mercoledì 28 agosto 2024

La lunga attesa - "Il bicchiere della discordia e la bestia insolente"

 New York, mercoledì


Non avevano dormito insieme. Si erano accoccolati sul divano a guardare “Troy” (Stark si era ricordato della passione di Loki per i poemi omerici) e ne era seguito un vivace dibattito perché uno dei due lo riteneva un capolavoro e l’altro lo riteneva una ciofeca.

“Cugini ? Achille e Patroclo cugini ? Ma che si sono bevuti ? E dove sono gli dei ?”

“Quello che ho qui al mio fianco a me basta e avanza” era stata la risposta di Tony.

Si erano guardati, avvicinati e ...

“I’m simply the best/better than all the rest/better than anyone/anyone you ever met”

“Comincio a odiare il tuo telefono”

“Siamo in due ... Pronto ?”

Ovviamente era il fratellone. Ma quel suo caspita di radar non si rompeva mai ?!?

“MJOLNIR !!!”

“No, Point Break, io sono Tony Stark. Genio, miliardario, filan …”

“SONO NUDOOOOOOOOOO !!!”

“Ehm grazie per l’informazione, ma non ci tenevo a saperlo”

“NON VOGLIO ESSERE LECCATO ! NON VOGLIO ! PUSSA VIA LINGUA ! PUSSA VIA !”

“Scusa Thor, ma di preciso cosa stai facendo in questo momento ?”

“STO CORRENDO, SONO NUDO E MI HANNO SOTTRATTO IL MIO POTENTE ARNESE !”

“Ti supplico, dimmi che ti riferisci al tuo martello !”

Si era sentito un rumore di singhiozzi. 

“COME FARO’ SENZA MJOLNIR ? E COME FARA’ MJOLNIR SENZA DI ME ?”

Il genio aveva chiesto allo jotun “Anche Thor ha delle fasi “Sonounopossum” ?”

“Penso di sapere che cos’è successo. Passamelo” 

Loki aveva preso il telefono ed era sparito in camera sua.

Tony si era preparato un paio di drink per carburarsi in vista della nottata, ma purtroppo se li era preparati troppo forti. Al quarto bicchierino era crollato addormentato sul divano.


Il dio degli Inganni aveva dovuto sorbirsi l’isteria del Tonante per una decina di minuti. 

Quando era tornato di là e aveva trovato il mortale addormentato aveva deciso di appoggiare il telefono sul tavolinetto e lasciarlo in pace. Non voleva che si arrabbiasse di nuovo con lui. 

Non ora che sembravano essere tanto vicini alla meta.

E poi era anche lui molto stanco. Gli ci era voluto pochissimo per addormentarsi.

Si era svegliato alle cinque e otto da un sogno particolarmente dettagliato nel quale lui e Tony ... e si era reso conto che dal momento che entrambi si desideravano forse era giunto il momento di trasformare quel sogno in realtà. Non aveva più alcun dubbio su ciò che il midgardiano provava per lui, né su ciò che lui provava per il midgardiano.

Si volevano, si trovavano sotto lo stesso tetto, erano adulti e consenzienti ... fino a quel momento era stato restio a fare il primo passo perché era un dio e non gli piaceva l’idea di doversi proporre a un misero mortale. Avrebbe preferito il contrario, ossia che il mortale lo corteggiasse con dei sacrifici umani, un pianeta in regalo e cose così.

Uomo di Ferro però sembrava non arrivarci o essere troppo timido per qualcosa del genere.

Alle cinque e dieci non aveva più resistito ed era sceso dal letto per raggiungere Tony.

“Io prendo sempre quello che voglio. Voglio lui e prenderò lui !” si era ripetuto mentre percorreva il corridoio per giustificare il fatto che, in soldoni, aveva intenzione di saltargli addosso per violentarlo.

 

Heimdall aveva afferrato l’interfono e buttato Odino giù dal letto.

“Spero per te che si tratti di un’emergenza, Sentinella ! Stavo facendo un sogno budinoso !”

