venerdì 20 settembre 2024

La lunga attesa - "Il nome sbagliato e il pacco del norvegese"

 New York, venerdì


Tony era furioso con il novantenne più sexy d’America per avergli “rubato” una giornata con il suo allievo, era furioso con il suo allievo che dubitava della sua mascolinità, ma in particolare era furioso con Tonino che quando non si combinava nulla era pronto all’azione e ora che si poteva combinare qualcosa ronfava beatamente ignorando i suoi inviti a destarsi.

Aveva cercato in tutta la torre le famose pilloline blu. 

Non ce n’erano, del resto non ne aveva mai avuto bisogno, prima.

Non riusciva a dormire e la scomodità del divano non era la sola responsabile della sua insonnia. Verso le due, mentre si arrendeva e andava a prepararsi una tisana aveva guardato verso il basso ... e lanciato un’imprecazione.

“Oh bentornato ! Dormito bene ?”

“Mi sono perso qualcosa ?”

“Sì ti sei perso due occasioni d’oro facendomi fare la figura dell’impotente !”

“Scusa, ero a una festa. L’importante è che adesso io sia di nuovo pronto all’azione”

“Peccato che “adesso” sia notte fonda. Se lo svegliassi Loki mi ucciderebbe !”

“Oppure potrebbe gradire molto”

Il mortale ci aveva riflettuto. Doveva farsi perdonare le figuracce e la crisi isterica.

Il dio lo voleva no ? E allora cosa stava aspettando ? 

“Andiamo a dargli la nostra personale sveglia amico mio !” e aveva lasciato perdere la tisana perché per svolgere l’attività che aveva in mente aveva bisogno di rimanere ben sveglio.

Aveva aperto la porta della stanza lentamente, si era avvicinato al letto e si era infilato sotto le coperte. L’oggetto dei suoi desideri dormiva ignaro, sdraiato su un fianco.

Un pochino gli dispiaceva il pensiero di poter interrompere un sogno piacevole.

“Sì, ma lo interromperò solo per sostituirlo con qualcosa di meglio ! Potrebbe persino ringraziarmi !” aveva pensato stringendolo a sé e iniziando a tastare il terreno (chiamiamolo “terreno” ...). L’asgardiano aveva mugolato qualcosa.

Tony sperava con tutto se stesso che fosse il suo nome e non l’ennesimo “budino”.

Loki, ancora nel mondo dei sogni, gli aveva fatto la cortesia di ripetere. 

E sarebbe stato meglio di no.

Non aveva detto “Budino”, però non aveva nemmeno detto “Tony”.

Aveva mormorato “Thor”. 

E ok cominciava sempre per T e ok era sempre di quattro lettere, ma non era il suo nome !

“Forse non ho sentito bene, la stanchezza gioca strani scherzi” 

Gli aveva dato dei bacetti sul collo.

“Fratello, lo sai che Padre non vuole ...”  

Stark era schizzato fuori dalle lenzuola a una velocità persino superiore a quella datagli dai propulsori delle sue armature. Tornato indietro si era preparato una tisana tripla.

Dunque quei due ... ma erano fratelli ! Era incestuoso ! Sì, non avevano legami di sangue, ma ... no non sarebbe mai riuscito a dormire quella notte dopo una scoperta del genere. 

Non senza un aiutino.

Le pillole blu non le aveva, ma ne aveva di bianche. 

Sedativi. Ne aveva mandati giù una dose massiccia.

*Morirò come Marylin Monroe* era stato l’ultimo pensiero che gli aveva attraversato il cervello.

Poi era crollato in un sonno senza sogni. Lo avevano risvegliato il profumino delizioso che proveniva dalla cucina e i brontolii del suo stomaco affamato. Si era alzato sbadigliando e aveva raggiunto il tavolo, ma non appena aveva visto il dio si era ricordato di quello che gli aveva sentito dire nel sonno e si era bloccato senza sapere come comportarsi.

“Buongiorno Anthony, hai dormito tantissimo ! Sono già le undici. Troppo tardi per la colazione. Per fortuna ho scoperto che qui su Midgard avete una cosa che si chiama “brunch”. Serviti pure. Io vado a farmi una doccia” ed era sparito.

Il miliardario aveva mangiucchiato qualcosa. 

Poi si era chiesto “Penserà a Point Break mentre è sotto la doccia ?”

La fame gli era passata del tutto.

Doveva dirglielo che sapeva della loro relazione segreta ?

*Vuole spassarsela finché non tornerà il suo fratello/amante a riprenderselo. Non prova niente di serio per me* era la conclusione a cui era giunto, maledicendosi per non aver capito subito che Cip e Ciop non la raccontavano giusta. Si era ricordato solo in quel momento che il Tonante gli era parso deluso nel raccontare che quando era un rospo il suo fratellino non lo aveva baciato. 

