New York, venerdì
Si sarebbe vendicato. Aveva già delle idee.
Doveva solo aspettare che Loki si
decidesse a ritrasformarlo in un essere umano.
Ormai era un cane da più di
diciotto ore. A lui manco piacevano i cani. E ora era un cane.
Appena tornati a casa la sua padrona era tornata a essere un padrone e gli aveva preparato una sbobba puzzolente che si era rifiutato di mangiare ... finché non aveva capito che non sarebbe arrivato niente di meglio. Poi gli aveva lanciato una pallina incitandolo “Prendila Starki ! Su, non essere pigro, prendila !” per settordicimila volte.
Lo aveva tenuto in braccio mentre
sfogliava una rivista, grattandolo tra le orecchie quando girava pagina (e
quello doveva ammettere che era stato piacevole) e prima della nanna gli aveva
fatto il bagnetto con un maleodorante shampoo per cani, pettinandolo e
spruzzandogli anche uno spray antipulci. Come cuccia gli aveva piazzato una
coperta su un lato del letto e quando il neo canide vi si era acciambellato gli
aveva posato sopra una seconda coperta e messo accanto un osso di plastica
arancione e un pupazzetto che faceva SQUEAK quando veniva schiacciato.
Tony aveva gradito tutte quelle
attenzioni e il fatto di poter dividere il letto con il dio per un’intera
nottata, ma non erano quelle le attenzioni che avrebbe desiderato né era quello
il modo in cui avrebbe voluto dividere il letto con il dio.
A un certo punto gli era venuta sete ed era sceso dal materasso, scoprendo che accanto alla porta, lasciata aperta in modo che potesse zampettare in giro senza iniziare a uggiolare o a graffiarla, c’era la ciotola dell’acqua. Il Burlone aveva pensato a ogni cosa.
Era proprio un bravo proprietario ... e lui avrebbe voluto strozzarlo. Gli dispiaceva di non poterlo fare essendo al momento senza mani, ma appena le avesse riavute ...
Era stato troppo buono, troppo
ingenuo, troppo fiducioso, troppo arrapato.
Aveva riposto fiducia nel dio
delle Menzogne, si poteva essere più stupidi ?
Per la verità avendo letto una storia in un librone sulla mitologia norrena in cui Loki congodeva con un cavallo sfornando pure un puledrino e quindi si era chiesto se non l’avesse trasformato in cane per poter soddisfare la sua zoofilia. Ma non era stato così.
L’aveva trasformato in un cane
solo perché Odino non gli aveva mai permesso di tenerne uno.
“Mi ha sempre detto che non potevo prendere animali domestici perché ci sono già i suoi lupi e le capre di Thor, ma ora ho un cagnolino tutto mio ! Alla facciaccia tua vecchiaccio !”
Capre di Thor ? Tony aveva visualizzato il biondo versione pastorello.
Gli era sfuggito uno starnuto. Loki lo aveva stretto a sé riempiendolo di baci sul muso
(e doveva ammettere che anche quello era stato piacevole).
Sapeva che non sarebbe rimasto un
quattrozampe per sempre.
Point Break avrebbe costretto il fratellino a ritrasformarlo.
Forse a suon di martellate, ma l’avrebbe
costretto.
Nel peggiore dei casi sarebbe rimasto così per altri dieci giorni.
Nel migliore solo per pochi minuti ancora.
Durante la passeggiata aveva
cercato di “vendicarsi” tirando il guinzaglio all’inverosimile, ma aveva
scoperto che se ci provava lo raggiungeva una scarica elettrica. Il paparino ha
una lancia elettrica, il fratellone ha un martello elettrico e Loki ha un
collare elettrico ... chissà che cifre astronomiche hanno le bollette della
luce di casa Odinson !
Che poi ‘sto collare elettrico
mica lo aveva usato la prima volta con lui, poco ma sicuro.
Lui era solo il primo “cucciolo” sul quale lo usava. Lo aveva già collaudato con altri dei, maghi, nani, gnu o chissà cos’altro. Lo sapeva perché ci aveva sentito sopra l’odore di molti esseri. In quale modo lo avesse collaudato con loro quello era un altro paio di maniche. Sinceramente era un tema che non voleva approfondire.
Non aveva nemmeno potuto
vendicarsi costringendo la sua padrona a raccogliere i suoi bisognini.
Non riusciva ad avvertire alcuno
stimolo in tal senso.
“Non sforzarti Starki, ti ho
sigillato tutto l’apparato”
SIGILLATO ?!? Non faceva pipì
dalle quattordici del giorno prima. Stava per esplodere.
