martedì 11 giugno 2024

La lunga attesa - Arte culinaria aliena ovvero la ricetta del toast perfetto

 New York, martedì

 

Le cose non erano andate come Tony aveva previsto.

Aveva trascinato Loki in quel bar karaoke per costringerlo a esibirsi e umiliarlo in pubblico, invece, superata la perplessità iniziale, il dio si era divertito come non mai. D’altra parte Tony avrebbe dovuto capirlo che una diva del genere avrebbe gradito parecchio l’idea di poter sfoggiare le proprie doti canore. Il principino era intonatissimo e consapevole di esserlo.  Forse era stato meglio così perché altrimenti sarebbe stato di cattivo umore e allora chissà che avrebbe potuto combinare. C’erano un sacco di modi in cui avrebbe potuto usare la sua magia per torturarlo ...

Il genio avrebbe scommesso una ciambella (non avrebbe mai puntato una delle sue preziose bimbe e nemmeno uno dei suoi occhi perché era convinto che come orbi Odino e Fury bastassero per l’intero universo) che il gnoccone intergalattico durante la notte appena trascorsa avesse sognato di essere una popstar di fama mondiale che teneva un concerto con tanto di ballerini, raggi laser, macchina del fumo e completino di paillettes sbrilluccicose davanti a una folla adorante. Sì, ce lo vedeva proprio a saltellare e sculettare sul palco in stivali, body luccicante  e capelli boccolosi alla Beyoncé. Aveva fatto colazione da solo, ma l’immagine del dio che ancheggiava con mise striminzite lo aveva convinto a mangiare meno del solito perché non voleva rischiare di scoppiare a ridere col boccone in bocca rischiando di strozzarsi di nuovo.

Dopo era entrato in bagno, arrestandosi però sulla soglia dal momento che era già occupato. Per sua fortuna l’occupante era troppo impegnato nelle abluzioni mattutine per accorgersi di lui e carbonizzarlo con uno schiocco di dita.

Nemmeno Tony era riuscito a vederlo, ma lo aveva sentito forte e chiaro.

Loki era sotto la doccia e stava cantando. 

Il buonumore della sera precedente non lo aveva ancora abbandonato.

Aveva scelto una delle “loro” canzoni. 

Era stata la seconda che avevano cantato insieme in quel locale.

*Che sto pensando ? Non abbiamo canzoni “nostre” ! Non siamo una coppia !*

Tonino si era lasciato sfuggire uno sbuffo che sembrava di pura esasperazione. 

E in effetti lo era. Per tutta la notte aveva cercato di convincere il suo titolare ad alzarsi dal letto e fiondarsi in camera del dio, ma senza alcun successo.  

“Primadonna girl yeah/all I ever wanted was the world/I can’t help but I need it all

The Primadonna life the rise and fall”

Il midgardiano non aveva potuto non notare che il dio si autodefiniva una Primadonna.

Non era un’autocritica, ma un’affermazione di status. 

Oppure era più autoironico di quanto pensasse.

“You say that I’m kinda difficult/but it’s always someone else’s fault”

“No, non sei difficile Locke, sei solo un tantinello psico, vai tranquillo”

“Would you do anything for me ?/Buy a big diamond ring for me ?

Would you get on your knees for me ?”

Ecco il vero motivo per cui gli piaceva quella canzone : 

perché parlava di gente che si inginocchiava !

Il miliardario si era ritrovato a pensare che se mai gli avesse regalato un anello ne avrebbe scelto uno con degli smeraldi.

Gli sembrava più un tipo da smeraldi che non da diamanti.

Una bella cenetta romantica a lume di candela, loro due da soli, con sottofondo di violini e poi lui si inginocchiava, tirava fuori una scatolina con dentro quell’anello e chiedeva a quel bel figliolo magico di ... di fare cosa ?

“COME SAREBBE A DIRE “DI FARE COSA” ?!?”

*Tonino non urlare, lo sai che mi da fastidio sentire i tuoi strilli prima di mezzogiorno !*

“E tu smettila di mentire a te stesso ! Lo sai benissimo cosa vorresti chiedergli !”

“I know I’ve got a big ego/I really don’t know why it’s such a big deal though”

Stark sapeva che quanto a egocentrismo se la giocavano. 

Quella canzone descriveva alla perfezione entrambi.