“Loki è uscito dalla sua stanza e sta per concedersi al mortale”

“Arrivo subito !!!”

 

Loki aveva guardato l’Avenger sperando che si svegliasse da solo. Non era successo.

Si era avvicinato, la stanza era buia, ma il reattore emanava una luce blu che era ben visibile da sotto la maglia. E quella maglia doveva sparire, era decisamente di troppo ! 

Avrebbe potuto denudarlo con un incantesimo, ma si era trattenuto.

Voleva che durante la loro prima volta l’unica magia presente fosse l’intesa tra di loro.

Voleva fare scintille con Stark, ma non nel senso stretto del termine. Ci sarebbe stato tempo nelle volte successive per inserire qualche giochetto (più o meno magico).

Una piccola precauzione magica però era stata necessaria. 

Si era dato un peso umano in modo da non spiaccicarlo.

Alle cinque e quattordici, sussurrando “Tu sei mio !” gli si era seduto a cavalcioni.

Tony ci aveva messo un minuto buono a realizzare che c’era un corpo sopra al suo e a svegliarsi.

L’oscurità non gli permetteva di vedere nulla. 

Stava per chiedere a JARVIS di accendere la luce quando due mani gli avevano strappato la maglia come se fosse un foglio di carta e il reattore aveva illuminato il viso di Loki.

“Mi devi un pigiama nuovo Rock of Ages” aveva biascicato ancora mezzo assonnato.

“Basta parlare !” aveva risposto l’interpellato prima di baciargli il petto tutto attorno all’arc. 


Alle cinque e sedici, mentre i baci scendevano verso il basso, Tony iniziava a credere di essere morto e finito in paradiso. In parte era scocciato perché avrebbe voluto essere lui a proporsi per primo, ma per il novantanove per cento era entusiasta che il dio gli avesse tolto tale incombenza. Anche perché ci sapeva decisamente fare !

E non era riuscito a trattenere qualche gemito di apprezzamento.

“AAAAAAA EEEEEEE IIIIIII OOOOOOO UUUUUUU IPSILON !!! KAAAPPAAA VUUUU”

“Non penso che mio fratello si riferisse all’alfabeto quando ti ha detto di insegnarmi qualcosa”

“Di sicuro non si riferiva a questo quando ti ha detto di comportarti bene col tuo insegnante !”

“Vuole mettermi una nota sul registro, professore ?”

“ESSEEEEEE EFFEEEEE ELLEEEE EMMEEEE ERREEEE MOSCIAAA”

“A me sembra che di “moscio” non ci sia proprio niente qua. Il tuo letto è sfondato, ricordi ?”

“In questo momento ricordo a stento come mi chiamo ! ALFAAAAAA BETAAAAA OMEGAAAAA”

“D’accordo andiamo nella mia stanza. Vieni con me”

“LO STO GIÀ FACENDOOOO !!! GAMMAAAAA DELTAAAA IOTAAAA ETAAAA”

Il dio era scoppiato a ridere. 

Non gli era mai capitato che qualcuno reagisse così alle sue attenzioni.

Alle cinque e venti si era alzato (Tonino aveva protestato non poco) e si era messo a petto nudo (Tonino aveva esultato). 

Ritrovato il respiro il miliardario aveva proposto “E se rimanessimo qui sul divano ?”

“Sei troppo pigro per percorrere una decina di metri, Uomo di Latta ?”

“L’Uomo di Latta è quello di Oz. Tu hai letto ... ? SCIMMIE VOLAAAAAANTIIIIIII !!! OH SI’ !!!!”

L’ultima parte era dovuta al fatto che Loki gli si era risdraiato sopra, mordendogli il collo.

“Mi era sembrato che ti fosse piaciuto !”

“BASTA PARLARE !” e si era mosso fino a ribaltare le loro posizioni. 

Solo che lo aveva fatto nel verso sbagliato.

Risultato : erano caduti entrambi dal divano.

“Ahi, perché finisco sempre per terra ?” si era lamentato il Burlone.