Un bulldog aveva cercato di morderlo, un pastore tedesco gli aveva annusato il sedere e un bovaro del bernese gli era salito sulla schiena per montarlo (ma la sua padrona lo aveva prontamente cacciato via). Era stato portato da un veterinario per un controllo.
“Il suo cane è assolutamente
normale, signorina” l’aveva rassicurata il dottore prima di chiederle il numero
di telefono sfoderando un sorriso smagliante.
“ASSOLUTAMENTE NORMALE ?!? IO ERO UN ESSERE UMANO FINO A POCHE ORE FA !” era sbottato Tony, ma gli erano usciti solo dei “Wooff wooff” ai quali il professionista aveva replicato con un
“Oh quant’è
carino ! Anche se mai quanto te !”
Le aveva detto che stava per
tenersi una gara di agility dog al parco.
“E non è che potresti mollare tutto per ... venire con me ? Se capisci cosa intendo ...” aveva domandato il re, no la regina delle Malizie, sbattendo le lunghe ciglia.
Il tizio non se l’era fatto ripetere due volte. Aveva chiuso l’ambulatorio e li aveva accompagnati al parco, riempiendo Loki di complimenti e sbavando senza pietà.
In effetti con quell’aspetto non
passava di certo inosservato. Esattamente come con l’altro.
Molti maschietti si giravano nella
sua direzione.
Starki, cioé Tony, se la rideva tra sé *Oh se solo sapeste ...*
Loki lo aveva iscritto alla gara e il suo primo impulso era stato quello di restarsene fermo immobile in modo da farle fare una figuraccia, poi però l’aveva avuto vinta il suo orgoglio perché se fosse rimasto fermo l'avrebbero tutti ritenuto un cane molto stupido e lui non voleva che gli altri lo pensassero stupido. Lui era un genio ! E così aveva saltato gli ostacoli, dribblato i paletti, era sceso dallo scivolo e si era infilato nei tunnel.
Non lo avrebbe mai ammesso, ma era stato divertente.
Di medaglie nemmeno l’ombra, del
resto era un cane da meno di tre ore e non poteva competere con gli altri che
invece erano cani dalla nascita, tutto quello che avevano ottenuto erano state
una coccarda e un attestato di partecipazione.
Il veterinario li aveva portati
fuori a cena o meglio aveva portato fuori “Lorna” (era il nome con cui si era
presentato il dio) e o guadagnava molto bene col suo mestiere oppure si stava
svenando per riuscire a portarla a letto.
Aveva scelto uno dei ristoranti
più costosi e rinomati della città.
“Ti accompagno a casa” aveva detto dopo aver pagato il conto. Lorna si era ficcata in bocca il dito con cui aveva ripulito il piatto della sua crema catalana e aveva mormorato, con la voce più da porca che Stark avesse mai sentito “Andiamo da te”, facendogli il piedino sotto al tavolo.
Erano saliti su un taxi. Il veterinario aveva dato il suo indirizzo all’autista, ordinandogli di andare il più velocemente possibile. Non erano ancora partiti che le era saltato addosso, baciandola.
Starki aveva abbaiato furente.
“Che cos’ha ? Non gli sono
simpatico ?”
“Oh lascialo perdere, è solo
geloso”
Starki aveva ringhiato, ma era stato ignorato. Tony era nero sia di pelo che di umore.
Si sentiva preso in
giro due volte : la prima per il fatto che era costretto a starsene in quella
forma animale senza riuscire a tornare umano o a farsi comprendere dagli umani
e la seconda perché era costretto ad assistere al flirtare continuo di quei
due.
Erano arrivati all’appartamento
del dottorino nel giro di pochi minuti (durante i quali avevano continuato a
limonare selvaggiamente senza badare alle proteste del cane). Loki era ancora
eccitato dalla faccenda del budino che aveva leccato via dalla faccia del
mortale e in cerca di una valvola di sfogo aveva deciso che il veterinario
poteva fare al caso suo.
Quest’ultimo aveva puntato subito
verso la camera, infilandole le mani sotto la gonna.
A quella vista Starki non era più
riuscito a trattenersi e gli aveva addentato un polpaccio.
“WUUUUUUFFFFFF !!!” = “IO TI
SBRANO ! LOKI E’ MIO ! GIU’ LE MANI ! MIO ! MIO ! MIO !”
“Ahia ! Mi ha morso !”
“Te l’ho detto che è geloso.
Fortuna che dai controlli che hai fatto risulta non avere la rabbia” aveva
risposto “lei”, che però sotto sotto gongolava davanti a quella dimostrazione
di possessività da parte dell’Avenger formato cane.
“Già, è una fortuna. Te l’ho detto
che sei bellissima ?”
