alcuni camioncini. C’erano state cinque esplosioni a catena.

La neo inaugurata scuola si era ritrovata incendiata da cima a fondo.

La gente si era allontanata urlando. Stark era riuscito ad avvicinarsi ... e lo aveva sentito ridere.

A quanto pare ci riusciva anche quando non aveva un corpo tangibile. E quella risata aveva accaponato la pelle a tutti, lui compreso, perché era chiaramente la risata di uno psicopatico.

 “VI SQUARTERÒ CON IMMENSA GIOIA, BRANCO DI ZECCHE PURULENTE !“

“Rock of Ages non mandare all’aria tutto, avevi fatto progressi in queste due settimane !”

“FACCIO QUELLO CHE VOGLIO !”

“Calmati un attimo, fai dei bei respiri ... magari smettila di incenerire ogni cosa ...”

“NON AMI QUESTO MIO ASPETTO ? EPPURE AVEVI DETTO DI AMARLI TUTTI !”

Tony era stato raggiunto da una fiammata che gli aveva bruciacchiato i capelli. 

“Torniamo a casa Loki !”

“IO NON CE L’HO UNA CASA ! NON L’HO MAI AVUTA !”

Se il dio non fosse stato incandescente Tony avrebbe provato a placare la sua ira con un abbraccio o una pacca sulla spalla. Purtroppo lo era e quindi non poteva avanzare a meno di tre metri da lui senza rischiare di ritrovarsi privo di sopracciglia.

“NESSUNO MI VUOLE ! NESSUNO MI ACCETTA ! NESSUNO MI AMA !” 

Era come se stesse piangendo, il che era assurdo (vi immaginate un fuoco che piange ?).

Le fiamme erano calate. Stava lentamente tornando alle sue dimensioni.

“PREFERISCONO TUTTI THOR, IL GRANDE EROE ... COME SE IO NON VALESSI NIENTE !”

“Spegniti e vieni via con me, ti prendo uno di quei budini che ti piacciono tanto, ok ?”

“CREDI CHE BASTI UN BUDINO PER FARMI DIMENTICARE IL MIO SCHIFO DI VITA ?”

Se l’offerta di un budino non sortiva alcun effetto le cose dovevano essere davvero gravi.

Il Fuoco aveva tremolato leggermente e si era avvicinato a lui. Non era più incorporeo.

“Troveremo un modo per sistemare ogni cosa Loki, fidati di me. Torniamo alla torre. Ti faccio un massaggio, ti racconto una storia, ti preparo un bagno, ti scrivo un poema  ... tutto quello che vuoi. Dimmi solo che cos’è che vuoi e lo avrai”

“Vendetta. Aiutami a sterminare tutti gli abitanti di questo Regno”

“Il mio Loki di certo non vuole essere ricordato come un mostro !”

“Ma io sono un mostro. È la mia natura. E l'ho finalmente accettata, credo. L’unico modo che ho per non continuare a essere ciò che sono è la morte ... oh sì, la morte ...”

“No ! Non dirmi che ci stai pensando seriamente ! Per favore dimmi che stai scherzando !”

“Ti sembro in vena di scherzi ?”

Aveva allungato una mano fiammeggiante e gli aveva sfilato l’anello facendolo urlare.

“Così non morirai anche tu. Non posso fare altro” e l'aveva scagliato lontano pronunciando delle formule per far sparire la scottatura dalle dita del midgardiano.

“LOKI NO ! TORNA IN TE ! È STATO SOLO UN EPISODIO ISOLATO ...”

“Il primo di una lunga serie. E poi io non voglio che per colpa mia sia tu a rimanere isolato. Lascio a te il compito di raccontare a mio fratello cosa è successo. Se non riuscissi a dimenticarmi, ma ne dubito visto che sei noto come playboy, chiedigli di consegnarti la fiala cancella memoria. Personalmente ritengo che tu abbia ancora delle chance con Pepper”

Era tornato alla sua forma consueta (nudo e coperto di fuliggine), ma prima che Stark potesse afferrarlo aveva fischiato e a quel richiamo Fenrir era apparso magicamente dal nulla.

“Tony vuole giocare Fefé. Prendilo !”

A quell’ordine l’husky si era gettato addosso a Tony, mandandolo lungo disteso. Mossa astuta.