“Aaaaaaah la mia schiena ! Oh dei ... penso sia morta !”

“Te la sistemo io. Come sempre” 

Ok si era ripromesso di non usare la magia, ma se non l’avesse usata per guarirlo le cose non avrebbero potuto proseguire e lui voleva che proseguissero. Altroché se lo voleva !

Dopo avergli curato la schiena si era alzato per togliersi i pantaloni, ma prima che potesse riuscirci aveva posato il piede sinistro sul bicchiere che il filantropo aveva lasciato appoggiato sul pavimento prima di sprofondare nel sonno. CRACK

“AAAAAHIIIIII !!! Rotten geit !” (ossia “AAAAAHIIIIII !!! Putrida capra !”)

“Ti sei fatto male Loke ?”

“Stikk og hengdeg Stark ! Secondo te ?”

“Secondo me mi stai insultando in norvegese”

“Uh allora lo sei davvero un genio ! Ti ho appena detto “Impiccati Stark !” se ci tieni a saperlo”

“Non è colpa mia se non guardi dove posi i piedi”

“I bicchieri vanno riportati in cucina quando sono vuoti !”

“Ero troppo stanco per andare fino in cucina”

“Allora potevi lasciarlo sul tavolino ! Sarebbe lì apposta, sai com’è ...”

“I mobili sono miei e decido io se usarli o no !”

“Le tue decisioni in tal senso sono pessime !”

“Non accetto critiche da chi si è lasciato stendere da Hulk come se fosse una pelle d’orso”

“Sarei stata una bellissima pelle d’orso ! Sei solo invidioso !”

“Invidioso ? Credi che voglia ricevere lo stesso trattamento ? Non sono così masochista !”

“Codardo ! Pusillanime ! Vigliacco !”

“Permaloso ! Isterico ! Puerile !”

“IO NON SONO PUERILE !”

“Disse quello beccato a giocare con i bambini a nascondino”

“Tu ti sei truccato la faccia come un pagliaccio ! Questo è decisamente più puerile !”

“Sembravi a tuo agio con loro. Tra coetanei ci si intende, vero ?”

“Jeg er en gud, dum skapning !” (“Io sono un dio, stupida creatura !”) aveva replicato Loki.

“Jeg er en geni, milliardӕr, playboy, filantrop !” era stata la pronta replica di Tony.

 

“Mi sa che non combineranno nient’altro per oggi”

“Lo penso anch’io Heimdall. Che dici, i popcorn ce li finiamo lo stesso ?”

 

Loki e Tony si erano guardati a lungo in cagnesco e poi in coro si erano chiesti 

“Perché stiamo litigando ?”

Il Vendicatore aveva tolto di mezzo i vetri rotti (dopo aver acceso la luce) e il Burlone si era riseduto sul divano tenendosi il piede insanguinato tra le mani, in attesa di guarirlo con la magia.

Alle cinque e ventiquattro il fuoco della passione si era spento. 

Non erano nemmeno riusciti ad andare oltre i preliminari !

Poteva essere considerato un nuovo record negativo ?

Un minuto dopo il telefonino aveva squillato bello vispo e pimpante. 

E chi mai poteva essere a quell’ora assurda ?

“FRATELLO, NON ESCE ! GLIELE HO DATE, MA NON ESCE !”

“Point Break, sono Tony ...”

“UOMO DI FERRO, NON ESCE ! GLIELE HO DATE, MA NON ESCE !”

“Sì avevo capito la prima volta, non c’era bisogno di ripeterlo”

“RIVOGLIO MJOLNIR ! IO AMO IL MIO MARTELLO ! E SONO ANCORA NUDO !”

Leggermente scombussolato (e mezzo sordo per colpa del tono roboante di Thor) il genio aveva passato il telefono a Loki. “Insisti fratello. Prugne. Tante tante prugne” aveva detto lo jotun. E poi aveva chiuso la comunicazione. 

Il Vendicatore non era più riuscito a tenere a bada la curiosità. 