“I wanna be adored/‘Cause I’m a Primadonna girl yeah

All I ever wanted was the world”

*Da me … ti lasceresti adorare da me nel modo in cui io voglio adorarti ?* gli aveva mentalmente chiesto il mortale, ma il dio era concentrato sul testo e sull’insaponarsi e comunque non poteva leggergli nella mente per rispondergli. E forse se avesse sentito la domanda invece di dargli una risposta lo avrebbe ucciso e basta.

“Get what I want ‘cause I ask for it/Not because I’m really that deserving of it”

*Certo certo tu prendi ciò che vuoi. Direi che l’abbiamo capito dopo la ventesima volta che l’hai detto ...* aveva commentato mentalmente Tony annuendo con la testa.

“Anything for the crown crown crown/with the lights dimming down down down”

In effetti una corona non ci sarebbe stata male su quella testolina. 

Se gli donava un elmo cornuto, figuriamoci una corona !

Era uscito in punta di piedi, chiudendo la porta il più lentamente possibile.

Non voleva che l’usignolo alieno scoprisse che era stato lì a origliarlo.

Avrebbe potuto non prenderla benissimo, ossia sradicare il lavandino e tirarglielo contro.

Gli era costato uno sforzo notevole non alzare il braccio per tirarselo addosso nudo, bagnato e profumato. Era fiero del suo autocontrollo, fiero che Tonino non si fosse ... no, aveva parlato troppo presto. Meno male che nella torre di bagni ce c’erano più di uno. 

Stava per dirigersi verso il più vicino quando ... 

“Ti sei goduto lo spettacolo Anthony ? Oh a quanto pare sì”

Perché quell’incredibile bonazzo si accorgeva sempre dei suoi rigonfiamenti ?

“Io mi sveglio ogni mattina con questo ... ehm ... “problema”. Sono un uomo, sai com’è”

“No, non lo so com’è. Ti andrebbe di illustrarmelo, maestro ?” e si era avvicinato posandogli una mano sulla spalla. Indossava soltanto un asciugamano e i capelli gocciolavano sul suo petto glabro e sui suoi addominali. Lo aveva chiamato “maestro”. Ok tecnicamente era ciò che era per lui adesso, ma detto con quel tono sensuale ... Tony era corso in un altro bagno alla velocità della luce. Quando era tornato fuori aveva trovato Loki asciutto e vestito, seduto in cucina e intento a divorare un toast. 

Davanti a sé ne aveva un’altra trentina. 

Il Vendicatore aveva aperto il frigorifero colto da tremendo sospetto. 

Vuoto. Loki aveva ripulito.

Aveva chiesto a JARVIS di rifornirlo. Il dio aveva smesso per un attimo di ingozzarsi.

“Non ti senti un idiota a parlare con la tua casa ? Potrebbero prenderti per pazzo”

“Non è la mia casa, è il mio assistente, un’intelligenza artificiale che ...”

“Scusa, ma quando sono affamato al bla bla bla preferisco lo gnam gnam gnam” lo aveva interrotto in modo maleducato mettendosi in bocca tre toast. 

Stark aveva dovuto sforzarsi parecchio. No, non per non proferire una rispostaccia, ma per non pensare a certe scene di “Gola profonda” e tener giù Tonino.

Aveva afferrato uno dei tramezzini e aveva dato un morso. Se n’era pentito subito.

“Ma che ci hai messo dentro ? Sono disgustosi !”

“Prosciutto, senape, scaglie di cocco, ananas, mostarda, fontina, cipolla, maionese, melanzana, uova, broccoli, salsiccia, pera, yogurt, carote, rucola, barbabietola, panna, cioccolata e aceto balsamico. Niente olive, mi restano sullo stomaco”

Il mortale si era fatto un appunto mentale sul non permettere mai al dio di preparargli un panino. Si era anche chiesto come facesse a rimanere così magro se solo a colazione mandava giù trenta robi del genere.

Lo invidiava da morire. A lui bastava una caramella per ingrassare di un etto. Certa gente ha tutte le fortune ... e non se ne accorge e sclera attaccando altri pianeti. 

C’est la vie.

E poi aveva realizzato che probabilmente il suo allievo non era affatto un fuscello come appariva. Poteva cambiare il suo fisico a suo piacimento. 

E se il suo vero io fosse stato il panzone della sera prima ?

Riflettendoci non era un’ipotesi così assurda. Ad Asgard dovevano averlo preso in giro per la sua stazza, lui aveva imparato la magia perché a causa della trippa non riusciva a essere un bravo guerriero e poi si era creato quella forma perfetta. 

Al posto suo lo avrebbe fatto anche lui. Lo avrebbe fatto chiunque.