“Perché di solito quando sei te stesso ti bacia e il resto mancia !”

Doveva sfogarsi. Lavoro lavoro lavoro. 

Era quello che gli ci voleva, concentrare le sue sinapsi su alcuni progetti nuovi.

Effettuare dei test su alcuni prototipi. Eseguire il backup dei suoi files. Riparare le armature distrutte. Aggiornare JARVIS. Qualsiasi cosa lo avesse distolto dall’immagine dei due asgardiani che si rotolavano nudi su un materassone era gradita.

L’asgardiano coi capelli scuri lo aveva raggiunto dopo due ore. “Non usciamo, maestro ?”

“Se non lo vedi sono impegnato !” e d’accordo, gli era uscito più sgarbato di quanto volesse, ma c’era bisogno che Loki reagisse lanciandogli addosso un pacco ? 

E se ci fosse stato dentro qualcosa di fragile ?

“La tua posta del giorno” aveva aggiunto seccamente Loki, lasciando l’officina.

Grandioso, aveva appena suscitato il nervosismo di un potentissimo stregone che forse in quello stesso istante si stava dirigendo sul tetto per sfogarsi lanciando un terribile sortilegio su tutta New York e sarebbe stata soltanto colpa sua.

Era necessario accantonare immediatamente la sua sconvolgente scoperta e correre a rimediare.

Poteva ridargli il buon umore con un complimento. 

Gli avrebbe detto “Sei molto bello oggi”. Un classico ... e per non apparire banale e mostarsi acculturato gliel’avrebbe detto in norvegese. Dopo una breve ricerca aveva deciso di desistere. Non perché fosse una frase impronunciabile, ma perché aveva scoperto che in norvegese “bello” si dice “vakker” e il suono di quella parola non gli piaceva neanche un po’.

Niente norvegese. E niente complimenti. 

Quelli avrebbero potuto portare a posizioni orizzontali che non voleva più.

O meglio le voleva ancora, ma l’idea che Lingua d’Argento potesse averle già provate tutte col fratellone era più che sufficiente per rimandare Tonino in letargo fino alla notte dei tempi e due figuracce bastavano e avanzavano.

Avrebbe resistito per quel lunghissimo fine settimana senza nemmeno sfiorare il suo studente. 

Poteva riuscirci.

E se fosse stato lui ad approcciarsi lo avrebbe respinto con fermezza, ma gentilezza.

Si stava già preparando il discorso. 

Non aveva dubbi che sarebbe stato uno dei più imbarazzanti della sua vita.

Il pacco non ticchettava il che significava che non era un ordigno a orologeria. 

Loki invece lo era (pur non ticchettando nemmeno lui) perché poteva sfogare la sua rabbia da un momento all’altro su delle persone innocenti.

Ergo, Loki aveva la priorità. 

E poi lui non aveva nemmeno idea di chi fosse il tizio che gliel’aveva mandato.

Non conosceva nessun Sigurd Jarlson. 

O doveva dire nessuna ? Era un nome maschile o femminile ?

Aveva spento tutto, mollato il pacco su una sedia e raggiunto l’Aesir che se ne stava in salotto a contemplare il panorama della città che probabilmente, se non fosse stato per il suo arrivo, avrebbe raso al suolo solo per sentirsi meglio. “Usciamo !”

“Non eri tremendamente impegnato fino a pochi minuti fa ?” 

Ohi se l’era proprio presa ...

“Tu vieni prima di qualunque altro impegno”

Stella del Cane aveva fatto onore al suo nome (o meglio alla prima parte del suo nome) illuminandosi di gioia. In fondo non ci voleva molto per renderlo felice. Budini, un bagno a disposizione e parole gentili sembravano bastare. Per essere un principe che se la tirava credendosi la diva più divosa dell’universo aveva ben poche pretese.

“Dove mi porti ? Se si tratta ancora di sport o di messe funebri ti strappo le viscere e ti impicco alla Dama Verdognola” l’aveva minacciato sorridendo il Burlone ed era così sexy e lui avrebbe tanto voluto ... alt, non poteva prendere quella direzione.

Si era ripromesso di resistere. 

Non poteva venir meno alla sua promessa dopo nemmeno due minuti !

Aveva pensato ad altro. 

Alla faccia di Cap se avesse sentito definire la Statua della Libertà “Dama Verdognola”.

E gli si era accesa una lampadina. C’era un altro posto in cui poteva portarlo. 

Finora lo aveva evitato perché, proprio come la statua, lo riteneva troppo turistico, però chissà, Testa Gattosa avrebbe anche potuto apprezzarlo.


“Mi hai trascinato fuori da un grattacielo per portarmi in un altro grattacielo ?” 

O forse no.