In quel momento Lokino aveva voluto dire la sua
“Che ci facciamo qui con ‘sto tizio ? Noi vogliamo
Tony !”
Sentendogli ammettere tale verità in modo così disarmante Loki aveva cominciato a colorarsi di rosso sulle guance e il veterinario aveva equivocato pensando stesse arrossendo per lui.
“Oh stai arrossendo ! Sei così
dolce, mi fai impazzire, piccola” e aveva cercato di baciarla di nuovo, ma “Lorna”
era sgusciata fuori dalla sua portata, con l’intenzione di andarsene da quel
posto il prima possibile. Perché voleva Tony.
“Non chiamarmi “piccola” !”
Naturalmente il veterinario non poteva sapere che quello era un tasto dolente.
Essendo stato abbandonato in
quanto troppo minuscolo per gli standard del suo popolo Loki diventava furente
se qualcuno lo chiamava “piccolo”.
“Cosa c’è ? Fai la ritrosa ? Mi
piace !”
“Senti non sto giocando, voglio
andarmene e basta”
“Vuoi andartene ? Stai scherzando,
vero ? Non puoi lasciarmi proprio adesso, bambola !”
“Non sono la tua “bambola” !
Lasciami passare !”
“Ma che ti prende ? Ti sono venuti
all’improvviso degli scrupoli di coscienza ?”
“E se anche fosse ? Sono
liberissima di averne così come sono liberissima di andarmene !”
“Ah mi è tutto chiaro ... quanto
vuoi ?”
“Lorna” gli aveva rifilato una potentissima ginocchiata nelle parti basse, che lo aveva mandato a sbattere contro il muro che si trovava a sei metri di distanza.
“PER CHI MI HAI PRESO ?
IO NON MI VENDO !”
Lui non l’aveva sentita perché era
svenuto. O forse aveva battuto la testa ed era morto.
Cane e padrona erano tornati alla torre in mezzo secondo.
La magia era comodissima per viaggiare.
Loki aveva provveduto a nutrire la sua bestiolina e aveva cercato di placare il nervoso giocandoci insieme, ma quando si era seduto sul divano ne aveva ancora parecchio in circolo e ogni tanto sfogliava le pagine della rivista così forte da staccarle. “Uomini ... vogliono solo quello !” sbuffava riattaccandole con la magia e grattuggiando Starki tra le orecchie.
Prima di portarlo a nanna gli
aveva fatto il bagnetto, sia perché voleva essere il proprietario di un bel
cagnolino lindo, sia per poter toccare impunemente il corpo di Tony. E sì quel
corpo in quel momento era quello di un cucciolo, ma lui sapeva che in realtà si
trattava di Tony e per il momento si sarebbe accontentato. D’altra parte Tony
stesso il giorno prima lo aveva tenuto tra le mani mentre lui si trovava nella sua
forma di falco, quindi si trattava di pareggiare i conti.
Alle cinque di quella mattina Loki aveva indossato un completino da jogging (non aveva modificato il suo aspetto, convinto che a quell’ora non ci fosse in giro nessuno. Non era del tutto esatto, ma nessuno aveva badato a lui. In canotta, calzoncini e coda di cavallo il mancato conquistatore della Terra era decisamente meno appariscente) e lo aveva portato a correre.
“Devi muoverti un po’ Starki o rischi di somigliare a un barilotto !” lo aveva provocato.
Tornato alla base il dio si era
concesso un’abbondante colazione delle sue e una bella doccia.
Poi gli aveva comunicato che
stavano per uscire di nuovo, ma non per un’altra passeggiata.
“É ora che tu ti faccia rivedere
al lavoro”
Stark aveva uggiolato di gioia pensando che i suoi giorni da Starki fossero finiti.
Loki però non intendeva quello e aveva modificato il proprio aspetto ... diventando Tony Stark.
“Yuhuuuu guardatemi ! Sono il
grande Tony Stark ! Genio, miliardario, playboy, filantropo !”
“Io non parlo così !” aveva abbaiato il vero Tony.
“Io ho
un’armatura fantastica ammasso di cretini ! Inginocchiatevi o
vi ucciderò !”
“Ripeto : io non parlo così ! Questa è la mia versione psicopatica !”
“Io ho un dio nella mia torre e
voi no ! Loki è solo mio ! Loki è solo mio !”
“Ok questo l’ho pensato ... e abbaiato”
Alle otto in punto erano usciti e Tony trovava strano guardare in su e vedere se stesso.
Si erano fermati davanti a una
cabina fotografica.
Il falso Stark si era tastato la giacca “Perfetto ci sono degli spiccioli !”