“Fantastico. E ora mi ci vogliono diciassette centrifugati di pomodoro, kiwi, mango, papaya, sedano, cetrioli e limone“ aveva esclamato l’ingordo alzandosi e raggiungendo la centrifuga dove gli ingredienti erano già tagliati e pronti.

Questa per Tony era stata la conferma alla sua teoria. 

I centrifugati vengono bevuti durante le diete.

Probabilmente Loki continuava ad assumerli per abitudine.

“Dimmi la verità Rock of Ages, questo non è il tuo vero aspetto giusto ?”

Il dio aveva lasciato cadere mezzo pomodoro sul pavimento. SPLOSH

Si era girato a fissarlo con gli occhi sbarrati. 

Era una reazione che Tony non riusciva a comprendere. Possibile che Loki fosse rimasto così sconvolto nel sapere che il suo segreto era stato scoperto ?

“Rilassati, non lo racconterò in giro. Vorrei solo che tra noi non ci fossero misteri”

“Chi te l’ha rivelato ? E’ stato Thor ? Io quello lo uccido !”

Il padrone di casa aveva alzato le spalle “Lo dici, ma poi non lo fai. E sai perché ? Perché gli vuoi bene, anche se è un beota biondo. Ammettilo e volta pagina !”

“NON TENTARE DI PSICANALIZZARMI STARK !”

“Ok, non ci proverò, ma tu mettiti in testa che non ti devi vergognare di ciò che sei”

“Tu credi che io mi vergogni di me stesso ?”

“Se non fosse così non useresti la magia per camuffare la tua vera natura”

“Buffo che tu lo dica quando colui che mi ha cresciuto era convinto che gli asgardiani non mi avrebbero mai accettato se fossi rimasto con il mio vero aspetto ... che poi anche con questo non mi hanno accettato comunque a dirla tutta. Non essere accettato è un motivo ricorrente per me. Ormai non ci bado neanche più. E quando gli ho chiesto spiegazioni perché ho capito di essere diverso dagli altri quel vecchiaccio invece di darmele è sprofondato in uno dei suoi Sacri Sonni ! Troppo comodo così !”

Ad Asgard erano così superficiali da evitare qualcuno con un paio di chili in più ?

E lui si abbuffava per vera fame o come forma di protesta ?

“Il Gran Babbo ti ha incasinato un bel po', se posso dirlo”

“Sono l’opera di cui va meno fiero”

“Non dire così. Certo ha sbagliato, ma sono sicuro che ti ama e ...”

“GLI HO SALVATO LA VITA UCCIDENDO IL MIO VERO PADRE E NON MI HA NEANCHE RINGRAZIATO ! NO, MI HA FATTO SENTIRE PER LA MILIONESIMA VOLTA UN FALLITO ... PERCHÉ NON SONO COME IL SUO ADORATO THOR !”

Loki e il suo papà avevano seriamente bisogno di andare da un terapeuta insieme. 

Lui non poteva fare nulla.

Il dio delle Malefatte stava per andarsene (rinunciando alle centrifughe), ma Tony non gli avrebbe permesso di uscire dalla cucina con la luna storta, sia perché avrebbe potuto causare seri guai alla città, sia perché si sentiva in colpa per essere stato lui a tirar fuori un discorso tanto delicato. Doleva scusarsi. Voleva scusarsi. Però poi quando gli aveva afferrato un polso e i loro sguardi si erano incrociati non aveva saputo che cosa dirgli. 

Non era il tipo di persona che si scusa facilmente. 

Soffriva un po’ della stessa sindrome di Fonzie.

E allora aveva agito nell’unico modo che gli aveva suggerito il cervello.

A Thor gli abbracci sembravano piacere, forse poteva essere una cosa di famiglia.

Lo aveva smentito il linguaggio del corpo di Loki, che si era irrigidito tra le sue braccia e aveva emesso una specie di sibilo. 

Chiaramente questo dio non era un amante dei contatti fisici.

*Mi ucciderà. Poco ma sicuro, mi ucciderà* 

Altro sibilo. 

Tony aveva sentito due mani posarsi sui suoi fianchi, pronte a spingerlo via.

Si era reso conto soltanto in quel momento che alle sue spalle c’era una finestra.

*Grandioso, ho fatto incavolare il defenestratore pazzo proprio davanti a una finestra ! Altro volo in arrivo per me !*

D’improvviso però il suo allievo si era rilassato, ricambiando la stretta. Pure troppo.