“Anche se sono il dio delle Menzogne i miei sentimenti per te sono veri. Non è colpa tua se finisce così. Sei stato il miglior insegnante che potessi desiderare. Mi hai insegnato ad amare. Grazie Anthony Stark ... e addio”

L’Avenger non era riuscito a dire nulla perché Fenrir gli stava tappando la bocca con una zampa.

Loki aveva alzato gli occhi al cielo e aveva urlato “HEIMDALL APRI IL BIFROST !”

Ed ecco un fascio di luce accecante.

Tony era stato costretto a chiudere gli occhi.

Quando li aveva riaperti la luce non c’era più.

Ed era sparito anche Loki.

domenica 20 ottobre 2024

La lunga attesa - "L'anello"

New York, domenica [parte 2]


Un’ora dopo erano risaliti sull’elicottero.

A Rhodes non erano sfuggiti i capelli scompigliati del dio.

“Allora Tony, hai visto cose che noi umani non possiamo neanche lontanamente immaginare ?”

“Ehm, metti in moto per piacere. Vogliamo tornare a New York”

“Hai fatto cilecca tu o ha fatto cilecca lui ?”

“SMETTETELA DI DIRE CHE FACCIO CILECCA O VI APRO COME COZZE, DISDICEVOLI INSETTI !!!”

Questo aveva zittito il pilota che li aveva riportati alla torre restando in silenzio.

Loki era particolarmente nervoso. Si era ripromesso di non concedersi al mortale finché quest’ultimo non avesse accettato la sua proposta di matrimonio e poche ore più tardi per poco non gli aveva ceduto su una tovaglia a quadretti.

Pensava di avere un maggiore autocontrollo. Scoprire che non era così lo mandava fuori di testa.

Testa sulla quale, a peggiorare la situazione, c’erano dei pezzi di formaggio di capra. 

Era corso in bagno a farsi uno shampoo.

La goccia che aveva fatto traboccare il vaso, mentre il midgardiano già armeggiava con le rispettive cerniere, era stata una canzone in cui spiccava la frase 

“I’ve got a dog and his name is Loki”

Uomo di Ferro col senno di poi si era dato dell’imbecille per aver inserito quel brano nel lettore e tirava porchi per il fatto che mentre era a un nulla dalla meta quell’aggeggio maledetto avesse iniziato a suonare proprio quello. Doveva essere opera di Cap e delle sue preghiere anticopula.

Si era cambiato indossando uno dei suoi completi più eleganti e aveva bussato alla porta della camera del suo allievo. ”Vorrei farmi perdonare. Per favore, permettimi di provarci”

“Devo darti il permesso di provare a farti perdonare o di provarci con me ?”

“Mettiti in ghingheri. Ti aspetto in salotto”

Lo stregone aveva impiegato sei secondi netti per eseguire la richiesta. 

Quando era uscito dalla sua stanza il genio era ancora lì in corridoio e lo aveva osservato compiaciuto, pur muovendo una piccola critica “La sciarpa in estate non serve”

“Conferisce al mio look il giusto tocco di classe in più”


Erano stati ad ascoltare un concerto per piano e violino (su musiche di Edvard Grier) alla Scandinavian House. Uno dei due aveva ascoltato rapito e sognante quelle melodie, l’altro, dopo cinque minuti in cui aveva rischiato l’abbiocco, si era di nascosto infilato gli auricolari iniziando ad ascoltare Metallica, Black Sabbath e AC/DC.

Terminata la, secondo il parere del primo, sublime performance si erano recati a cena in un ristorante norvegese. Avevano mangiato un altro piatto nazionale di quel Paese : il Fårikål, uno stufato di agnello e cavoli. Per dolce si erano presi due fette di Valnøtt lukket, una torta di marzapane e panna che definire ipercalorica è il minimo.

“Ho dimenticato di mostrarti una delle più stupefacenti invenzioni norvegesi. Guarda qui” aveva esclamato il miliardario mostrandogli una foto sul suo telefonino. 

L’alieno aveva arricciato il naso “Un seggiolone ?”

“Proprio così. Ha aiutato tutte le mamme del mondo a mettere seduti a tavola i pargoli”

“Oh dei ... senti posso ordinare qualcos’altro ? Ho ancora fame” questa uscita dello jotun, dopo tutti quei pasti insieme, il playboy se l’aspettava e aveva giocato d’anticipo prenotando telefonicamente una degustazione di budini. Appena la cameriera glieli aveva posati davanti gli occhi di Loki avevano scintillato di gioia. Tony aveva sorriso soddisfatto. 