[sarebbe stato il colmo se con le sembianze di un miliardario non ne avesse avuti]
Lo aveva preso in braccio e si
erano accomodati all’interno.
Dopo aver tirato la tenda e
inserito le monetine Loki era tornato al suo solito aspetto.
“Sorridi Starki ! Cheeeeeeeesecaaaaaaaake !” c’era stato un lampo e poi la voce registrata aveva detto che dovevano recuperare le foto all’esterno. L’asgardiano però era rimasto al suo posto, aveva inserito altri centesimi nella fessura e aveva sentenziato
“Sorridi di nuovo Starki ! Creeeeeeeeme carameeeeeeeeel !”
Prima di uscire si era ritrasformato nell’Uomo di Ferro.
Aveva recuperato le due striscioline e le aveva infilate in tasca spiegando “Una è per me e una è per te. Così avremo entrambi dei ricordi di quando eri un tenero botolo peloso !”
“Woooff wooff woooff woooff !”
= “Non voglio ricordi di questa
mia condizione ! Fammi tornare umano !”
“Shhhhh ! Non abbaiare ! Disturbi
la quiete pubblica ! Non voglio si dica che il mio cane è maleducato ... ehi
hai visto ? Qualcosa si è arrampicato su quell’albero ! Potrebbe essere uno
scoiattolo ... no è un gattino ... e io lo voglio !”
Fedele al suo motto “Quando voglio
qualcosa me lo prendo” (che ha la variante “Quando voglio qualcosa pianto rogne
finché non la ottengo o finché non arriva qualcuno a pestarmi o a tirarmi
addosso un martello”) era a sua volta salito con pochi balzi in cima alla
pianta, per poi ridiscenderne tenendo per la collottola un soffiante micio
bianco e nero.
“Ma sei un amore ! Senza offesa
Starki, ma i gatti mi piacciono molto più dei cani !”
“E chissà come mai ...”
“Ce l’hai un nome bel micetto ?”
Il felino aveva risposto graffiandogli la faccia, era stato mollato per terra di colpo e appena toccato il suolo si era dato alla fuga veloce come il vento, mentre Starki rideva (o meglio ci provava) e lo stregone sotto mentite spoglie urlava “BESTIA DI SATANA !”
“No, non penso che quell’adorabile creaturina si chiamasse così ...”
“Tony che succede ? Sei stato attaccato ?” aveva chiesto una voce allarmata. Si erano girati e avevano visto Barton, in tenuta da combattimento pronto all’azione con il suo arco e le sue frecce, intento a camminare verso di loro con aria preoccupata.
“Sono stato attaccato da un gatto,
agente. Non è niente per cui tu debba intervenire”
“Agente ? Da quando sei così
formale ?”
“Ho avuto una brutta giornata
oggi”
“Sono soltanto le otto. Che ti è
successo di tanto brutto questa mattina ?”
“Una tragedia : nel mio
frigorifero non ci sono più budini !”
“Questo è vero. Non ce ne sono più perché tu te li sei pappati tutti !” aveva guaito Starki.
“Questo cane sembra avercela con
te. Gli animali hanno deciso in massa di odiarti oggi”
“Tutta invidia. Ci sono anche gli
altri in giro ?”
“Sì, stiamo pattugliando la zona. Non hai ricevuto la telefonata di Fury ?”
“No, ho avuto dei problemi con il telefono”
Barton lo aveva fissato sempre più perplesso, per poi abbassare lo sguardo su Starki.
“Ehi questo cane ti somiglia, ha il pizzetto come te !”
“Buffa coincidenza ! Che è successo ?”
“Loki è stato
visto a Central Park alle prime luci dell’alba. Stava correndo e non per
scappare da un fratello martello munito, ma per fare jogging ! Ti rendi conto ?
Loki fa jogging !”
“E come pensavate che lo
mantenesse quel suo fisico da urlo ?”
“Puoi ripetere ?”
“Tiene molto alla sua forma fisica. Lo sappiamo che desidera apparire al meglio”
“Hai ragione è proprio una diva !
Comunque alcune telecamere lo hanno ripreso. Era proprio lui e tieniti forte :
indossava dei calzoncini fucsia ! Loki sculetta per New York con addosso dei
calzoncini fucsia ! Ci siamo spanciati tutti vedendolo !”
“Il fucsia è un colore che mi do ... che mi domando come mai non ci sia nel mio armadio !” si era corretto in fretta il falso Stark. Clint lo aveva fissato confuso, poi lo aveva salutato ed era andato via perché doveva fare rapporto con Natasha.
