lunedì 27 maggio 2024

La lunga attesa - Uva, sushi ed erotismo

 New York, lunedì ore 18:00


Tony aveva camminato su e giù lanciando anatemi contro biondi pseudo surfisti alieni che volavano via lasciando i propri fratellastri mentalmente instabili sul gobbone di “poveri” miliardari, geni, playboy e filantropi. Lo aveva fatto sia per sfogarsi sia per scaldarsi perché con la finestra rotta nella stanza entrava un vento sferzante.

“E se a “Sono un opossum” venisse di nuovo lo sghiribizzo di buttarmi di sotto ?”

Insegnante. 

Thor voleva che lui facesse da insegnante a Loki per fargli scoprire le bellezze di Midgard.

Forse era il biondo il più pazzo tra i due. 

Stark si era chiesto che razza di educazione avesse dato loro Odino. D’altra parte che razza di educazione poteva trasmettere ai propri figli un tizio che secondo la mitologia norrena si era volontariamente cavato un occhio e impiccato a un albero per “diventare più saggio” ?

Aveva fissato il corpo inerme sul pavimento. 

Avrebbe potuto buttarlo lui dalla finestra questa volta.

Sapeva che non sarebbe morto, ma almeno sarebbero stati pari.

“Cosa diavolo posso fare con te in queste due settimane ?!?” gli era sfuggito a voce alta.

“Vuoi che ti dia dei suggerimenti ?” aveva risposto il dio mettendosi seduto 

“Il beota biondo ci ha lasciati ?”

“Sì il beo ... Point Break ci ha lasciati. Siamo rimasti solo tu e io”

“E la cosa ti spaventa o ti eccita ?”

“Io non ho paura di niente”

“Quindi ti eccita. Perfetto, piazzerò degli incantesimi alla porta della mia stanza in modo che tu non possa avvicinarti a me per “attentare alla mia virtù”. Ora andiamo” e si era alzato.

“Significa che verrai a stare alla torre con me ? Non puoi trovarti una stanza in un albergo ?”

“La mia voglia di stare con te è pari alla voglia che hai tu di stare con me. Non ho scelta”

“Come sarebbe a dire che non hai scelta ?”

“Non l’hai notata ? Mi domando cosa stessi fissando ...” e si era sfilato lo stivale destro.

Portava una sottile cavigliera argentata. Quando lo aveva visto nudo il Vendicatore non si era accorto della sua presenza. La sua attenzione era stata catturata da ben altro ...

“E non soltanto la tua attenzione, amico !” gli aveva ricordato Tonino con un occhiolino. O almeno Tony aveva interpretato come un occhiolino quella specie di pizzicotto che aveva sentito nelle parti basse. Il modo migliore per trarsi d’impaccio e non passare per pazzo era ignorarlo. 

“Gran bel gioiellino ! Mi riferisco alla cavigliera”

“E di quale altro gioiellino avresti dovuto parlare ? Ah, ma sei proprio un vecchio sporcaccione !”

“Non sono vecchio. Tecnicamente sono molto più giovane di te. Tu hai l’età di una mummia !”

“Ignorante. Le mummie sono molto più antiche del Sottoscritto. E molto meno in forma”

“E non sono ignorante ! Sono una delle menti più brillanti presenti su questo pianeta !”

“Povero pianeta” aveva ribattuto l’alieno sarcastico rimettendosi lo stivale.

“E non sono neppure uno sporcaccione ! Io mi lavo ! Ci tengo alla mia immagine pubblica !”

“Sai benissimo che il mio commento non era riferito alla tua igiene personale”

“Quel che combino nei miei momenti privati e con chi lo combino è top secret”

“Ma se le tue storie vengono spiattellate su tutti i giornali di Midgard con tanto di dettagli !”

“Tu che ne sai ? Hai letto i gossip su di me ?”

“Dovevo pur informarmi sulla persona che sarebbe stata il mio maestro”

“E dovevi per forza informarti sulla vita sessuale del tuo maestro ?”

“Non è colpa mia se fai parlare molto di te per quell’aspetto della tua patetica esistenza”

“Se avessi letto davvero con attenzione non la definiresti “patetica”, ma “creativa” !”

“Niente che io non abbia già sperimentato secoli orsono. E ti manca la copula con un cavallo”

“Credo che continuerò a farmela mancare”

“Secondo me dovresti provarla. É un’esperienza catartica che ti può aprire nuovi orizzonti”

“Secondo me invece è un’esperienza che ti può aprire e basta. E non ci tengo a sperimentarla”

“Neanche con un pony ? Sanno essere più delicati, sono perfetti per chi non è abitua ...”

Tony era sbottato infastidito indicando verso il basso “Puoi smetterla di parlare di quanto sia bello fare sesso con gli equini ? Dimmi che roba è quella cavigliera !”