*Mi sta abbracciando o sta cercando di stritolarmi ?*

Il principe aveva allentato la presa, ma non si era staccato. 

E gli era scappato qualcosa che somigliava a un sospiro.

Erano stati a lungo senza parlare.

Per il midgardiano era stato uno dei momenti più belli della sua vita. Strano.

*Dovrei farlo arrabbiare più spesso. Mi piace moltissimo questo modo di fare la pace*

Non sapeva quanto tempo fosse passato. 

Non importava, potevano anche rimanere così appiccicati per sempre.

*Se parlo mi parlerà e poi mi lascerà. Meglio stare zitti e coccolarselo finché dura*

A spezzare il silenzio era stato Loki, chinandosi ad annusargli il collo.

“Mi piace il tuo profumo”

“É il mio dopobarba. Se vuoi posso prestartelo”

“Io non ho la barba”

“Mai avuta ?"

"Non penso mi donerebbe"

"Ti donerebbe qualsiasi cosa"

*L'ho detto davvero ? Aiuto sembro una ragazzina alla prima cotta !*

"Sei gentile ... e sembri ... capirmi"

“Forse è perché nemmeno io ho avuto un ottimo padre, sai ?”

“No, non lo so. Parlami di lui”

“Ecco non è che ci sia molto da dire ... e non amo molto parlarne ...”

Loki aveva insistito “Questa è la mia richiesta del giorno. Do ut des ricordi ? Parlami di tuo padre e poi io farò quello che deciderai”

“D’accordo. Temevo mi chiedessi di peggio”

“Ho ancora parecchi giorni a disposizione per avanzare richieste peggiori”

“Vero. Andiamo in soggiorno e mettiamoci comodi, l’argomento è piuttosto spinoso”

“Anthony posso ... possiamo restare abbracciati mentre parli ?” aveva chiesto Loki mentre cambiavano stanza. Non lo aveva guardato in faccia. Sembrava imbarazzato.

*Sta elemosinando il mio affetto come farebbe con chiunque oppure ... ?*

“OPPURE TONY. OPPURE” gli aveva risposto Tonino (che era in attesa che Lokino accettasse la sua amicizia sui social).

*Non devi urlare prima di mezzogiorno, quante volte te lo devo ripetere ?*

Se c’era una cosa che Loki detestava era essere ignorato. Con un broncio micidiale aveva scosso il midgardiano, finché quello non era tornato a concentrarsi su di lui.

“SÌ O NO ?”

“Sì, se è quello che vuoi, possiamo” aveva risposto Tony sedendosi sul divano e facendogli segno di stargli vicino. Gli aveva raccontato della sua infanzia, della sua adolescenza e di Howard che non aveva mai tempo per lui. 

Era vero che non amava parlarne ed era vero che non c’era molto da dire al riguardo, ma per qualche strana ragione stava snocciolando ogni singolo aneddoto del suo passato in modo da rendere il racconto più lungo che poteva.

Aveva impiegato quasi un’ora per descrivergli i suoi primi cinque anni di vita.

Per allungare il brodo gli aveva perfino rivelato che disegnini ci fossero sui bordi dei suoi pannolini. Col senno di poi si era maledetto perché ora il Burlone avrebbe potuto prenderlo in giro fino all’Apocalisse.

Sul momento però non ci aveva pensato. 

In realtà faticava a concentrarsi su quello che diceva. 

La maggior parte dei suoi neuroni erano troppo impegnati a registrare il respiro e i battiti del suo ascoltatore, che se ne stava accoccolato addosso a lui con la testa sulla sua spalla sinistra, le gambe sopra le sue e le mani a stringergli la maglia.

Per contro, Tony gli aveva posato le sue sulla schiena e si stava imponenendo di non farle scendere. Una palpatina a quel sedere così perfetto (originale o frutto di magia che fosse) l’avrebbe data più che volentieri.

Dopo aver tirato avanti per dieci minuti sul funerale di suo padre si era reso conto di aver finito la storia. Loki aveva capito che quella era stata la conclusione e si era staccato lentamente. Tony aveva sperato che tale lentezza fosse dovuta a una sorta di dispiacere nello staccarsi e non a un intorpedimento dovuto alla posizione.

(Era dovuta a entrambe le cose. Di più alla prima però).

“In che modo vuoi disporre di me oggi ?”

*Mettendoti nudo sul mio letto*

"OH SÌ DIGLIELO ! DIGLIELO ! FUORI LE PALLE ! SONO AMICHE MIE !"