Ora ogni essere dotato di buonsenso sapendo di essere ricercato avrebbe deciso di nascondersi e Starki pensava che il Burlone avrebbe fatto dietrofront, tornando alla torre, ridando a lui il suo aspetto umano e assumendo per sé quello di cocorita, criceto o qualsiasi altro animale che non potesse suscitare sospetti. Ma Loki non era “ogni essere”.
E forse non sapeva nemmeno cosa fosse il “buonsenso”. E così ripentendosi mentalmente *Io voglio essere Stark ! Io voglio andare nel suo ufficio ! Io faccio quel che voglio !* aveva chiamato un taxi e vi si era fatto portare. Con il vero Tony Stark versione palla di pelo al seguito.
La segretaria non si aspettava di
vedere il suo capo. Di solito lui prima di capitare lì la avvertiva con uno
squillo in modo che potesse porgergli il caffé e i giornali non appena varcava
l’ingresso. Inoltre da quando era diventato Iron Man aveva delegato quasi tutto
a Pepper e passava più tempo in officina a costruire e saldare le armature che
a dirigere l’azienda.
“Signor Stark ! Non ero al
corrente del vostro arrivo ...”
“Ho deciso di fare un’improvvisata, donna” logicamente Loki non ne sapeva il nome.
Poco male perché spesso anche il vero Tony Stark chiamava “donna” le sue dipendenti visto che tendeva a confonderne i nomi con quelli delle sue amanti. E a volte aveva avuto dipendenti che erano state anche sue amanti. Quelle le chiamava “ragazze”.
“Ma lei ha un cane ! I cani qui
non possono entrare !”
“Chi è il proprietario di questo
posto ? Se dico che può entrare con me, lui entra con me !”
“Le ricordo che esiste un regolam
...”
“IO SONO ANTHONY EDWARD STARK E
FACCIO QUEL CHE VOGLIO ESECRABILE FEMMINA ! INGINOCCHIATI O TI LICENZIO !”
La poveretta, temendo di perdere l’impiego,
si era inginocchiata all’istante.
Soddisfatto, il dio aveva preso l’ascensore ed era salito al piano in cui si era palesato (nudo e invisibile) quel lunedì. Un impiegato lo aveva fermato davanti al distributore automatico.
“Buongiorno signor Stark. Un caffé ?”
“Io non bevo caffé. Questo
apparecchio distribuisce frullati alla vaniglia ?”
“No, ma allora dillo che vuoi farti sgamare !” aveva strepitato Starki.
“Frullati ? No ... si sente bene ?
Sembra diverso”
“Mai stato meglio ! Ora spostati schiavo, devo andare nel mio ufficio” e si era incamminato verso la porta dalla quale aveva fatto correre via urlando un giapponese in fiamme
(che per la
cronaca aveva riportato solo scottature superficiali).
“Signor Stark il suo ufficio è al
piano di sopra !”
“Che stai dicendo, meschino
sottoposto ? Lunedì scorso ho intrattenuto tre giapponesi laggiù !”
“Quello non è il suo ufficio, è la
sua sala riunioni. É davvero sicuro di non avere la febbre ?”
Dopo aver rassicurato il “misero subalterno” sulle sue condizioni di salute il falso Tony aveva salito una rampa di scale. Trovare l’ufficio giusto non era stato difficile visto che sulla porta aveva una targhetta col nome. Era entrato e aveva curiosato dappertutto, tirando fuori fascicoli dallo schedario, consultando l’agendina che si trovava in uno dei cassetti e sfogliando alcuni libri tirati giù dalle mensole (aprendone uno ne era uscita una copia di un giornaletto con donnine discinte che si era posata sui suoi piedi. Lui aveva riso, Starki invece si era vergognato).
Poi aveva fissato il computer e
gli aveva detto “Accenditi”. Non era successo nulla.
“Accenditi stupida macchina !”.
Ancora nulla.
“Uhm forse ci sono, bisogna schiacciare un tasto ...”
Aveva pigiato tutti quelli della tastiera.
Niente.
“C’è una combinazione specifica vero, Starki ?”
Era tornato a fare dei tentativi pestando sui tasti. Nada.
“MUAAAAAAAARGH !” aveva sbottato
colpendo (per sbaglio) con una pedata l’accensione. Musichetta e logo colorato.
“Loki regna !” aveva gioito lo
jotun ... per poi scoprire che serviva una password.
“Proviamo con la tua data di
nascita. Ho qui in tasca la tua carta d’identità”
ACCESSO NEGATO
“Proviamo con la data del tuo
rapimento in Afghanistan. Me l’hai detta tu”
ACCESSO NEGATO
“Proviamo con la data del giorno
in cui ci siamo incontrati a Stoccarda”
ACCESSO CONSENTITO
Si era abbassato a guardarlo.