“É stata trattata da Padre. Non si toglie. Posso stare in una stanza diversa, non saremo obbligati a usare il bagno insieme se è questo che ti preoccupa, ma non posso rimanere in un luogo in cui non ci sei anche tu. Sono costretto a seguirti”

“Scusa, ma non ti credo. Tu sei famoso per raccontare panzane. Resta qui. Addio”

E con queste parole il mortale si era infilato la giacca, era uscito dalla porta, aveva preso l’ascensore e aveva messo piede fuori dalla sede newyorchese delle Stark Industries. Aveva appena raggiunto la sua bimba pregustando il sapore dello champagne che avrebbe bevuto alla torre per essersi liberato del dio delle Malefatte senza spargimenti di sangue quando il suddetto dio delle Malefatte era caduto giù in picchiata schiantandosi sul tetto della sua auto.

Lui aveva riportato solo un paio di graffi, lei era rimasta accartocciata. 

Tony aveva rischiato un infarto.

“Tu ... razza di ... me l’hai uccisa ! Hai ucciso la mia Rosemary !”

“Nulla che non possa sistemare” e agitando la mano l’aveva fatta tornare come nuova.

“Si può sapere perché ti sei buttato nel vuoto ?”

“Non mi sono buttato. Tu sei uscito dal palazzo e io ho dovuto seguirti”

“Hai dovuto ?”

“Ho dovuto. D’accordo, esci dal cancello e guarda che succede”

“Sì però a piedi, non voglio che tu uccida di nuovo la mia bambina !” si era allontanato ed era uscito dal cancello, chiudendoselo alle spalle ... e Loki era arrivato in volo sfondandolo.

“E io dovrei credere che è quella cavigliera a “spingerti” ? No, non me la bevo”

“Secondo te io mi fracasserei volontariamente addosso ad automobili e inferriate ?”

“A questo non avevo pensato ...”

“La magia di base è la stessa di Mjolnir. Sono tuo quanto il martello è di Thor”

“Girati un attimo” gli aveva ordinato il genio. L’asgardiano aveva obbedito sbuffando.

Dopo alcuni passi all’indietro Tony aveva alzato il braccio nello stesso modo in cui lo alzava il Tonante per richiamare il suo martello ... e nel giro di due secondi la schiena di Loki aveva colpito il suo braccio ed erano finiti per terra.

“Sei il mio Mjolnir !”

“Sono il tuo Mjolnir ... per sicurezza, evita di alzare il braccio mentre ti fai la doccia ok ?”

 

Guidare con il dio al proprio fianco era stata un'esperienza snervante. 

“Non ti sembra di correre troppo ? Non dovresti inserire la freccia prima di svoltare ? Guarda che il semaforo era giallo ! Attento al pedone ! Hai investito un ratto ! No aspetta, era un sacchetto. Lo sai che la tua cintura di sicurezza è allentata ? Sei in regola con l’assicurazione ? Non pensi che i freni stridano eccessivamente ? Hai controllato il livello dell’olio ?”

“STAI ZITTO !”

“E’ quello che mi dice sempre Thor”

“Chissà come mai ...”

“Tu però a differenza sua non decapiti povere statue innocenti”

Quello era un altro complimento ? Non se l’aspettava. Gli era piaciuto. 

E a proposito di cose che potevano piacergli, davvero se lo sarebbe ritrovato con lui sotto la doccia se avesse alzato un braccio per insaponarsi i capelli ?

Il suo cervello aveva prodotto l’immagine della scena. Per poco non era finito sul marciapiede.

“Voi midgardiani siete tutti dei pessimi piloti o è una prerogativa soltanto tua ?”

Aveva trattenuto una rispostaccia perché il suo passeggero possedeva i suoi poteri. 

E se li avesse usati contro di lui ?

“Ti hanno lasciato le tue capacità magiche. Penso sia da imbecilli dementi”

“Il seidr fa parte di me. Togliermelo sarebbe stato come amputarmi un arto”

“Forse avresti avuto una mano di meno con cui provare a strozzarmi”

“Potrei sempre spappolarti la testa schiacciandola tra le mie cosce”

Tony aveva rischiato di tamponare l’auto davanti alla loro. Lo attendevano due settimane così ?!?

Loki aveva proseguito come nulla fosse 

“Se diventerò Protettore di Midgard userò la magia a fin di bene. Forse

“Hai detto bene. “Se”. Tu non hai nessuna intenzione di diventarlo, ammettilo”

“Non mi ispira particolarmente, però è sempre meglio dell’alternativa che mi hanno dato”

“Qual era l’alternativa ?”

“La decapitazione”

“Sì, diventare un eroe per il popolo che si è cercato di sottomettere pare più allettante”

“Io non ho cercato di sottomettervi, ero costretto ad agire in quel modo. Thanos mi ha ...”