“Ci sono quelli al cocco, alla menta, alla banana, alle noci, al miele, ai frutti di bosco, all’uva, al cioccolato e al pistacchio ... goditeli, tesorino 

“Sono tutti per me ? Sicuro di non volerne nemmeno uno ?” aveva domandato l’ingordo senza guardarlo mentre ne stava divorando tre contemporaneamente. 

Il terrestre aveva sorriso “Du er min pudding ! Jeg vil ha deg !

Temeva che il suo interlocutore si offendesse, ma aveva deciso di rischiare. Scelta giusta.

Loki aveva mollato giù il cucchiaino, si era alzato e gli si era seduto in braccio urlando “VERDEN PUDDING ! JEG ELSKER DEG ANTHONY ! KNULLE MEG !” e lo aveva baciato.

“Frena Lolli ! Siamo in un locale pubblico !”

“BUDINIZZAMI UOMO ! BUDINIZZAMI !”

Il principe era decisamente “caldo”. 

Tony non era mai stato più felice, né aveva mai avuto più fretta di pagare un conto.

Aveva appena consegnato i soldi alla cassa che Loki li aveva riteletrasportati alla torre.

“Mi spettava un resto di cinque dollari”

“Io valgo ben più dei tuoi miseri cinque dollari !” aveva risposto la diva gettandolo sul letto.

“Questo è indiscutibile ... dove diamine hai imparato a ... ? Oh mammasaura ! STOOOOP !!!”

“Tu che dici “Stop” a me ? Midgard sta girando al contrario ?”

“Devo darti una cosa”

“Oh lo so che devi darmi una cosa ...” aveva annuito l’extraterrestre malizioso.

“Devo darti un’altra cosa oltre a quello” 

A fatica se l’era scrollato di dosso, ficcandosi la mano in tasca.

“Non amo le interruzioni quando sto esprimendo la mia arte”

“Sarò breve : resta con me. Ho bisogno di un assistente e tu sei abbastanza intelligente”

“Tu mi vuoi come semplice assistente ?!?” era sbottato il principino piuttosto contrariato.

“No, anche come cuoco. Hai sperimentato da te che io non so preparare nulla di commestibile”

“Tu mi vuoi come assistente e come cuoco ?!?”

“Ti voglio al mio fianco. Deciderai tu cosa fare una volta che ci sarai. Gifte meg, Loki !”

“Lo sai che quello che hai appena detto significa ... ?” e poi aveva visto il midgardiano estrarre la mano dalla tasca tenendo un anello tra pollice e indice ed era sbiancato 

Min sjel ! Sei serio ? No perché allora dovresti inginocchiarti ...”

“Hai un po’ la fissa delle persone inginocchiate, Bambi”

“La proposta di matrimonio va fatta in ginocchio ! Sono tradizionalista !”

“Tu a me l’hai fatta seduto”

“Eravamo in macchina, come potevo inginocchiarmi ?”

Stark si era inginocchiato e aveva ripetuto “Gifte meg, Loki !”.

Come risposta aveva ricevuto un sonoro “SÍ !!!” e un altrettanto sonoro bacio con lo schiocco.

Era andata. 

“Dunque, adesso che siamo fidanzati ufficialmente hai ancora intenzione di ... ?”

“A maggior ragione !” e l’aveva tirato su buttandolo sul letto.

“Un momento, non te l’ho ancora infilato !”

“Oh lo so che non me l’hai ancora infilato ...”

“Sto parlando dell’anello !”

“Va bene, mettimelo. Sbrigati, pidocchio !” 

Tony gli aveva afferrato la mano, ma quando vi aveva avvicinato l’anello il metallo era diventato rovente ed era stato costretto a mollarlo tra mille imprecazioni.

Loki lo aveva raccolto e osservato per alcuni secondi. 

“Per Hel, questo è uno degli anelli dei nani ! Dove lo hai trovato ?”

“È arrivato con la posta. Significa che è maledetto ? Perché ha reagito in quel modo ?”

“Perché io non posso indossarlo e voleva impedirti di infilarmelo al dito”

“Come sarebbe a dire che non puoi indossarlo ? Allora perché Odino me l’avrebbe inviato ?”