“Sentimentale !”
Quando era apparsa l’immagine del desktop era rimasto di stucco.
Era una sua foto. Riconosceva lo sfondo : la torre. L’Avenger aveva estrapolato quel fermo immagine dalle telecamere di casa sua e lo aveva impostato in modo da vedere il dio degli Inganni ogni volta che accendeva il computer.
Lo aveva fissato di nuovo.
“Parecchio sentimentale !”
Aveva capito come fare a usare il
mouse e cliccato sulle varie icone.
Dopo aver trovato i giochi aveva
passato un’oretta tra campo minato e solitari.
All’improvviso la porta si era aperta.
“Tony ti senti bene ? Mi hanno detto che sembri strano”
Pepper.
Loki non l’aveva mai vista, ma aveva notato che Starki aveva drizzato le orecchie quando era entrata e di conseguenza capito che doveva essere la famosa Pepper alla quale aveva augurato il colera. Come doveva gestirla ? Uhm e se l’avesse lanciata dalla finestra ? No, sarebbe stato ripetitivo. Delle cariche esplosive ? Un bel falò ? Poteva ipnotizzarla e convincerla ad harakirizzarsi ? O sarebbe stato meglio liberarsene con un secco taglio della gola ?
“Tony che cos’hai ? Perché non mi
rispondi ?”
“Zitta, lurida concubina ! La mia
mente eccelsa è al lavoro !”
Si era beccato uno schiaffone in
faccia.
“E dopo questo direi che tra noi è
decisamente finita per sempre !” aveva dichiarato la donna andandosene furiosa.
Nonostante la botta (*Perché piglio sempre sberle dalle midgardiane ?*) Loki era felice.
Ora Tony poteva
essere solo suo !
Aveva spento il pc o meglio aveva
urlato finché non era arrivato qualcuno a spegnerlo, che l’aveva guardato come
se avesse perso il lume della ragione perché era assurdo che uno come Stark,
che aveva trovato un nuovo elemento chimico e costruito il primo androide
praticamente in culla, non si ricordasse come spegnere un computer.
Rimasto solo si era messo a girare
in tondo sulla sedia.
“Che forza ! Questo sì che è un trono divertente ! Ed è molto più comodo di Hliðskjálf ! Io è da secoli che provo a dire al vecchiaccio che ci vorrebbero dei cuscini, ma lui ogni volta che apro bocca mi urla contro ! Oh ma ha pure le rotelle !”
Si era bloccato perché gli era venuta un’idea. Alzatosi era uscito dall’ufficio portandosi dietro sia Starki che la poltroncina (che aveva infilato in ascensore con loro e spinto lungo l’atrio dell’ingresso sotto gli occhi perplessi di Bunny). Poi, dopo averla lasciata nel piazzale era tornato su e aveva bussato a tutte le porte.
“TUTTI GIU’ IN CORTILE PER IL GIOCO DEI TRONI !”
Tutti erano scesi, portandosi
dietro le loro seggiole (sotto gli occhi ancor più perplessi di Bunny) e le
avevano messe allineate alla sua. Il falso Tony, accomodandosi, aveva fatto
segno loro di tenersi pronti. Si erano seduti a loro volta.
E poi aveva urlato “UN DUE TRE ... PER MEEEEEEEEEE !!!” ed era partito dandosi una spinta con tutti gli altri dietro. Starki osservava la scena molto combattuto.
“Mi sta facendo passare per
un demente ... però è uno spasso !”
Tagliato il traguardo il dio aveva
trovato un minuscolo coccio e si era illuminato.
“Cambiamo gioco, mor ... moralmente ineccepibili lavoratori !”
E aveva tracciato grossi segni per
terra con quell’improvvisato gessetto, mentre i dipendenti di Tony sussurravano
tra loro “Crisi di mezz’età. Te l’ho detto che avrebbe colpito anche lui”.
Starki aveva osservato il dio che saltellava nei suoi panni giocando a campana.
Questo era stato troppo.
“Signor Stark il suo cane sta
soffocando !”
“Allora è meglio se lo porto subito dal veterinario !” aveva risposto lo stregone afferrando il cane e correndo via. Fuori dal cancello si era teletrasportato in mezzo a una foresta e lì aveva ridato a Tony il suo aspetto umano.
Stark, quello vero, si era rialzato in piedi (e indossava di nuovo i vestiti del giorno prima che ora apparivano molto sgualciti) e lo aveva guardato con aria di sfida.
Per la prima volta riusciva a
fissare quel pazzo negli occhi senza dover alzare la testa.
Doveva ammettere però che gli
sembrava allucinante parlare con un altro se stesso.