“Ti rendi conto che è già la seconda volta che dici di essere stato costretto da qualcuno a fare qualcosa ? “Papino mi ha messo un braccialettino che mi costringe a fiondarmi addosso a te, mio dolce Tony ... Thanos mi ha costretto ad attaccare la tua città minacciando di farmi la bua ...” ma dai, sei o non sei un potente stregone ? Perché non li hai stesi con qualche trucchetto dei tuoi ? Se è così facile piegare la tua volontà domani ti costringerò a lavarmi tutte le bimbe !”

“I MIEI NON SONO TRUCCHETTI ! E anche se sono potente, non sono nulla in confronto a Padre e a Thanos ... e poi tu non hai la minima idea di cosa ho passato mentre stavo tra le grinfie del Titano Folle ! C’è un motivo se lo chiamano così sai ?”

“Crede di essere un opossum anche lui ?”

Loki era scoppiato a ridere. Il suo viso sembrava più luminoso quando rideva e quel suono aveva un che di ipnotico e al tempo stesso sensuale. Quanto sarebbe stato bello sentirlo ridere così stringendolo nudo tra le braccia ... il terrestre aveva rischiato di finire una seconda volta sul marciapiede. Doveva concentrarsi sulla guida, accidenti ! Niente distrazioni !  

“Tanto per essere chiari ...” era sbottato il dio sembrando piuttosto piccato placando la ridarella “... sono sicuro di non aver mai detto “mio dolce Tony" !”

“Sentiti libero di chiamarmi così” lo aveva incoraggiato il midgardiano parcheggiando.

“Troppo mieloso. Preferisco continuare a chiamarti Stark”

“Allora io ti chiamerò Odinson”

“NON OSARE !”

“Voglio un rapporto alla pari. Se tu mi chiami per cognome anch’io ti chiamerò per cognome”

“Tu vorresti avere un rapporto con me ?”

“Magari anche più di uno”

Si era reso conto di non essersi limitato a pensarlo nel vedere l’espressione del suo passeggero.

Loki era rimasto decisamente colpito dall’affermazione ... e poi aveva colpito lui in testa con il libretto di manutenzione di Rosemary, era sceso dall’auto di corsa e si era avviato verso l’ascensore senza aspettarlo. “Ultimo piano” gli aveva urlato Tony scendendo a sua volta, mentre si massaggiava la crapa dolorante.

“Anthony so benissimo che il tuo appartamento si trova all’ultimo piano. Ci sono già stato !”

Erano secoli che non si sentiva chiamare così. Lui per tutti era Tony e basta o al massimo era “il signor Stark” per i suoi dipendenti e per JARVIS o “STARK !” quando Fury doveva rimproverargli qualcosa (ossia sempre). Però sarebbe stato “Anthony” se era questo ciò che Loki voleva. 

Gli piaceva l’idea, eppure lui odiava quel nome. Strano.

 

Una volta in casa aveva deciso, per non correre rischi, di non farsi una doccia, ma un bel bagno (nel frattempo il suo ospite si era impossessato di una camera e con le sue arti magiche l’aveva arredata secondo i suoi gusti). Mentre se ne stava nella vasca aveva rimuginato su quali dovessero essere le esperienze da far vivere al dio in quelle due settimane per suscitargli amore nei confronti di Midgard. E le aveva trovate. Appena uscito dall’acqua si era precipitato nella sua stanza, aveva afferrato il telefono e aveva iniziato a scrivere l’elenco per non dimenticarselo.

“Notevole Stark, davvero notevole”

Loki era placidamente sdraiato sul suo letto e stava piluccando dell’uva bianca.

“Tu non dovevi leggerlo Cleopatra, volevo fossero delle sorprese !”

“Io non ho letto alcunché. Non mi stavo riferendo al tuo bigliettino”

E solo il quel momento Tony si era accorto di essere senza nulla addosso. Si era praticamente lanciato dentro la cabina armadio in cerca di qualcosa da mettersi, mentre il dio si sganasciava.  

“Sei tornato a chiamarmi per cognome” aveva notato infilandosi dei pantaloni. 

Erano sempre stati così stretti ?

“Quando ti ho chiamato per nome ti ho visto sconvolto. Ho dedotto che ti avesse dato fastidio”

“Non mi ha dato fastidio. É solo che non me l’aspettavo” aveva risposto tornando in camera.

“Sei stato tu a dirmi di voler essere chiamato con il tuo nome”

Il miliardario non aveva obiettato nulla. Non poteva di certo rivelargli i pensieri proibiti che gli erano nati nel sentirgli dire un semplice “Anthony”. 

Erano pensieri che cercava di negare anche a se stesso.

“Tu c’entri qualcosa col fatto che i miei pantaloni sono diventati tutti di pelle nera ?”

“Io ? Modificare il tuo vestiario ? Non lo farei mai. Sono innocente. Si sono convertiti da soli !”