“Pensavo che ti sarebbe piaciuto anche soltanto per il nome : Empire”

“Sì, il nome è carino. Non starebbe male a un maschietto non trovi ?”

Tony non aveva risposto nulla perché non capiva se parlava di un bambino che avrebbe voluto avere con lui o di un bambino che avrebbe voluto avere con Thor. 

Empire Stark o Empire Odinson ? Questo è il dilemma !

“In tema di nomi, Sigurd è maschile o femminile ?”

“Maschile. È norvegese, significa “guardiano della vittoria” ... e mi piace più di Empire !”

Andandosene da lì il mortale gli aveva narrato la storia di King Kong. 

“Mi spieghi qual é la lezione del giorno ? Guardare il panorama dall’alto ?”

“No, oggi ... oggi tratteremo di arte. Anche l’architettura è arte”

“Preferisco qualcosa di più classico. Di moderno mi basta la torre”

“Forse la cattedrale di San Patrizio potrebbe essere di tuo gradimento” e ce l’aveva portato. Loki ne era rimasto positivamente colpito “Mi ricorda la Sala del Trono ... le guglie e il soffitto altissimo sono tipicamente asgardiani” e Tony era contento di vederlo incantato da quella meraviglia architettonica midgardiana, ma poi lo aveva visto avanzare lungo la navata con un mazzo di fiori in mano (che aveva preso da un altare) e gli erano venuti i brividi.

*Sta immaginando di sposare il biondone ?*

Doveva portarlo da un’altra parte. Niente chiese ! Un museo poteva andar bene. Ma quale ?

Tony non amava l’idea di trascorrere il pomeriggio a rimirare dei quadri. 

Se avesse potuto avrebbe spedito il dio da solo al Guggenheim o al MOMA, però quella cavigliera infame glielo impediva. Dovevano rimanere insieme per forza.

E poi un pensiero gli era sorto spontaneo. 

Lui era il maestro e se voleva poteva cambiare l’argomento del giorno.

“Dimmi Rock of Ages, ti piace la storia ?”

“La adoro ! Specialmente quella di Vanheim”

“Allora lasciamo l’arte e dedichiamoci alla storia. Se ti do un indirizzo puoi teletrasportarci lì ?”

Ovviamente Loki poteva farlo senza problemi. 

Erano rimasti al Museo di Storia Naturale fino alla chiusura.

Stark non gli aveva insegnato granché, limitandosi a comprargli un’audioguida. Erano andati ciascuno per i fatti propri, il terrestre era già stato lì altre volte e quindi aveva percorso le sale velocemente, invece l’asgardiano si era soffermato davanti a ogni singolo pezzo esposto, annotando senza sosta sulla sua agendina come uno scolaro diligente.

Forse si aspettava di dover studiare per un’interrogazione.

Il miliardario era stato attento a non alzare il braccio e a non avvicinarsi a lui. Voleva rimanere da solo per ragionare sul comportamento da tenere con il suo coinquilino alieno a seguito della sua scoperta. Non aveva dubbi che appena rientrati alla torre lo jotun gli sarebbe saltato addosso. Il modo in cui lo guardava indicava che si aspettava una seratina di fuoco. Quello e anche il fatto che avesse cercato di convincerlo a una sveltina nei bagni del museo non appena si erano materializzati lì. Doveva rinviare il più possibile l’ora del rientro sperando di stancarlo quanto bastasse da non dargli energie a sufficienza per provarci con lui. E magari mettergli dei sonniferi nel piatto, anche se dubitava avrebbero funzionato.

Aveva effettuato una ricerca sui posti aperti fino a tardi. Non voleva portarlo in localini equivoci.

*Questo lo adorerà !* si era illuminato leggendo uno dei risultati. 

Erano le diciassette e quarantacinque.

“Coraggio Locke usciamo, non voglio essere costretto a lanciare un osso al T-Rex”

Lo stregone non aveva colto la citazione.


Appena erano entrati il principino era rimasto a bocca aperta.

Era così buffo che al mortale stava per venire da ridere. Quando alle ventuno avevano avvisato che stavano per chiudere aveva protestato che lui non si sarebbe mai schiodato da lì. Naturalmente aveva dovuto farlo.

“Oh Anthony hai visto quanti libri ?”

“Li ho visti. È una biblioteca. Sapevo ti sarebbe piaciuta, ma non pensavo così tanto”

“L’ho adorata ! Mi conosci alla perfezione ! E a proposito di conoscersi, ora potremmo ...”

No che non potevano ! 

Tony non voleva correre il rischio di sentirgli gemere il nome del fratellastro al posto del suo.

Avevano cenato in un locale dove si esibivano dei cabarettisti. 

Alcuni erano stati davvero pessimi.

Lo aveva portato a vedere il Dakota. 

No, non uno dei due stati con questo nome, ma l’omonimo edificio maledetto. 