“Te l’ha inviato Padre ?”

“Ha detto che ci ha visto sposati e pochi giorni dopo un certo Sigurd mi ha mandato quell’anello”

“Potrebbe essere uno dei suoi nomi, ne ha talmente tanti ... aspetta, mi hai chiesto di sposarti solo perché lui ci ha visti sposati ?!?” Loki si era alzato ed era marciato nella sua stanza praticamente fumando dalle orecchie. Tony lo aveva seguito. 

“Te l’avrei chiesto lo stesso ! Per la miseria, apri questa porta ! Aprila !”

Dopo tre minuti l’uscio si era aperto. 

Lo stregone l’aveva fissato storto, ma l’aveva lasciato entrare.

“Siediti. Ti racconterò tutto ciò che devi sapere su quell’anello”

Tony si era accomodato sbuffando.

“Per favore, dimmi che non ci sono di mezzo giganti che sudano !”

“Non ci sono di mezzo giganti che sudano”

“Ok, qualsiasi altro tipo di storia posso riuscire a sopportarla”

Loki aveva preso un bel respiro e poi aveva cominciato a parlare. 

“Molti Aesir dopo essere scesi qui su Midgard si innamoravano di midgardiane e midgardiani, ritrovandosi col cuore spezzato quando essi morivano nel giro di pochi decenni. E lo sai cosa succede a un dio con il cuore spezzato ? La stessa cosa che succede a un elfo o a uno di voi col cuore spezzato. Non ha più voglia di vivere. Alcuni si sono gettati nell’abisso, altri si sono infilzati con le proprie spade, altri ancora hanno semplicemente smesso di assumere le loro dosi di mela ... hai presente le mele dorate di Idun ?”

“Quelle che donano eterna giovinezza e immortalità ?”

“Loro. Anche se in realtà l’immortalità la donano soltanto se si continua a mangiarle”

“Quindi chi smetteva di prenderle invecchiava rapidamente e schiattava ?”

“Esatto. Invecchiava e diventava cenere”

“Anche tu devi prendere regolarmente queste mele ?”

“Mi è capitato di sgranocchiarne un paio quando stavo particolarmente mal ridotto, dopo che mi avevano pestato per qualche mia marachella di troppo, ma ne ho meno bisogno rispetto agli altri. Credo che un pochino mi invidino per questo”

“Perché per te le cose sono diverse ?”

“Perché io sono diverso. Per secoli non ho capito come mai tutti tranne me ricevessero una di quelle mele. Credevo di stare antipatico a Idun o che i miei genitori si fossero pentiti di avermi adottato e volessero vedermi in polvere. Sgattaiolavo nel giardino e le mangiavo di nascosto. Sono stato punito, ma quando chiedevo spiegazioni su quella che a me sembrava un’ingiustizia nei miei confronti non ricevevo risposte”

“Risposte che hai trovato quando hai scoperto di non essere asgardiano purosangue, immagino”

“Immagini correttamente. Mi piace che tu sia così sveglio. Padre voleva tenermi lontano da quelle mele perché non sapeva che effetti avrebbero avuto su un Gigante di Ghiaccio. Mi ha chiesto se mi ero sentito strano dopo averle mangiate. Temeva che assumendole la mia vera natura uscisse allo scoperto e io fiutassi la menzogna. E poi c’è un altro dettaglio non trascurabile : gli jotnar vivono più a lungo degli asgardiani senza bisogno di aiutini. Mi hanno preso in giro perché a seicento anni sembravo ancora un bambinetto, mentre Thor era già come lo vedi, ma penso che sotto sotto si rodessero il fegato chiedendosi quale fosse il mio segreto. Ora lo sanno. Il mio segreto è che sono un mostro”

“TU NON SEI UN MOSTRO ! Un momento ... stai dicendo che secondo gli standard asgardiani sei considerato un adulto, mentre per gli standard dei Surgelati sei poco più di un bimbo ?!?”

Loki era scoppiato a ridere “Ti preoccupi di questo ?”

“Certo che me ne preoccupo ! Qua si rischia la galera adescando minorenni !”

“Posso proseguire con la storia ?”

“Quanti anni hai per il Regno dei Ghiaccioli ? Tradotto in anni midgardiani”

“Sono più che maggiorenne, stai tranquillo. La faccenda dell’anello ti interessa ancora ?”