“Guarda che me lo ricordo il gonnellino di paglia ... andiamo oltre, che ci fai sul mio letto ?”

“Mangio dell’uva” era stata la lapalissiana risposta.

“A parte questo ?”

“Mangio dell’uva e aspetto di sapere i tuoi programmi. Fammi godere Anthony !”

Stark se ne era appena messo in bocca un po’ e quell’ultima frase gliel’aveva fatta andare di traverso. Si era ritrovato a emettere dei versacci, con gli occhi che gli si riempivano di lacrime.  Aveva cercato di sputare, ma sembrava incastrata nella sua gola. Stava soffocando. Era questo il piano di quello psicopatico ? Ucciderlo con dei chicchi d’uva e una battuta maliziosa per poi potersene andare in giro per gli affaracci suoi ? Ok sempre meglio morire per colpa dell’uva che per colpa di una banana, sai che battutine se no ...

Si era piegato in avanti afferrando le coperte. La vista gli si era annebbiata.

“Addio mondo crudele” aveva pensato.

In quell’istante delle braccia si erano strette attorno a lui e avevano premuto forte. Manovra di Heimlich. Loki gli stava praticando la manovra di Heimlich. 

La insegnavano anche su Asgard a quanto pare. Sia lode agli dei. Letteralmente.

L’acino gli era schizzato fuori dalla bocca e aveva colpito l’abat-jour.

Poteva respirare di nuovo. Che bella sensazione. 

E anche starsene stretto contro Loki non era male. Strano.

“Tu ... tu mi hai salvato la vita !”

“Oggi ho salvato la vita del mio primo midgardiano. Lo segnerò sul mio diario”

“Tieni un diario ?”

“Non ti riguarda. Ora vuoi dirmi cosa hai pensato di farmi fare in queste due settimane ?”

“Ti ho già spiegato che voglio che siano delle sorprese. Te le svelerò giorno per giorno”

“Prima di cominciare voglio mettere in chiaro una cosa : non farò nulla gratuitamente”

“Stai dicendo che vuoi essere pagato ?”

“Conosci il latino Stark ?”

“Di nuovo il cognome ...”

“Ti ho appena richiamato con il tuo nome e sei quasi morto ! Forse è meglio se non lo uso”

E come quando gli aveva tolto il fermacarte di mano, Loki si mostrava preoccupato per lui. Strano.

“Sì lo conosco. Ti ricordo che stai parlando con un genio”

“Allora avrai già sentito l’espressione do ut des. Ho deciso di renderla mia. Io propongo e tu proponi. Rapporto alla pari. Esattamente come volevi. E se dirai di no alle mie richieste, mi rifiuterò di dire di sì alle tue idee”

“Dimentichi che se dici sempre di no rischi di non diventare mai il nuovo Protettore di Midgard”

“Questa è solo una prova. Se Thor capirà che non sei stato un bravo insegnante mi affiderà al Capitano per altre due settimane, se dovesse fallire anche lui mi affiderà a Banner per ulteriori due e se neppure Bruce riuscisse a suscitarmi la voglia di proteggere il vostro mondo verrei passato alla vostra simpatica Vedova”

“E se mancasse l’obiettivo anche Natasha ?”

“Verrei assegnato a Fury, poi a Selvig, a Barton e infine a Jane ... preferirei morire piuttosto che trascorrere due settimane con quella piattola ! L’ho trovata esasperante da sopportare per una giornata sola ! Ed era quasi sempre svenuta !”

“Loro non saranno mai tuoi insegnanti, perché il primo, ossia il mitico me, ti basterà !”

“Te l’ha mai detto nessuno che sei leggermente arrogante ?”

Tony aveva fatto spallucce “In parecchi a dire la verità. Ma basta perdere tempo ! Devo iniziare a tirar fuori il norvegese che è dentro di te !”

Loki aveva mollato per terra un chicco e l’aveva fissato allibito con le guance in fiamme.

“Suonava malissimo, Stark !”

“Che c’è, credevi di avere il monopolio dei doppisensi ?”

Gli piaceva terribilmente essere riuscito a farlo arrossire. Strano.

Poi aveva palesato un problema. 

“Vorrei portarti fuori, ma non voglio gettare la città nel panico ...”

“Se sarò invisibile non mi vedrà nessuno”

“Sì, ma mi scambierebbero per pazzo vedendomi parlare da solo”

“In questo caso posso assumere un aspetto diverso e nessuno mi riconoscerà”

“Ne sei in grado ?”

“Lo sai con chi stai parlando vero ? Certo che ne sono in grado !”

“Allora “cambiati” e usciamo. É ora della tua prima lezione”

“Rallenta mortale. Do ut des, rammenti ? Prima tocca a te eseguire una mia richiesta”

“E di che si tratta ?”

“Inginocchiati ...”

“Te l’ha mai detto nessuno che sei leggermente ripetitivo ?”