“No tu adesso mi devi spiegare perché Riccioli d’oro se ne va in giro nudo e come è possibile che qualcuno gli abbia rubato Mjolnir ! E cosa c’entrano le prugne ?”

“Vuoi la versione breve o quella lunga ?”
“Quella breve” aveva scelto il midgardiano accomodandoglisi accanto.

“Thor è un idiota”

“Mi sa che ho bisogno di quella lunga ...”

“In Norvegia c’è un lago famoso per la presenza di un mostro e lui è voluto andarci”

“Il lago con il mostro non si trova in Scozia ?”

“Ti riferisci a Loch Ness. Sì quello è in Scozia, ma la creatura è sempre la stessa”

“Stai dicendo che la bestia che infesta il lago norvegese è Nessie ?”

“Da quelle parti la chiamano Selma. Il suo vero nome però è Demone Cosmicamente Potente”

“Viva la modestia ! Questo sì che è un nome che spacca !”

“Grazie. Volevano che lo chiamassi Bor come il bisnonno, ma mi sono rifiutato”

“Aspetta ... Nessie alias Selma alias Demone Cosmicamente Potente è tuo figlio ?”

“Sì esatto, la Serpe del Mondo. Non immagini quante parolacce ha detto il mio Jo quando ha scoperto che sia in Scozia sia in Norvegia lo avevano ribattezzato con nomi femminili. Ha un caratterino ... guai a te se osi dire che ha preso da me !”

“Non ho detto niente”

“Ma lo stavi pensando !”

“Andiamo avanti. Il nipotino ha rubato il martello allo zio ?”

“Thor si è spogliato per fare un bagno. Jo è uscito dall’acqua e gli ha mangiato vestiti e Mjolnir”

“Quindi le prugne servono per ... oh dei, non vorrei mai essere nei panni di tuo fratello !”

“Saresti ridicolo. Ci balleresti dentro”

“Non intendevo in senso letterale ! Ma perché tuo figlio gli ha mangiato la roba ?”

“Per vendicarsi. Gliel’aveva giurato che un giorno l’avrebbe fatto”

“Per vendicarsi di cosa ? Il biondo gli ha pestato la coda ?”

“Durante i trecento anni della scuola ogni volta che non svolgeva un compito Thor si giustificava dicendo che non gli era stato possibile perché Jormy gli aveva mangiato il diario dove aveva scritto gli esercizi da fare o il quaderno oppure che aveva mangiato la prozia e aveva dovuto passare il pomeriggio a tirarla fuori da lui invece che a studiare. Tutti hanno iniziato a sbeffeggiare il mio cucciolo chiamandolo “Ciccio-Jo” o “Jo l’Ingordo” e lui se l’è legata al dito”

“Non ce le ha le dita ...”

“Non intendevo in senso letterale !”

“Quindi la scuola dell’obbligo su Asgard dura trecento anni ?”

“No, solo cento. Mio fratello ha ripetuto ogni classe tre volte”

Tony era scoppiato a ridere e lo aveva abbracciato. “Ti porto un cerotto Testolina Matta ?”

“Non serve, ho ricaricato le batterie ... ehi come mi hai chiamato ?!?”

Il playboy aveva ignorato la domanda, ricordandosi ciò che gli aveva detto Odino. 

“Posso toccarti i piedi ?”

“CHE ?!? NO ! MA CHE DOMANDE FAI ?!?” era sussultato nascondendoli sotto un cuscino.

“Non lo vuoi un bel massaggio ? E un bacino sul piedino per far passare la bua ?”

“Grazie, ma no. Ho più di sei secoli”

“Padre Tutto aveva ragione allora. Voglio sapere che storia c’è dietro questa tua fobia”

“Tu sei decisamente troppo curioso e le persone curiose rischiano una brutta fine”

“Dimmelo ! Dimmelo ! Dimmelo ! Dimmelo ! Dimmelo ! Dimmelo ! Dimmelo ! Dimmelo !”

“E VA BENE TE LO DICO  !”

“Yuppi !”