*Tonino, per cortesia stai buono è ovvio che non glielo possa dire !*

Lasciando perdere Tonino Stark si era rivolto al suo allievo “Ieri ti ho tenuto un mini corso sulla cultura giapponese, ma in Asia ci sono anche altri Paesi”

“Non ho intenzione di mangiare pesce crudo anche oggi !” aveva protestato Loki.

“Pensavo di proporti il pollo korma, la salsa chutney e una bella tazza di masala”

"Dobbiamo uscire ?"

"Sì, appena sei pronto"

Il dio si era trasformato in un giovane rasta biondo, grosso e con dei tatuaggi sul collo.

Era più un aspetto adatto alla Giamaica che non all’India, ma vabbé.

 

Si erano seduti su una panchina del parco a fissare delle donne che praticavano lo yoga.

“Anche lo yoga serve a procurare piacere, sia fisico che mentale, ma a differenza dello shibari non corri il rischio di essere arrestato se lo pratichi in pubblico. Ti andrebbe di provarlo ? Ho portato due materassini” aveva proposto Tony.

Il no categorico che si aspettava non era arrivato e così si erano uniti al gruppo, ma alla terza posizione gli si era incriccata la schiena ed era tornato alla panchina sperando che nessuno avesse notato la sua ritirata. Ma uno che l’aveva notata c’era stato. 

E quell’uno lo aveva seguito ridendo sotto i baffi che non aveva.

Gli sfottò che si aspettava non erano arrivati. 

Al loro posto c’era stata una mano che si era posata alla base della sua colonna vertebrale trasmettendogli una sensazione di calore. Il dolore era sparito di getto. Forse non era poi così brutto che Loki avesse i suoi poteri.

“Oh Piccolo Cervo, tu sì che sai come usare quelle mani per procurare piacere !”

“E questo non è che un piccolissimo assaggio di come so usarle in tal senso !”

“Uh che tardi ! Corriamo prima che il negozio chiuda !” era scattato in piedi il genio prima che a scattare fosse Tonino.

Il negozio in questione vendeva abiti indiani. 

Il finto rasta adorava la ricchezza e i colori sgargianti delle stoffe.

“Questo tono di verde è stupendo. Dov’è il camerino ? Voglio vedere come mi sta !”

La commessa lo aveva fissato allibita.

“Quello è un sari signore. Lo indossano le donne”

“Ah. Peccato. Vorrà dire che mi accontenterò di quel decoro in mezzo alla fronte”

“Si chiama “bindi” e spetta solo alle donne”

“Fammi indovinare, sono riservati alle donne anche quei bracciali e quelle collane ?”

La ragazza aveva risposto di sì.

“Niente paura, amico. Ti ho preso della roba da uomo. Indossala” gli aveva detto Tony ficcandogli tra le braccia qualcosa.

L’asgardiano era uscito dal camerino piuttosto alterato. 

“Non esiste che io mi faccia vedere conciato in questa maniera !”

“Ma con questo aspetto nessuno ti può riconoscere !”

“Sì, ma se si venisse a sapere che sono io la mia reputazione sarebbe rovinata !”

“Non lo è già stata dopo il numero che Hulk ha fatto con te ?”

Loki gli aveva mostrato i denti, ma si era rassegnato a tenersi addosso la kurta, i pantaloni e i sandali. Per farlo stare più a suo agio Tony glieli aveva scelti verdi.

Si era reso conto, guardandosi in giro, di poter fare di più in tal senso.

Tre minuti più tardi era vestito all’indiana anche lui, anche se in blu. 

Il dio aveva riso. Missione compiuta.

Mentre raggiungevano il ristorante lo jotun aveva ripetuto ogni quattro passi 

“Sembriamo due deficienti in pigiama”

Passando davanti a una vetrina il terrestre aveva buttato un’occhiata al loro riflesso.

Lui sembrava un deficiente in pigiama. 

Il suo compare invece riusciva a sembrare regale anche con quella roba.

Avevano mangiato ciò che aveva programmato e anche molto altro. La cucina speziata dell’India aveva trovato i favori del palato del Burlone assai più della fredda cucina giapponese. A quanto pare adorava le cose piccanti.

E Tony si era dato una manata in faccia. Come aveva potuto non arrivarci prima ? 

Era logico che gli piacesse il piccante !

“Tu sei anche il dio del Fuoco giusto ?”

“E’ una qualifica che ci contendiamo in tre, ma dei tre io sono il più meraviglioso” aveva modestamente risposto l’altro.