“... e pulisci i miei stivali !” gli aveva ordinato ficcandogli in mano uno straccio e del lucido nero per scarpe. Il Vendicatore era sbiancato per la rabbia. Dunque le cose stavano così, quel bastardo aveva intenzione di trattarlo come se fosse il suo schiavetto personale per tutto il tempo che avrebbero dovuto trascorrere insieme !

“Mi rifiuto ! Pulisciteli da solo !”

“Allora io mi rifiuto di uscire con te”

“Non puoi. Mi basta alzare un braccio per costringerti a venire con me”

“Sì, ma non sarei collaborativo. Ovvero potrei incenerirti o peggio”

Tony ci aveva ragionato. Loki voleva umiliarlo ? Perfetto, avrebbe fatto altrettanto con lui. 

Rapporto alla pari. Si sarebbero dati reciprocamente sui nervi per due settimane se era questo ciò che Sua altezzosa Altezza desiderava.

Brontolando si era chinato di fronte a lui e aveva cominciato a spolverargli gli stivali.

“Non lasciarmi dei segnacci, mi raccomando !”

E osava persino lamentarsi l’infame !

Dopo pochi minuti li aveva tirati a lucido perfettamente.

“Osa dire che il mio lavoro non ti soddisfa ! Osa !” aveva pensato Tony furioso mordendosi le labbra per evitare di insultarlo come avrebbe voluto. L’asgardiano però non aveva manifestato rimostranze per il suo operato, tutt’altro. “Sei stato davvero bravo” gli aveva sussurrato con una carezza tra i capelli, prima di tirarlo su “E ora sono tutto tuo”

“Ora sei tutto mio ?” aveva balbettato Stark guardandolo negli occhi. 

Loki aveva sorriso avvicinandosi di più “Sono a tua completa disposizione. Farò tutto ciò che vorrai” gli aveva mormorato premendosi addosso a lui.

“Qualunque cosa ?”

“Sì ... e posso andare avanti per tutta la notte, mio dolce Tony ...

E a quel punto una parte del mortale si era risvegliata mettendosi sull’attenti. Era imbarazzante. Non voleva che il dio se ne accorgesse perciò gli aveva staccato le mani dalla sua camicia e gli aveva detto di dover andare in bagno.

Stava per entrarci quando la voce dell’altro gli era giunta forte e chiara 

“Sicuro di non volere che ti dia una mano Stark ?”

Lo aveva capito. Per la frustrazione aveva dato un calcio al cesto della biancheria sporca.

Dopo aver raccolto le robe che ne erano fuoriuscite aveva tenuto un bel discorsetto con Tonino.

“Sì è un bel ragazzo, ma è Loki ! E poi se scatti per un paio di frasette sottovoce non oso pensare a cosa faresti se decidesse di regalarci un altro strip-tease !”

Tonino aveva prontamente risposto ... e non a parole.

“Oh cavoli ! Ho un grosso problema !” aveva ammesso Tony a sé stesso ad alta voce.

“Da quando “quello” si chiama “problema”, Lattina ?” 

Stava ridendo dall'altro lato della porta il bastardo.

 

Quando il mortale si era ricomposto e aveva ritrovato il coraggio di uscire dal gabinetto si era ritrovato di fronte un cinquantenne calvo e ciccione che non aveva mai visto in vita sua.

“Questo corpo è di tuo gradimento ?”

Un cinquantenne calvo e ciccione con la voce di Loki. Disturbante.

 “Veramente preferivo quello di prima ... ehm sì sì, per uscire è perfetto”

Il midgardiano era profondamente grato al mago per le sembianze che aveva scelto. 

Era un’ottima cosa non trovarlo attraente dopo quello che era successo. 

Anche se bastava quella voce per suscitargli certi pensieri ...

Lo aveva portato a mangiare del sushi nel suo ristorante giapponese preferito.

Dire che il dio non aveva gradito era dire poco. Aveva sputato il primo boccone nel tovagliolo.

“Che cos’è ? É viscido !”

“Pesce crudo”

“Se avete scoperto il fuoco perché mangiate ancora il pesce crudo ?”

“Insisti. Magari il secondo assaggio ti piacerà. Tieni, provalo con una salsa”

“No, preferisco mangiare i grissini piuttosto”

SKRONCH

“Loki quelle sono le bacchette ! Servono per mangiare, ma non devono essere mangiate !”

“E perché no ? Sono saporite !”

Tony aveva ordinato altre tre porzioni di sushi per sé e altre dieci bacchette per il suo ospite.

Come dolce avevano ordinato entrambi una macedonia. Stark aveva approfittato della presenza degli occhi di drago per parlargli di tutti i draghi di sua conoscenza, da quello di San Giorgio a Smaug, passando per quelli di Paolini e di Martin.

Il dio era parso sinceramente interessato. Gli piaceva il fantasy. Buono a sapersi.