“E poi quello infantile sarei io ...” aveva pensato lo stregone scuotendo la testa.

“C’è una leggenda sulle origini dei Nove Regni, la chiamano Il Racconto della Creazione. Me la leggevano spesso quando ero piccolo e all’epoca la trovavo disgustosa e basta, ma da quando ho scoperto di essere un Gigante di Ghiaccio non riesco a smettere di pensarci e ... forse sono andato un pochino in fissa. E questo è quanto”

“Se pensi di cavartela così ti sbagli ! Voglio sentire questa storiellina dall’inizio alla fine !”

“È lunga, noiosa e raccapricciante ...”

“Dimmela ! Dimmela ! Dimmela ! Dimmela ! Dimmela ! Dimmela ! Dimmela ! Dimmela !”

“E VA BENE TE LA DICO !”

“Yuppi !”

“C’era una volta il Ginnungagap, l’Abisso Cosmico. Dopo molti anni si formarono due regioni : a nord Nifleheim e a sud Muspellsheim. La prima era il regno del ghiaccio e la seconda ...”

“... era il regno del fuoco ?”

“Bravo il mio genietto ! Nifleheim aveva un pozzo da cui sgorgavano undici fiumi velenosi. La loro schiuma divenne ghiaccio e ricoprì tutto il Ginnungagap. Ma nella parte calda del Muspellheim il ghiaccio si sciolse e dalle gocce di questo ghiaccio velenoso nacque il primo essere vivente : Ymir il Gigante di Ghiaccio”

Tony lo aveva interrotto “Se il primo essere vivente è stato un Gigante di Ghiaccio perché gli asgardiani odiano i Giganti di Ghiaccio ?”

“Le nuove generazioni pensano sempre di essere migliori delle precedenti. E poi credono che il fatto che a nascere dal veleno sia stato uno jotun significhi che gli jotnar sono malvagi” 

“Oh ma dai, è assurdo ! Su continua, mi sto appassionando”

“Ymir si è addormentato e ha iniziato a ...”

“... russare ?”

“... sudare. E il suo sudore generò altri giganti”

“Bleah”

“Ti avevo avvisato che era un racconto disgustoso. Vuoi che mi fermi ?”

“Migliora ?”

“No, peggiora”

“Continua”

“C’era anche una mucca assieme a Ymir ... non ridere Stark ! Mentre lui dormiva e sudava, lei leccava il ghiaccio. E a furia di leccare il ghiaccio diede vita a un altro essere vivente : Buri, il primo degli dei. Buri ebbe un figlio, Bor e ...”

“Con chi ?”

“Da solo. Bor si unì a Bestla, nipote di Ymir, ed ebbe con lei tre figli. Uno di questi figli è Odino che assieme ai suoi fratelli uccise Ymir. Dal corpo di Ymir uscirono dei vermi ...”

“Sempre peggio”

“... che Odino trasformò in nani. Il cranio di Ymir divenne il cielo, lo scheletro le montagne, il sangue il mare e i laghi e i capelli divennero le foreste ...”

“E ti raccontavano una storia così splatter quando eri piccolo ?”

“Sì. Non ho finito. Il cervello fu spappolato e lanciato in aria dando origine alle nuvole”

“Avrei preferito che avessi finito. E in tutto questo dove sono i piedi ?”

“Gli unici Giganti a salvarsi dall’alluvione che seguì alla morte di Ymir furono Bergelmir e sua moglie. E lui era figlio di Brudgelmir, il Gigante nato dal sudore dei piedi di Ymir”

“Riassumendo : i nani erano vermi, gli Aesir sono nati dalla saliva di una mucca e i Giganti di Ghiaccio dal sudore dei piedi ? Oh ... ma certo, ho capito ! Ti fai un sacco di docce perché hai il terrore di sudare e di generare altri Giganti !”

“Quello è un motivo. L’altro è che ci tengo a essere profumato”

“E credi che se qualcuno ti scaldasse i piedi e tu sudassi sforneresti dei baby puffi ?”