“Ma come ? Non dovevi portarmi dal
tuo bel veterinario ?” lo aveva provocato.
“Io da quel maiale non ci torno. E
poi lo so che stavi ridendo e non soffocando. Su, adesso iniziamo la lezione
del giorno”
“La lezione del giorno ?!? Secondo
te io ho voglia di insegnarti qualcosa dopo che mi hai trasformato in un cane,
costretto ad assistere ai tuoi amoreggiamenti e fatto fare la figura di uno
appena scappato dal manicomio ?!?”
“Sì”
“E invece no ! No, un corno ! Anzi
due, così sei più a tuo agio !”
“Dirò a Thor che non hai voluto
prendere seriamente il tuo impegno. Potrebbe arrabbiarsi molto”
Tony aveva incrociato le braccia “Mi stai minacciando ? “Se oggi
non mi insegni nulla lo dico al fratellone buuuuuuuh !” ma quanti anni hai,
sette ?”
“Non si chiede l’età a una
divinità, maleducato !”
“Sono rimasto a quattrozampe per quasi un giorno intero e ricevo anche degli insulti !”
"Chiedigli se se la sente di rimettersi a quattrozampe per noi, stasera"
*ZITTO LOKINO !*
“Fammi sapere quando hai finito di
lamentarti così possiamo cominciare la lezione”
“Sei sordo ? Ti ho detto che non
ho nessuna voglia di ...”
“TU SEI IL MIO INSEGNANTE E QUINDI DEVI INSEGNARMI QUALCOSA !”
Il vero Stark aveva mollato un ceffone al suo sosia.
Era stato assurdo colpire qualcuno identico a se stesso.
“Vuoi una lezione ? Bene, avrai
una lezione ! Te la darò molto volentieri !” aveva attivato i bracciali e
mentre i pezzi dell’armatura scendevano dal cielo aveva continuato “Non so come
funzioni il sistema scolastico su da voi, ma da noi ci sono anche le ore di
Educazione Fisica. Vediamo di fare un po’ di moto per non rimanere dei
“barilotti” !”
“Che c’è ? Prenderle da mio
fratello non ti è bastato ?”
“Silenzio
in aula ! Titolo della lezione : “Mai far arrabbiare
Tony Stark !””
Loki era tornato se stesso, a sua volta in tenuta da combattimento con tanto di elmo e dopo aver afferrato un bastone lo aveva reso dorato mutandolo in uno scettro.
“Pronto a cominciare.
Quando vuole lei, maestro”
“E visto che abbiamo stabilito fin
dal primo giorno di avere un rapporto alla pari ...”
“... non userò alcun tipo di
magia. Lo prometto. Tanto non ne avrò bisogno, Lattina”
“Lieto che tu capisca le cose al
volo. Sei un bravo studente”
“Sono sempre stato il miglior
studente ! E poi io ti capisco meglio di tutti gli altri ... e lo sai”
“Basta parlare ! Combattiamo !
Prima le signore. Fai la tua mossa, Piccolo Cervo !”
E Piccolo Cervo gli si era scagliato contro con furia, mandandolo al tappeto e colpendolo ovunque col bastone/scettro, per poi afferrarlo per un piede e sbatterlo da una parte all’altra copiando quello che Hulk aveva fatto a lui. Infine gli si era parzialmente sdraiato sopra impedendogli di muoversi e battendo la mano a terra contando fino a dieci si era proclamato vincitore dell’incontro, si era alzato e aveva commentato sprezzante
“Lezione piuttosto breve oggi. E anche deludente”.
“Tu ... tu ... tu ...” aveva
cercato di insultarlo il midgardiano, ma gli mancava il fiato.
“Io, io io, stupendamente io !
Adesso devo dirti cosa voglio in cambio”
“Eh no ! Sono stato il tuo cane
per la miseria ! Non ti devo favori !”
“Ieri ho voluto che tu diventassi il mio cane. Oggi voglio qualcos’altro. E io ...”
“E tu ottieni sempre quello che
vuoi. Lo sanno anche i sassi ormai. Ma io non ci sto !”
“Ti rifiuti ? Non ho ancora detto
di che si tratta, potrebbe essere qualcosa di tuo gradimento !”
“Hai intenzione di chiedermi di
guardare mentre ti lasci esplodere ?”
“No”
“Perfetto, allora non è niente di mio gradimento !” e aveva distolto lo sguardo.
Loki era livido di rabbia quasi
quanto lui. Come osava un misero mortale dirgli di no ?
E senza averlo prima lasciato
parlare ! Gli ricordava Odino.
Aveva agitato una mano e l’armatura di Stark era sparita.