Poi gli aveva raccontato dei suoi viaggi in Giappone mostrandogli alcune foto di essi che teneva ancora sul telefonino, finendo per snocciolare quel poco che sapeva di arte e cultura orientale.

Loki lo aveva ascoltato in rispettoso silenzio, interrompendolo di tanto in tanto con alcune domande (alle quali per fortuna aveva saputo rispondere), tenendo la testa appoggiata a una mano e la bocca socchiusa.

E anche nei panni di un cinquantenne calvo e ciccione riusciva a essere sexy accidenti a lui.

Terminati i discorsi su samurai, geishe, kamikaze, manga, sumo, kendo, ikebana e cerimonie del te il terrestre si era lasciato sfuggire la parola “shibari”, ma aveva subito finto di non averla pronunciata passando a descrivere lo scintoismo.

Perché diamine gli era venuta alle labbra una parola simile ?!?

Sperava con tutto se stesso che Loki non l’avesse captata, e invece ...

“Hai detto un termine senza dire di che si tratta. Mi pare fosse “shibari”. Si mangia ?”

Poteva mentire, ma non voleva. Il suo allievo non si sarebbe più fidato di lui. Inoltre aveva capito che era impossibile inventarsi una bugia e pensare che il dio delle Bugie non se ne accorgesse.

“No, lo shibari non è qualcosa che si mangia. Si fa legando una persona con una corda”

“Quindi essendo stato legato come un salame a una roccia sono stato “shibarizzato” ?”

“Lo shibari non ha uno scopo punitivo. Serve per procurare piacere fisico”

“Oh allora penso proprio di averne bisogno dopo tutte le martellate che ho preso oggi ! Voglio provare questa cosa che procura piacere ! Riportami alla torre e shibarizzami tutto, Anthony !”

La cameriera aveva posato il conto sul tavolo, fissandoli come se fossero due maniaci. Il mortale aveva pagato mentre il suo viso diventava un tutt’uno con il rosso della tovaglia.

Gli era suonato il telefonino. Era Thor. 

Incredibile, ma vero, il Tonante aveva un cellulare e sapeva come usarlo. 

A onor del vero si era fatto impostare le chiamate rapide da Darcy e quello era il suo secondo telefonino perché il primo lo aveva sfondato cercando di premere con Mjolnir il numero sul quale la stagista gli aveva impostato il cellulare di Jane. 

Si trovava già in Norvegia, ma non voleva parlare di sé.

"Mio fratello come sta ?"

“Non crede più di essere un opossum ...”

“Ehi è il beota biondo ? Passamelo !” gli aveva comandato Loki euforico tendendo la mano.

Era commovente vederlo così entusiasta all’idea di poter tornare a sentire la voce del fratello.

Forse quelle poche ore di lontananza gli avevano aperto gli occhi su quanto Thor fosse importante per lui. L’Avenger gli aveva dato l’apparecchio.

Il dio degli Inganni se l’era avvicinato all’orecchio e aveva urlato 

“STANOTTE STARK MI SHIBARIZZERA’ !”

Tutti gli avventori e i camerieri si erano girati verso di loro.

Tony si era augurato che Thor ignorasse il significato dell’espressione e che non avesse a disposizione un collegamento a Internet per effettuare una ricerca. 

Non voleva essere preso a martellate, proprio no.

“Se ho capito bene è un gioco con la corda” aveva proseguito Loki con un tono normale.

Sì un gioco erotico con una corda …

Thor non aveva chiesto dettagli e dopo pochi secondi aveva riagganciato.

Loki si era alzato e aveva afferrato Stark per un braccio “Coraggio, torniamo indietro così potrai procurami piacere fisico shibarizzandomi come se non ci fosse un domani !”

“Piccolo Cervo il piacere fisico in questione ... come posso dirtelo ? Ecco è ...”

“Un orgasmo”

Tony era inciampato nei suoi stessi piedi, tirando giù il tavolo.

“Forte, lo ha fatto anche Thor una volta ! Certo il tuo stile è totalmente diverso, ma …”

“Tu hai capito che lo shibari è un’arte erotica e vuoi comunque praticarla con me ?!?”

“Mi piace vederti arrossire. Adoro quel colorito da pomodoro maturo sulla tua faccia”

“Tu ... tu sei davvero un ...”

“Non mi hanno nominato dio delle Malefatte perché mettevo gli altri a loro agio, mio dolce Tony” aveva ghignato il malizioso extraterrestre sbattendo le ciglia, prendendolo a braccetto e trascinandolo all’esterno del locale “Però chissà, se ti comporterai bene con me, forse un giorno potrei anche permetterti di shibarizzarmi sul serio ...”

“Sì certo e io dovrei credere alla parola di uno per cui mentire è come respirare”

Loki gli si era parato davanti “Ma se anche non fosse vero sarebbe così traumatico per te ? Mi desideri dunque in maniera tanto intensa ?”