“Preferisco non rischiare”

“Il che significa che non hai ancora incontrato qualcuno che ti facesse venir voglia di rischiare”

“In verità credo di sì ... ma è un incontro recente, è troppo presto per metter su famiglia”

“È qualcuno che conosco ?”

“Jeg snakker om deg, idiot !”

“Ho capito solo l’ultima parola, non è che potresti tradurre il resto ?”

“Arrivaci da solo. Non ti farà male spremere un po’ le meningi”

E dopo quelle parole era andato a farsi una doccia, mentre Tony cercava invano di riaddormentarsi.

Maledetto bicchiere ! 

Se si fosse ricordato di riportarlo in cucina o l’avesse posato sul tavolino invece che per terra ...

Alle sei e trenta aveva rinunciato a ogni tentativo di dormire e si era preparato il primo caffé della giornata. Mentre lo sorseggiava aveva chiamato la su IA.

“JARVIS voglio imparare il norvegese !”

“Vuole che contatti la fotomodella di Oslo che le ha lasciato il suo numero sei mesi fa ?”

“No, niente fotomodelle”

“Devo contattare l’attrice di Bergen che le ha lasciato il suo numero sette mesi fa ?”

“No, niente attrici”

“Contatto la ricercatrice di Capo Nord che le ha lasciato il suo numero otto mesi fa ?”

“No, niente ricercatrici ... aspetta JARVIS ! Quante norvegesi mi hanno lasciato il numero ?”

“Nell’ultimo anno o da quando sono in funzione ?”

“Solo nell’ultimo anno”

“Nove”

“Quante di loro sono finite nel mio letto ?”

“Nove”

“A quanto pare ho proprio un debole per la Norvegia ... e sono mai stato con un norvegese ?”

“Nell’ultimo anno o da quando sono in funzione ?”

“Solo nell’ultimo anno”

“Non mi risulta. Ci sono stati uno svedese, un danese e tre finlandesi, ma nessun norvegese”

“Ottimo ! Senti, cancella tutti questi record, non sia mai che il mio ospite scopri i nomi e i numeri di tutte le persone con le quali sono finito a letto e possa rintracciarle per ucciderle. E procurami un corso di norvegese per principianti”

Poi aveva ragionato su quale poteva essere la lezione da tenere al dio.

Gli era venuta in mente subito. 

Sì lo aveva perdonato per essersi spacciato per Hulk e averlo pestato, ma non così tanto da rinunciare a una piccola vendetta nei suoi confronti e ora che conosceva un suo punto debole ...


Alle sette avevano finito la colazione ed erano usciti.

Loki aveva assunto l’aspetto di un giovane punk dai capelli verdi.

Proprio non ci riusciva a non richiamare l’attenzione su di sé.

“Oggi imparerai qualcosa sugli sport midgardiani. Praticandoli”

“Stai scherzando vero ?”

No, il midgardiano non stava affatto scherzando. 

Lo jotun aveva il terrore di sudare ? E lui lo avrebbe fatto sudare !

Avevano iniziato con una corsetta.

Subito dopo il Burlone aveva insistito per poter correre a farsi un’altra doccia. 

Tony non gliel’aveva permesso.

Erano passati al secondo sport : la pallacanestro. Il mortale si era procurato una palla, gli aveva spiegato le regole ed erano andati in un campetto per una sfida uno contro uno. 

Loki aveva vinto.

In seguito c’erano stati l’arrampicata, il minigolf (“Voglio lavarmi miserabile umano !”), la pallavolo, il tennis, lo squash (“È il rumore che farà a breve la tua testa !”), il badminton (“Ridicolo !”), una lezione di aerobica in palestra (“AAAAARGH !”) e infine avevano giocato a freesbee. Loki sperava di potersi fare la tanto agognata doccia, invece Tony lo aveva informato che si erano fermati solo per mangiare un boccone.

Tralascio di scrivere gli insulti in norvegese del dio.