“Che ? Ah sì. Continua pure”

“Odino era stufo di veder morire la sua gente. Inizialmente ha creato un filtro che togliesse agli Aesir innamorati ogni ricordo del midgardiano o della midgardiana che aveva suscitato in loro tali sentimenti, in modo che proseguissero le loro esistenze come se non li avessero mai incontrati. L’amore però restava sotto la brace e dopo un po’ annullava gli effetti della malia”

“L’amore è la magia più potente di tutte”

“Vero. A quel punto Odino ha chiesto ai nani di realizzare degli anelli speciali. Non ho idea se li ha pagati nello stesso modo in cui Freyja li ha pagati per avere la sua collana. Spero di no”

“In che modo questa Freyja ha pagato la sua collana ?”

“Concedendosi ai nani per quattro notti”

“Com’è che non chiamano “vacca” lei ? Se lo meriterebbe più di te !”

“È giustificabile. Lei è la dea del desiderio. Non riesce a non avere voglia di certe cose”

“Una dea ninfomane. Me la presenti ? Ahi !” 

Il mago gli aveva dato un pizzicotto, poi aveva continuato a spiegare.

“I nani hanno creato tanti anelli quanti sono gli Aesir. Ora quando un dio si innamora di un midgardiano può andare da loro, farsene consegnare uno, scendere su Midgard e darlo all’oggetto del proprio desiderio. Gli anelli non posso essere indossati dagli dei, dagli elfi o dai Giganti di Ghiaccio, ma solo dai midgardiani. In sintesi : sei tu che lo devi mettere, non io”

“Ti sbagli, ho provato a indossarlo, ma ho preso una scossa elettrica !”

“Punto uno io non sbaglio mai. Punto due non te lo puoi mettere da solo”

“E con questo diventerei immortale senza bisogno di mele ?”

“No, ma il tuo processo di invecchiamento rallenterebbe e vivresti più a lungo”

“Più a lungo quanto ?”

“La metà della vita di chi te lo dona. Di solito un asgardiano vive cinquemila anni”

“E se a mettermelo fosse un Gigante di Ghiaccio ?”

“Supereresti i quattromila. Ma pensaci bene, vedresti morire tutti coloro che ami, dovresti nasconderti, potrebbero catturarti per esaminarti, potresti diventare un fenomeno da baraccone, potresti non reggere la pressione ...”

“Mettimelo !”

“C’è un’altra cosa che devi sapere. Se io morissi e tu indossassi l’anello moriresti anche tu”

“Mettimelo !”

“E se tu mi tradissi emetterebbe delle scariche così forti da ucciderti”

“Mettimelo !”

“Hai capito cosa ho detto ? Saresti condannato a stare con me per sempre !”

“Allora condannami, perché stare con te per sempre è esattamente ciò che desidero”

“Sei sicuro ? Forse è meglio se ci dormi un po’ su. È una decisione importante. Gli anelli non sono stati creati solo per far vivere i midgardiani di più, ma anche per impedire che fossero spaccati a metà dai loro amanti non midgardiani in ... ehm certi contesti ...”

Stark si era illuminato realizzando di quali contesti Loki stesse parlando.

“CONTESTUALIZZAMI LOKI ! CONTESTUALIZZAMI SUBITO !”

L’alieno gli aveva infilato l’anello recitando la formula “Se io vivo, tu vivi. Così giuro sul Sole. Se mi rispetti, ti rispetterò. Così giuro sulla Luna. Io Loki dono a te Anthony la mia protezione. Così giuro sul sacro Yggdrasil. Uniremo le nostre anime, i nostri cuori e i nostri corpi fino all’ultima notte dei Nove Mondi. Tu sei mio e io sono tuo. Da questo momento per sempre”

Tony aveva sentito un leggero formicolio lungo il braccio. 

Non sapeva se era dovuto all’anello o alle parole.

Aveva fissato la sveglia sul comodino. Segnava le ventitré. 

Fuori era scoppiato un violento temporale. Ed erano passate centocinquantasette ore esatte da quando Padre Tutto aveva spoilerato il loro matrimonio.

*Odino ha detto che ci saremmo sposati alle undici e che avrebbe piovuto !*

“La prima parte è completata. Non sei costretto a procedere con le altre se non te la senti”

“Se andiamo avanti saremo sposati ?”