“Per questo ti piace veder bruciare le persone ?”

“No, credo che mi piacerebbe anche se non lo fossi. Penso si chiami “sadismo” qui”

“Da voi come si chiama ?”

“Da noi chiamano "lokaggine" ogni attività che mi diverte. Pratica dei roghi compresa”

“Toglimi una curiosità, esiste anche una "thoraggine" ?”

“No, ma c’è la "thorluzia" che indica qualcuno molto sicuro di sé che fa lo spaccone, fallisce un obiettivo e viene sgridato dal proprio paparino come se fosse un bimbetto di due anni che l’ha fatta fuori dal vasino”

“E Odino ha dato il nome a qualche parola ?”

“A parecchie. Sono tutte parolacce col significato di "Maledetto vecchio arrogante narcolettico spero che ti venga un ponfo sul sedere che ti impedisca di startene seduto sul tuo trono senza provare fitte atroci !" ... che hai da sorridere ?”

“Niente. Pensavo che sarebbe bello se esistesse la parola ”howardite” : padre che preferisce il lavoro al proprio figlio”

“Poterlo definire con una sola parola non cambia la realtà dei fatti”

“Sei sicuro di non essere il dio della Filosofia o della Saggezza ?”

“Se fossi il dio della Saggezza non avrei mai sfidato una capra al tiro alla fune, ti pare ?”

“Tu hai sfidato una cosa a cosa ?!?”

Era rimasto in silenzio ad ascoltare tutta la storia, mentre il viso gli si colorava di rosso.

Non sapeva come ribattere. 

Ne aveva fatte anche lui di cose particolari, ma quella le batteva tutte.

Dubitava che sarebbe più riuscito a guardarlo allo stesso modo. 

Una capra ... e si era legato la corda a ...

“Sei fortunato a non aver riportato danni permanenti. Quella è una zona delicata”

Loki aveva posato il mento su una mano, sornione “Quindi la cavigliera non l’hai notata, ma la mia mancanza di cicatrici là in mezzo non ti é sfuggita eh ?”

“Beviamoci un Toddy, ti va ? A me va” aveva buttato là Tony che quando si sentiva in difficoltà proponeva un drink. Ne aveva ordinati due alla cameriera e poi era tornato a parlare dell’India. Dopo averli bevuti (Loki aveva storto il naso, era stata l’unica cosa che non gli era piaciuta) e aver pagato il conto si erano diretti verso un altro parco. 

C’erano degli anziani che giocavano a scacchi e più in là era in corso una partita di cricket.

C’era anche qualcun altro, seduto a digitare chissà cosa su un portatile.

Appena li aveva visti lo aveva chiuso e li aveva raggiunti con un grande sorriso.

Loki si era piazzato dietro al midgardiano come se volesse nascondersi, cosa impossibile visto che con quell’aspetto era persino più alto rispetto al solito. 

La sua mossa non era passata inosservata, lo aveva sentito ridere.

“Ciao Tony, che sorpresa vederti all’aria aperta ! Perché non te ne stai rintanato nel tuo laboratorio come al solito ?”

“Perché mi è venuto a trovare un mio vecchio amico e ho deciso di mostrargli la città”

“Bravo, ottima decisione. Piacere di conoscerla signor ... ?”

“Lawson. Lars Lawson. É norvegese, non parla bene la nostra lingua”

“Io parlo benissimo la vostra lingua ame ... americani !” era sbottato “Lars” risentito sostituendo in corsa “americani” ad ”amebe”.

“Caspita, che caratterino ! Vista la stazza è meglio non farla arrabbiare signor Lawson e se lo dico io ... ah io sono il dottor Banner, molto lieto” si era presentato Bruce allungando una mano, ma l’amante delle pire non aveva nessuna intenzione di stringergliela.

Tony gli aveva sussurrato “É stato il bestione a strapazzarti, mica Brucie” e a quel punto "Lars" aveva ricambiato la stretta, seppur frettolosamente.

“Lars ha intenzione di trascorrere del tempo in India per meditare. É reduce da un brutto divorzio e deve ritrovare se stesso e cose di questo tipo. Per caso mentre ti trovavi da quelle parti hai incontrato qualche santone ?”

“Ne ho incontrati molti, ma la maggior parte erano ciarlatani”

“Ehi perché non gli parli della tua esperienza da medico in quelle zone ? Vi lascio da soli per qualche minuto, devo sbrigare una faccenda. Aspettami qui, Lars”

A Bruce non era sfuggito che il biondo sembrasse terrorizzato al pensiero di essere mollato lì con lui e lo capiva benissimo.