Nel pomeriggio avevano praticato lo yoga (il genio aveva capito che il suo studente aveva bisogno di rilassarsi), avevano partecipato ad un’ora di salsa cubana ed erano stati in un parco avventura (“Ho della resina tra i capelli ! Ti uccido !”).

Ma non era ancora finita. In serata il povero jotun si era ritrovato a pagaiare in un kayak.

Il fatto che dei bambini lo superassero ridendo di lui che continuava a girare in tondo non gli era piaciuto per niente. E l’aveva fatti intendere al terrestre ... lanciandogli la pagaia.

Quando avevano rimesso i piedi sul molo avevano raggiunto un negozio che noleggiava biciclette.

In bicicletta Loki se l'era cavata ancora peggio che con il kayak. Tony aveva riso tra sé mentre uno degli stregoni più potenti dei Nove Regni finiva per la quarta volta dentro un cespuglio.

“Sembra quasi che tu ti senta attratto da lui come un pezzo di ferro da una calamita”

“In questo momento mi attrae molto l’idea di soffocarti con le mie mani !”

“Le mani ? Avevi detto che avresti usato le cosce ...”

“Non prendermi in giro e spiegami come cavalcare questa bestia insolente !”

“Questo è il manubrio, qui ci sono i freni, questo è il campanello e quelli sono i pedali. Fine”

“Come spiegazione fa davvero schifo”

“È una cosa che viene istintiva. Metti i piedi sui pedali e parti. Non è difficile”

Lingua d’Argento aveva messo i piedi sui pedali ... ed era caduto da un lato. 

“Ahi !”

“Sì, ma i pedali dovresti muoverli ...”

“Non potevi dirmelo prima ?!?” era sbottato il mago raddrizzandosi e facendo un altro tentativo. SPLASH

Era finito dentro una fontana perché si era dimenticato di sterzare per evitarla.

“Anthony sono tutto bagnato ! Ed è colpa tua !”

Oh quanto sperava di sentirgli pronunciare certe parole ... ma non in quel senso.

“Vedi il lato positivo : volevi lavarti e ti sei lavato”

“In un’acqua verdognola probabilmente radioattiva !”

“Si intona ai tuoi capelli. D’accordo bisogna partire dalle basi con te. Torniamo al negozio” e vi erano ritornati. Lì il filantropo aveva riconsegnato la bicicletta dell’asgardiano e al suo posto ne aveva preso una minuscola bianca e rosa con tanto di cestino e rotelline.

“Vuoi farmi salire su un robo del genere ?!? IO SONO UN DIO !”

“Poche storie, trasformati in una bambina e sali su questa”

La diva di storie ne aveva fatte non poche, ma si era dovuta arrendere e trasformare in una quattrenne bionda e ricciolina. Tornati al parco Stark si era calato nei panni del bravo papà che insegna alla figlioletta ad andare in bicicletta, il tutto mentre la suddetta figlioletta minacciava di ucciderlo per un simile affronto alla sua dignità di principe. Il risultato dei suoi insegnamenti era stato che la piccola era finita in un fosso per sei volte di fila.

“Rimani sulla strada, non stare troppo vicino al bordo ... perché sbandi ? Sei ubriaco ?”

“COME OSI INSINUA ...” c’erano delle mamme in avvicinamento e aveva dovuto cambiare tono “Ti voglio bene papino !”

“La sua bimba è davvero un tesoro ! Come si chiama ?”

“Lotte”

Il Vendicatore era rimasto incastrato in una conversazione su pappette, bagnetti, notti in bianco e pupù (perché i genitori sono orgogliosidella pupù dei loro pargoli ?) finché “Lotte” non gli aveva fatto la grazia di schiantarsi contro un albero.

Aveva salutato le signore ed era corso a soccorrere la sua povera bambina.

“Decisamente non hai alcuna speranza di vincere il Tour de France”

“Lotte è un nome orrendo”

“Non è che “Lorna” sia tanto meglio ...” ne era nata una discussione sui nomi. 

Quelli che piacevano allo jotun erano praticamente impronunciabili e il mortale non li aveva mai sentiti prima (“Meglio ! Viva l’originalità !”).