“Io non ho mai detto di desiderarti !”

“Tu no, ma una parte di te sì”

“Stavo pensando a Pepper. E ora basta con questi discorsi. Seguimi !”

 

Loki gli aveva lasciato il braccio con un broncio gigantesco sul viso.

Tony non ne aveva capito il motivo, o meglio, pensava fosse un attacco di bipolarismo o uno sclero da diva. Non poteva sospettare che nel cervello del dio si erano formati dei pensieri omicidi nei confronti di Pepper.

Sì perché la storia del “In quanto dio delle Menzogne so riconoscere una bugia” era una balla colossale (tanto per cambiare) e dunque lui non poteva sapere che in realtà Pepper non era mai stata nella mente del suo Anthony durante quella sera.

Loki aveva sperato che Stark gli avesse parlato dello shibari per saperne le sue opinioni in proposito prima di sperimentarlo insieme.

Era stato lui a chiedere che fosse Stark il suo primo maestro (Thor aveva proposto l’irreprensibile Capitano Rogers). Provava qualcosa per Tony. Ancora non gli era chiaro cosa, però lo provava.

É difficile capire di essere innamorati se non si sa riconoscere l’amore. 

Loki nella sua lunga vita aveva imparato a riconoscere la sofferenza, il tradimento, l’umiliazione, l’invidia e persino la lussuria, ma l’amore no.

Lo considerava alla stregua di una creatura leggendaria. 

Aveva riso del sentimentalismo della Vedova e di Thor.

Quello che sentiva per il Vendicatore non era semplice desiderio e questo lo scombussolava. 

Che altro poteva essere ?

Sapeva già che non gli sarebbe bastato giacere con lui per un’unica notte.

“Tu mi hai stregato ... non so come ci sei riuscito, ma da quando il mio scettro non ha funzionato con te, io continuo a pensare a un “noi” e non posso permettermelo perché io sono un dio e tu sei solo un misero mortale !” stava rimuginando questo restando fermo sul marciapiede, ignorando il suo insegnante che si allontanava e svoltava l’angolo ed ecco che la stessa forza delle volte precedenti si era attivata e lo aveva sollevato in volo facendolo sfrecciare nella stessa direzione. Cominciava a sentirsi solidale con Mjolnir.

“Oh eccoti, mi chiedevo dove fossi finito. Entriamo qui” aveva detto il miliardario indicando un’insegna mezza rotta. Loki lo aveva fissato come a dire “Potevi trovare di meglio”

“L'ingresso non è un granché, ma dentro avrai un’altra lezione sulla cultura giapponese”

“Ti prego dimmi che non è un posto pieno di lottatori di sumo che si shibarizzano tra loro !”

“Se mai capitassimo in un posto simile non ci resteremmo più di mezzo secondo, te lo prometto”

Tony gli aveva appena promesso qualcosa. 

Che bella sensazione ... il malumore gli era passato all’istante. Era entrato sorridendo, mentre Uomo di Metallo lo seguiva senza capire quest’altro suo sbalzo di umore.

Si erano accomodati in un salottino con un’altra decina di persone. Davanti a loro si trovava uno schermo acceso sul quale scorrevano delle parole colorate. A turno qualcuno si alzava, afferrava un microfono e si metteva a cantarle sopra a una base musicale.

Stark si era avvicinato fino a parlargli nell’orecchio per sovrastare il baccano. 

Gli piaceva averlo così appiccicato. Strano.

“Questo si chiama “karaoke” ed è una forma di divertimento nata nel Sol Levante e diffusasi ovunque” poi aveva afferrato il microfono, si era alzato e si era messo a cantare ... stonando senza pietà. Gli altri però avevano riso e applaudito.

Il dio non riusciva a capire “Perché ti hanno battuto le mani ? Sei stato pessimo !”

”Per essere il dio delle Menzogne sai essere brutalmente sincero ! Sono piaciuto proprio perché non so cantare. La gente viene qui per divertirsi e sentire qualcuno che rischia di farsi esplodere le tonsille per un mi bemolle può essere divertente”

Il microfono era finito tra le sue mani. Non sapeva cosa farsene. 

Era rimasto a fissarlo senza muovere un muscolo.

“Forza, Rock of Ages, gorgheggia come tu solo sai !” lo aveva spronato Tony.

“Non conosco questa canzone”

Tony lo aveva tirato in piedi, piazzandosi al suo fianco.

“Allora vienimi dietro, faremo un duetto che resterà nella storia !”

E avevano karaokato insieme. 

Finita la musica si erano guardati attorno ed erano scoppiati a ridere a crepapelle.

Il loro pubblico aveva richiesto un bis. Lo avevano accontentato.

“Suoniamo davvero bene insieme” gli aveva sussurrato il mortale dopo la seconda canzone.