“Sì, anche se dubito che quaggiù sarebbe ritenuto un matrimonio valido”

“Meglio, così ti sposo due volte !” aveva ammiccato il non-più-così-tanto-midgardiano.

“Devi ripetere la stessa formula. Aspetta, te la scrivo” 

L’aveva scritta e Stark l’aveva letta. Alla fine Loki aveva aggiunto 

“Ora dovresti infilarmi un anello, ma non penso tu ne abbia uno a disposizione”

Tony era uscito di corsa ed era tornato con un anello di plastica verde che aveva tolto dal collo di una bottiglietta d’acqua “È il pensiero che conta, però se non ti piace ti porto in una gioielleria, anzi ne compro una intera solo per te” e gliel’aveva messo al dito, dove era mutato in una veretta identica alla sua con degli smeraldi al posto dei rubini.

“Oh !”

In quel preciso istante c’era stato un CLINK. 

Avevano abbassato lo sguardo. La cavigliera si era sganciata.

“Non avrebbe dovuto rimanere al suo posto finché Thor non fosse tornato a prenderti ?”

“Mi legava a te, ma ora che mi sono volontariamente legato a te non ha più motivo di esserci”

“E ora come procediamo ?”

“Dobbiamo accendere tre candele”

C’era stato un tuono ed era saltata la corrente.

“Casca a fagiolo” dopo averle accese e aver recitato un’altra formula Tony aveva domandato impaziente “Manca ancora molto ?”

“Gli sposi devono incidere le loro iniziali su un sasso e lanciarlo in uno specchio d’acqua”

Tony era andato di nuovo in cucina ed era ritornato reggendo una pentola piena fino all’orlo. 

“Ecco lo specchio d’acqua” 

L’aveva posata a terra e con un coltellino aveva inciso le loro iniziali su una saponetta rosa.

“L.A. come Los Angeles, forse è un segno. Magari dovremmo trasferirci lì, nella città delle star !” e aveva lanciato la saponetta nella pentola SPLASH “Canestro al primo tentativo ! Sono un campione ! Ed era un tiro da tre punti !”

“Adesso prendi una scopa e posala per terra. Dobbiamo saltarla”

“Un aspirapolvere va bene uguale ?” e ne aveva adagiato uno sul pavimento. 

Loki l’aveva trasformato in una scopa.

Spiccato il salto aveva aggiunto “Va creato un cerchio con dei petali oppure con dei sassolini”

Il genio era filato sul tetto a procurarsi petali, sassolini e pure qualche fogliolina dalle piante mezze moribonde che vi si trovavano. Realizzato il cerchio avevano recitato un’altra formuletta. Tonino non ne poteva più. 

“Abbiamo finito ?”

L’asgardiano aveva estratto un pugnale. 

“Dobbiamo bere. Prendi un calice. Uno solo per entrambi”

“Santa salsiccia, non dirmi che dobbiamo berci il sangue a vicenda !”

“No, di solito su Asgard si usa l’idromele. Tu che cos’hai a disposizione ?”

“Di alcolico ? Il mobiletto dei liquori è andato distrutto, ma JARVIS dovrebbe aver ricomprato tutto ...” ed era sparito per ritornare un paio di minuti dopo con un bicchiere che conteneva un liquido ambrato. Loki vi aveva infilato il pugnale e dopo averlo tolto gli aveva ordinato di bere metà contenuto, poi gliel’aveva preso e aveva mandato giù l’altra metà.

“Per le Norne ! È davvero forte ! Che cos’è ?”

“Un cocktail di mia invenzione : gin, brandy, cognac, birra e vodka ... ehi stai ondeggiando !”

“Io non sciò ondescianto ! Io sciono un dio, lo reg ... hic biene l’alcooool !” e aveva perso l’equilibrio o forse era svenuto, finendo con la faccia dentro il pentolone. SPLASH “Ahi ! I miei occhi ! Ho del sapone negli occhi ! Resterò cieco per sempre !”

Il lato positivo : la sbornia gli era passata in un lampo (umorismo involontario).

Il lato negativo : aveva ricoperto Tony di insulti dicendo che era tutta colpa sua.