“Sai dell’Altro vero ? Te l’ha raccontato Tony ? Tranquillo, riesco a gestire la rabbia piuttosto bene. Anni e anni di pratica. Solo un dio cornamunito potrebbe farmi uscire dai gangheri, ma per tua fortuna non è qui nei paraggi”

“Eh già sono davvero fortunato ...” aveva biascicato il norvegese sedendosi sul bordo della panchina, pronto a scattare e a darsi alla fuga al minimo segno di verde sulla pelle dello scienziato. Aveva ascoltato le sue peripezie indiane con un orecchio solo perché con l’altro cercava di captare le possibili variazioni del suo respiro per capire se il mostro stesse per apparire per un saluto veloce.

“Parlami di te e Tony. Come vi siete conosciuti ?”

“Eravamo in Germania. Motivi di lavoro” ed era la verità. Si erano incontrati a Stoccarda mentre lui lavorava per Thanos e Tony lavorava per lo SHIELD per fermarlo.

“Tu di cosa ti occupi ? Robot ? Computer ? Armi ?”

“Ho un esercito ... avevo un esercito ...” gli era venuto spontaneo, accidenti.

“Tu avevi un esercito ?”

“Un esercito di ... formiche. Sono un mirmecologo e studio le formiche”

“Si scoprono cose interessanti studiando le formiche ?”

“Decisamente. Hanno una struttura sociale complessa con tanto di regina e sembrano sfidare le leggi della fisica”

“In che senso le formiche sfidano le leggi della fisica ?”

“Trasportano pesi superiori al proprio senza diventare verdi e irascibili ... oh mi scusi !”

Bruce era scoppiato a ridere. Dunque non era permaloso. Ottimo.

“E sono migliori le formiche norvegesi o quelle americane ?”

“Direi che si equivalgono. Certo, le norvegesi sopportano meglio il freddo”

“Hai detto che le avevi. Che è successo, sono morte tutte ?”

“Le ho bruciate. Per sbaglio. Con una lampada troppo potente”

“Si fanno le condoglianze quando a un mirmecologo muoiono le formiche ?”

“Io le accetto comunque. E lei di che si occupa ? So molto dell’Altro, ma vorrei sapere qualcosa di Bruce” in realtà voleva solo allontanare il discorso dalle formiche perché non sapeva che altro dire al riguardo.

Banner aveva iniziato a spiegare le sue ultime ricerche. Loki aveva girato la testa per guardare Tony che si trovava a una decina di metri da loro, intento a contrattare sul prezzo di chissà cosa a una bancarella.

*Qualunque cosa sia lasciala perdere e vieni a salvarmi ! Se il dottore mi riconosce rischio di diventare un tappetino !* aveva cercato di comunicargli telepaticamente, ma ovviamente non poteva essere sentito. Poi il mortale aveva pagato, si era fatto imbustare il suo acquisto e stava per raggiungerli quando un tizio di sua conoscenza gli era passato davanti correndo in tuta e gridando “Bel pigiama Stark !” al che quest’ultimo gli aveva risposto con un gestaccio ... alzando il braccio destro.

Il dio si era sentito sollevare dalla panchina di qualche centimetro dalla stessa forza delle altre volte e si era ancorato saldamente con le mani. 

Ci mancava solo che sfrecciasse via sotto gli occhi di Banner ...

“Non ti senti bene Lars ?”

“Io ? Sentirmi ? Bene ?” in quel momento il suo maestro doveva aver abbassato il braccio perché la forza era scomparsa e lui si era ritrovato a dare una tremenda sederata sul sedile “Ahia ! Oh sì sto benissimo”

“Sei fortunato a essere amico di Tony. A volte può apparire irritante e presuntuoso, ma è il migliore amico che si possa desiderare”

“Ha aiutato anche te a superare un brutto momento ?”

“Mettiamola così : se non fosse stato per le sue parole forse non sarei tornato indietro per unirmi agli Avengers nello scontro finale contro i Chitauri e New York avrebbe riportato molti più danni” aveva risposto Bruce con un sorriso.

Quindi doveva ringraziare Uomo di Ferro se Hulk era entrato in scena sbatocchiandolo senza pietà ! Oh lo avrebbe ringraziato eccome ! Conosceva anche gli incantesimi per spezzare la schiena e non solo quelli per curarla ...