“Roe ned !  Stoppe ! Hvorfor er du så glad ?” aveva replicato Loki senza guardarlo in faccia.

“Come dici ?”

“Non stavo parlando con te ! Possiamo cantarne un’altra ?”

 

Avevano trascorso in quel posto due ore buone, tra cantatine, risate e qualche cocktail.

Mentre tornavano alla torre e risalivano nell’attico il dio era decisamente di buon umore (e forse anche un pochino brillo, almeno a giudicare dal modo ondeggiante in cui camminava) e tra una cantatina e l’altra si era lasciato sfuggire “Sono fortunato”

"Fortunato" ? Lui ? 

Abbandonato da neonato, sempre messo al secondo posto rispetto al fratello, finito nel Vuoto Cosmico, torturato da Thanos, pestato da Hulk e preso a martellate da Thor di continuo ? 

Eppure non sembrava ironico.

“Perché ti senti fortunato ?”

“Perché il Capitano non mi avrebbe portato a karaokare, ma il mio insegnante sei tu”

Il mortale aveva segretamente gongolato. Finalmente qualcuno che lo preferiva a Steve !

“No, lui ti avrebbe portato ad allenarti per fare di te un vero uomo”

“Ma io sono già un vero uomo ! Ti sembro una femmina ?”

“Era tanto per dire. Non metto in dubbio la tua mascolinità”

“Non la rimetti in dubbio, vorrai dire. Lo hai fatto poco prima che ti scagliassi dalla finestra”

“Era soltanto una battuta. Ci sei rimasto male ?”

“Io non faccio cilecca ! Mai !” e uscendo dall’ascensore della torre, di nuovo col suo solito aspetto, gli aveva battuto leggermente la mano su una spalla e gli aveva detto a bassa voce “Portami a letto”

“Ci sta ! Tony non buttare all’aria questa occasione !” si era raccomandato Tonino colmo di gioia (e non solo di quella).

Stark era rimasto basito. Forse aveva capito male. Loki non poteva avergli chiesto sul serio …

“Ti va di portarmi a letto, sì o no ?”

“Se lo desideri ti posso scortare fino alla porta della tua stanza”

“Oh sei davvero un gentleman ! D’accordo, accompagnami fino alla porta e basta”

“Quindi se fossi rimasto zitto ti avrebbe permesso di … AAAAARGH TONY IO TI ODIOOOOO !!!”

“Perdonami amico mio” aveva pensato il genio, afferrando il dio sottobraccio.

Il dio però si era subito staccato, risentito “Non toccarmi, plebeo ! Io sono un principe ! Un principe opossum, ma pur sempre un principe !”

“Ecco che ricomincia …” aveva sospirato il midgardiano.

Quando erano arrivati all’uscio della stanza di Loki quest'ultimo si era voltato verso di lui.

“Ho trascorso proprio una bella serata, mio dolce Tony 

“Significa che stanotte non proverai a spappolarmi la testa tra le cosce ?”

“Lo sapevo che ci stavi pensando, porcellino che non sei altro !”

Non appena Loki aveva chiuso la porta, Tonino era tornato a urlare inviperito.

“RINGRAZIA CHE IO NON ABBIA LE MANI STARK O LE USEREI PER STRANGOLARTI !!! GENTLEMAN DI ME STESSO !” (ovvero “GENTLEMAN DI ‘STO CA*** !”)

 

Nella sua stanza Loki stava riflettendo su quanto era capitato. 

Come primo giorno non era stato affatto spiacevole. Aveva visto Tony nudo, si era divertito come non gli capitava da parecchi secoli e la lezione era stata interessante.

“Caro Diario, oggi ho salvato la vita del mio primo midgardiano che è anche il mio maestro e non è affatto male, specialmente dalla vita in giù ...”

Dieci minuti più tardi si era ritrovato a fissare con orrore crescente la pagina che aveva scritto.

“Si può sapere perché ho disegnato cuoricini ovunque ?!? Non è da me ! Ma che mi prende ?”

L’aveva stracciata e ridotta in tanti piccoli pezzettini. 

Nessuno doveva scoprire questo suo lato così sentimentale !

Aveva ripreso la penna e ricominciato a scrivere furiosamente “Caro Diario, oggi ho salvato la vita a Stark perché so essere profondamente magnanimo e perché ha un gran bel sedere ...”

Dopo altri cinque minuti aveva riletto ciò che aveva scritto e osservato sconvolto il disegno di Tony nudo fatto da lui stesso. La pagina aveva fatto la stessa fine della precedente.

“Basta, ci rinuncio. Palesemente non sono un tipo da diario ...”

 

TRADUZIONE

“Roe ned !  Stoppe ! Hvorfor er du så glad ?” 

= “Datti una calmata ! Smettila ! Perché sei così felice ?”

[e sì Loki in quel momento stava parlando con Lokino ; ) ]

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