Per fortuna era bastato tamponargli il viso con una salvietta umida perché tornasse a vederci di nuovo. Gli occhi erano parecchio arrossati, ma presto sarebbero tornati come prima. “Non dovrò usare una benda come Padre ! Sono felice !”

“Risolto questo problema c’è qualcos’altro che deve essere fatto per concludere la cerimonia ?”

“Sì, c’è un’ultima cosa”

“Ti prego dimmi che dobbiamo solo firmare delle carte !”

“Non si tratta di firmare delle carte. La burocrazia è una cosa tipicamente midgardiana”

“Ti prego non dirmi che dobbiamo sgozzare una pecora !”

“Non dobbiamo sgozzare una pecora. Non siamo così brutali”

“Di che si tratta ? Sinceramente speravo che il matrimonio asgardiano durasse molto meno”

“Per essere ritenute valide le nozze devono essere consumate”

“Sono necessari dei testimoni ?”

“No”

“Dobbiamo recitare altri versi ?”

“No”

“Dobbiamo aspettare la luna piena, l’alta marea o una stagione particolare ?”

“No, però se ti senti stanco possiamo rinviare a domani mattina. Non c’è fretta”

“NON C’È FRETTA ?!? STAI SCHERZANDO ?!? ASPETTO QUESTO MOMENTO DALLA PRIMA VOLTA CHE TI HO VISTO !” e l’aveva sollevato portandolo in spalla fino in camera sua. Sì, c’era un letto anche nella stanza in cui si trovavano, ma era un letto singolo e poi si era ripromesso che lo avrebbero fatto sul suo king size nuovo quindi doveva essere così.

Mentre lo adagiava sul materasso si era reso conto che aveva avuto la forza di sollevarlo. 

Gli piaceva da matti questa novità.

“Dal primo giorno, quando sono apparso nudo nella tua sala riunioni ?”

“No, da quando ti ho visto a Stoccarda”

“Anch’io sono rimasto colpito dalla tua entrata in scena e non solo perché mi hai sparato”

“Senti, che ne pensi se lasciamo perdere i preliminari e passiamo subito all’azione ?”

“Penso che sarebbe il caso visto che finora abbiamo “preliminato” per trecentosedici ore”

“In effetti queste due settimane non sono state altro che dei lunghissimi prelimina ...”

Aveva ricevuto un morso sul labbro.

“Basta parlare ! KNULLE MEG ANTHONY !” 

L’Avenger si era zittito di colpo, mentre Tonino cantava a squarciagola saltellando per la felicità. 

I vestiti di entrambi erano finiti alla rinfusa sul pavimento. 

Il suo sposo era così caldo, così perfetto, così ... suo.

La luce era tornata, permettendogli di vedere il corpo nudo sotto di sé. 

Uno spettacolo da applausi. 

“Vuoi che la spenga ?”

“No, lasciala accesa. Voglio guardarti negli occhi mentre perdi il controllo, blatta ripugnante !” (diciamo che Loki doveva rivedere il concetto di “nomignoli affettuosi”). Tony aveva sorriso, solleticando uno dei punti più sensibili del dio, che si era aggrappato alla sua schiena, posando il viso nell’incavo del suo collo e mugolando parole sozze in norvegese.

Il miliardario non riusciva a credere che stesse succedendo. 

Possibile che non ci fossero interruzioni come le altre volte ?

E nemmeno a farlo apposta si era sentita forte e chiara la voce di JARVIS. 

“Signor Stark, ha una visita”

“SONO OCCUPATO ! E POI CHI È CHE ROMPE A MEZZANOTTE ? UN VAMPIRO ?”

“Non ha presentato le sue generalità, ma non credo sia un vampiro, signore”

C’era stato un boato e Tony aveva sentito delle gocce sulla sua schiena. 

“Grandioso. JARVIS ricordami di far aggiustare il tetto, mi sta piovendo addosso”

“Il tetto non presenta alcun tipo di cedimento strutturale, signore”

Loki aveva sbirciato ... cacciando un urlo.

“Oh così sulla fiducia ? Ancora non ho fatto nien ...”  

E improvvisamente era calato di nuovo il buio.

“Ehi Loke che cos’è questo odore ? Ehi ma dove sei finito ?”

La lunga attesa - "Gita spaziale"

 New York, lunedì Doveva essere un incubo. Non poteva essere capitato sul serio. Eppure c’era l’autopompa dei vigili del fuoco proprio all...