“Però, resti tra noi, secondo me tutte quelle morti si sarebbero potute evitare se Loki avesse accettato di bere quel drink con lui”

“Un bicchierino avrebbe convinto il potentissimo dio degli Inganni a non procedere ?”

“Il bicchierino forse no, ma Stark sì”

“Non capisco. In che modo un misero mor ... un misero discorso moralizzante avrebbe potuto fermare un dio ?”

“Non lo avrebbe fermato neppure con un discorso moralizzante”

“E allora in che modo ? Strimpellandogli una serenata con l’ukulele ?”

Bruce aveva sorriso e si era piegato verso di lui con fare cospiratorio.

“No. Lo avrebbe fermato con metodi vietati ai minori”

“Stai dicendo che Tony si sarebbe portato a letto Loki ?!?”

“I biondi grossi e muscolosi non sono il suo tipo, senza offesa”

“Che ? Ah no, non mi offendo” 

Loki si era dimenticato di somigliare al suo fratellone con quell’aspetto.

“Tra noi Tony è quello che ha capito Loki più di tutti. Perché sono entrambi due ...”

“Geni ?”

“Dive”

Bruce aveva appena pronunciato quella parola quando la diva col reattore arc era finalmente tornata da loro.

“Ora io e Lars dobbiamo proprio andare. Di che avete parlato di bello ?”

“Formiche” avevano risposto in coro Banner e Loki. Stark era rimasto un po’ stranito.

 

Il maestro e il suo alunno erano tornati alla torre dopo il tramonto e avevano ordinato altro cibo indiano. Anche nel suo solito aspetto il dio continuava a sentirsi stupido con addosso quella roba, ma non poteva non pensare che era un regalo di Tony per lui. Non aveva mai ricevuto regali da qualcuno che non appartenesse alla sua famiglia adottiva.

E non era l’unico dono che il mortale aveva deciso di fargli.

“Ti ho preso un pensierino” gli aveva detto mettendogli in mano un pacchetto voluminoso poco dopo il loro rientro, poi gli aveva ordinato di sedersi e aveva acceso uno schermo gigante davanti a loro “Questo non è un documentario sull’India, ma è uno dei miei film preferiti ed è ambientato là. Gustiamocelo !”

La pellicola in questione era “The Millionare” (ed era logico che piacesse tanto al miliardario con un titolo del genere) e a Loki era piaciuta, anche se non riusciva più a togliersi dalla testa la canzoncina finale e i suoi pensieri pertanto erano così

*Jai ho Bruce dice che sono il tipo che piace a Tony Jai ho e che se non l’avessi buttato dalla finestra mi avrebbe buttato sul suo materasso Jai ho perché il drink era tutta una scusa per abbordarmi Jai ho perché siamo due dive fantastiche Jai ho*

“Anthony posso chiederti una cosa ?”

“Puoi chiedermi tutto quello che vuoi Lokes”

“Ma che caspita significa “Jai ho” ?!?”

“Credo sia un’esclamazione di gioia tipo “Evviva !” ... ti va un altro budino di riso ?” 

*Bruce ci ha visto giusto Jai ho ! Tony mi ha decisamente capito più di tutti Jai ho !*

 

A qualche isolato di distanza Bruce aveva fissato sconcertato lo schermo del suo computer, togliendosi gli occhiali. Dopo più di un’ora di ricerche non aveva trovato alcuna informazione su un mirmecologo norvegese di nome Lars Lawson. Sui social esistevano alcuni tizi con quell’abbinamento nome-cognome, ma nessuno di loro era norvegese o svolgeva la professione di mirmecologo, per non parlare del fatto che fisicamente non somigliavano a quello che aveva incontrato lui. Perché mai quel tale avrebbe dovuto presentarsi con un nome finto e millantando un mestiere così strano ?

No un attimo, il nome lo aveva detto Stark e anche piuttosto in fretta. 

Sembrava non aver voluto correre il rischio che il suo accompagnatore si presentasse con quello vero. Perché ? Forse pensava che quel nome potesse far apparire l’Altro ?

“Lars : quattro lettere, comincia per l ed è in fissa con le formiche. Proprio come ... !”

Aveva arrestato il pensiero. Lars non poteva essere ... e poi si era ricordato il modo in cui il aveva cercato rifugio dietro a Tony non appena si era avvicinato a loro e che Thor aveva accennato al fatto che il suo fratellino potesse mutare aspetto.

*Sarà meglio che prepari il mio kit per le emergenze. Forse dovrò presto usarlo su Tony*

 

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