Trovava buffo che stessero parlando di questo argomento.

Era come se si stessero consultando sul nome da dare a un figlio in arrivo. 

E non avevano ancora combinato nulla !

L’unico punto su cui si erano trovati d’accordo era stato “Come nome “Odino” mai e poi mai !”

A quel punto Tony gli aveva posto la domanda che lo tormentava da giorni.

“Senti, è mai capitato che tuo pa ... che Padre Tutto prendesse possesso di qualche animale ?”

“Certo. Trasmigrare la sua essenza in altri esseri viventi è una delle sue specialità”

“E lo fa anche se gli esseri viventi in questione sono morti e cotti al forno ?”

“Oh Norne ! L’ha fatto di nuovo ? Dovrebbe proprio andare in pensione ...”

“Quindi era già successo. E per caso predilige degli esseri in particolare ?”

“I maiali. Per cosa credi che sia nata l’espressione “Porco Odino” ?”

“Ne ignoravo l’esistenza, ma penso che diventerà una delle mie preferite”

Avevano restituito le biciclette, però c’era un’ultima attività che Uomo di Ferro voleva far conoscere al suo pupillo. Gli si era affacciata nel cervello osservando la sua incapacità di ciclista.

“Mi rifiuto ! Voglio tornare a casa ! Devo assolutamente farmi una doccia !”

“Per favore, indossali e provaci. Ti aiuto io”

“Sì, grande aiuto mi hai dato con quel mostro infernale ...”

Cinque minuti più tardi si trovava sulla pista con i pattini addosso e si teneva saldamente ancorato al bordo della suddetta mentre Stark gli tirava un braccio per convincerlo a staccarsi.

“Vedi il lato positivo : slanciano la tua figura !”

“Tu invece hai bisogno di essere lanciato fuori da un’altra finestra !”

A furia di suppliche e incoraggiamenti si era convinto a provare. Era caduto dopo cinque secondi.

“Il segreto è rialzarsi subito !”

Loki si era rialzato subito ... solo per cadere di nuovo.

“Sei sicuro che il segreto fosse proprio quello ? A me sembra che il risultato non cambi”

“Ti porto io. Tieniti”

Il Padre delle Bugie gli si era aggrappato come se ne andasse della sua vita. Il che era vero.

Completati tre giri l’Avenger gli aveva chiesto se si sentiva più sicuro e se voleva riprovare a pattinare da solo. Lo jotun ci aveva riprovato con tutte le sue migliori intenzioni, ma dopo sette secondi aveva dato una sonora sederata.

“Vedi il lato positivo : hai resistito un pochino di più”

“In questo momento non voglio vedere il lato positivo, ma il tuo lato interno ... squartandoti !”

Tornati alla torre il Vero Potere si era fiondato nella doccia. 

Non aveva mai sudato tanto in vita sua.

Dopo cena Tony lo aveva fissato passare una mano sopra ai piatti sporchi rendendoli splendenti. Se Loki fosse rimasto con lui gli avrebbe permesso di risparmiare una fortuna in detersivo.

Thor aveva telefonato : Jörmungand oltre alle prugne s’era mangiato anche il fruttivendolo.

Conclusa la comunicazione Stark aveva spento il telefono.

*È giunto il momento del mio insediamento*

“Immagino che tu sia arrabbiato con me per oggi ...” aveva esordito avvicinandosi al principino.

“Immagini bene”

“... ho giusto intenzione di farmi perdonare” e gli aveva posato il petto sulla schiena, circondandolo con le braccia.

Loki aveva sussurrato “Prima devi esaudire la mia richiesta del giorno : ti voglio nella mia camera, stanotte. Con me”

Il midgardiano aveva sorriso. 

“Era esattamente là che volevo trascorrere la mia nottata ! Ed esattamente con te !”

Il Burlone ce l’aveva portato in un nanosecondo, smaterializzandolo con sé.

Tonino era pronto a folleggiare. 

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