Aveva agitato l’altra ed erano spariti i
vestiti.
“Ehi ! Era questo quello che volevi ? Un mio spogliarello ?” aveva domandato il desnudo coprendosi con le mani Tonino (improvvisamente risvegliatosi di colpo per il fresco).
Loki aveva scosso la testa “No, ma visto che quello che avevo
in mente tu hai deciso di non volerlo fare senza nemmeno sapere cosa fosse ho
deciso di proporti qualcos’altro. Da qui alla torre sono sei chilometri. Ti aspetto a casa, Stark”
“Un momento ! Non vorrai farmi
percorrere tutta questa strada nudo e a piedi ?!?”
“Sono solo sei chilometri Stark.
Non è certo una maratona”
“MA SONO NUDO !”
“Nell’antica Grecia gli atleti
gareggiavano nudi alle Olimpiadi”
“Loki rivestimi subito ! Io sono
Tony Stark ! Sono un genio ...”
“... miliardario, playboy, filantropo. Lo sanno anche i sassi ormai. Ma io non ci sto !”
“Vuoi umiliarmi ? É questo che
vuoi ?”
“Voglio comprare dei budini per
rifornire il frigorifero vuoto. Credo che farò la spesa mentre tu ti avvii. La
direzione giusta è da quella parte. Pensi di tornare in tempo per la cena ? Se
non ci riesci ti terrò da parte gli avanzi. Magari qualche osso ?”
“LOOOOOOOOOOOKI !!!”
“Il mio nome è Loki con una o
soltanto. Lo dico sempre al beota biondo ... ah c’è una cosa che devi assolutamente sapere : ora non sei più sotto
alcun tipo di incantesimo”
“Questo lo so !”
“Perciò sai cosa significa. Lieto
che tu capisca le cose al volo”
“Smettila di rubarmi le battute e spiegami cosa vuoi ...”
Un rumoraccio dal suo stomaco. E poi un altro.
“Le tue funzioni digestive non sono più bloccate”
“E mi hai portato in mezzo al
nulla ?”
“Potresti sempre metterti a
correre in cerca del bagno più vicino invece di perdere tempo ad arrabbiarti
con me” aveva replicato il dio, mentre un alone verde lo circondava e poi aveva
aggiunto, ponendosi una mano aperta vicino a un orecchio “Non sento alcun tipo di esulto”
“Chi mai dovrebbe esultar ... ohi ...” aveva provato a domandare Tony.
“Il suolo. Non tutti i suoli
possono vantarsi di essere stati baciati da un omuncolo inscatolato”
“Ti ho detto che devi smetterla di rubar ... oh no ... ti odiooooooo !!!”
Tony era corso dietro il cespuglio più vicino in preda a delle fitte tremende.
“E io ti ho detto che so
riconoscere le bugie. E quindi lo so che non mi odi affatto. A più tardi” lo aveva salutato Loki, sparendo in un alone verde chiaro.
Sbrigate le sue faccende cespugliose Stark si era creato una gonnellina di foglie e rametti, l’aveva indossata e aveva cominciato la sua avanzata verso la torre.
Lungo la strada aveva trovato un bidone della spazzatura, aveva preso il coperchio e l’aveva usato per coprirsi ulteriormente (*Ho uno scudo come Cap !* era stato il suo unico pensiero privo di parolacce rivolte a un dio delle Malefatte. Ne avrebbe rivolte molte di più verso se stesso se avesse saputo che Loki, strafelice per aver finalmente avuto un cucciolo, voleva ringraziarlo con un bacio. E lui non lo aveva lasciato parlare e aveva detto di no a priori. Peggio, aveva detto che di sicuro non poteva trattarsi di qualcosa di suo gradimento. Morale della favola : anche i geni sanno essere terribilmente stupidi).
Tony era talmente arrabbiato che si era dimenticato un dettaglio tutt’altro che insignificante : Loki non poteva ritornare alla torre senza di lui. Quella cavigliera lo costringeva a stargli vicino. Aveva mentito dicendogli che lo avrebbe aspettato a casa.
Si era solo
reso invisibile e camminava qualche passo più indietro.
*Oh andiamo Anthony, sono il dio delle Menzogne, non puoi essere così deficiente da credere alle mie parole ! Per la miseria, metti da parte il tuo orgoglio e alza quel braccio ! Voglio solo sentirti chiedere scusa ! E poi voglio baciarti ! E portarti a letto !*
Stark si sentiva osservato e non capiva perché.
Continuava a voltarsi, ma alle sue spalle non c’era nessuno.
Finché, giratosi per la
milionesima volta, qualcuno era apparso.
“Fermo dove sei ! Ti dichiaro in arresto !”
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