Davanti al suo portone avevano incontrato la guida da lui prenotata in tutta fretta mentre il dio era perso dentro il museo (letteralmente, perché oltre a un pessimo equilibrio aveva anche un pessimo senso dell’orientamento).

Per due ore li aveva accompagnati in giro parlando di fantasmi e delitti.

“Puoi ripetere per favore ? Alla giugulare quanti colpi le ha inferto ?”

“Non prendere appunti, Lokes. Metti via quell’agendina, sembri un aspirante serial killer” 

Il tour era finito a mezzanotte esatta nei pressi del ponte di Brooklyn. 

Lo avevano attraversato a piedi.

Poi Loki si era impuntato sul fatto che doveva assolutamente tornare a casa per una doccia.

L’inventore si era rassegnato, anche se l’altro non sembrava affatto stanco.

Stavano cercando un posto appartato (non per combinare sozzerie, cosa che il midgardiano voleva per l’appunto evitare, ma per sparire senza gettare i newyorchesi nel panico) quando tre tizi li avevano sbattuti contro un muro.

“Ragazzi abbiamo beccato il pesce grosso ! Tony Stark !” aveva esultato il primo.

“Sgancia la grana amico !” aveva intimato il secondo.

Esistevano ancora dei rapinatori che si esprimevano in quel modo antiquato ?!?

“Fossi in voi me la darei a gambe ...” aveva risposto provando a colpirne uno.

“Ci stai minacciando ? Se avessi avuto con te una delle tue diavolerie l’avresti già usata !” 

“... perché avete osato colpire il potentissimo Lo ...” 

Si era voltato nella sua direzione. Loki non c’era.

Spinto da un’intuizione Tony aveva abbassato lo sguardo. 

Ed eccolo che giaceva per terra con gli occhi chiusi.

“Dannazione Pice, proprio adesso dovevi svenire ?!?”

Non era svenuto per lo spavento. È che contro il muro c’era finito di capoccia.

Gli ci sarebbe voluto poco per riprendersi, ma fino ad allora Stark doveva vedersela da solo e senza i suoi aggeggi. Ok aveva delle nozioni di arti marziali, ma quei tizi erano alti quasi due metri e con un calcio si sarebbe verosimilmente rotto la gamba senza causare loro alcun danno. Poteva urlare e attirare l’attenzione di qualcuno oppure poteva iniziare uno dei suoi discorsi logorroici con la speranza che pendessero dalle sue labbra, si dimenticassero di quello che stavano facendo e venissero poi sistemati da un incavolatissimo extraterrestre a cui avevano mandato a scatafascio l’acconciatura. Poteva usare la sua parlantina, certo. 

Purtroppo, forse leggendogli nel pensiero, quello che non era riuscito a colpire gli aveva tappato la bocca con una mano. Puzzava di sigaretta. 

“Soldi, orologio, carte di credito, scarpe e cintura”

Si era liberato con un morso “Volete pure la mia cintura ?”

“È di marca. Possiamo smerciarla facilmente. E tu te ne puoi ricomprare altre cento”

“Che ne facciamo della sua ragazza, capo ?” 

Dunque quello che si rivolgeva a lui era il capo della banda.

Avrebbe dovuto capirlo dal fatto che fosse il più grosso. 

Doveva aver ottenuto il comando con la forza bruta.

Un momento, di quale ragazza stava parlando ? Non ne vedeva nessuna ...

“Dipende. È carina ?”

“Molto. Le spilungone pallide e androgine sono davvero il mio tipo”

Oh dei, si riferiva a Loki ... a discolpa del rapinatore bisogna dire che i suoi abiti asgardiani svolazzanti con il buio potevano essere scambiati per un vestito da donna e che lui ci aveva messo il carico da novanta facendosi una treccia alla Elsa.

Le trecce dovevano essere di moda su Asgard perché anche Thor se le faceva.

Chissà, magari si intrecciavano le chiome l’un l’altro dopo ogni amplesso. 

Non ci doveva pensare ! Non ci doveva pensare !

“Se è così il primo giro è tutto tuo. Stark goditi lo spettacolo !”

“Non è una donna ...” aveva sibilato Tony infuriato.

“Capo, non è una donna !”

“È quello che ho appena detto”

“Uhm sapete una cosa ? Anche se non è una ragazza va bene uguale. Mi adatterò”

“Non ti avvicinare ! Non puoi farlo ! È svenuto !” si era agitato l'Avenger.

“Meglio. Non protesterà” aveva risposto quello chinandosi sul corpo dell’alieno. Corpo che all’improvviso lo aveva colpito mandandolo gambe all’aria. “Che stregoneria è mai questa ?” aveva chiesto rialzandosi, prima di essere atterrato di nuovo. Gli altri due avevano iniziato a correre, ma erano stati messi ko alla stessa maniera.

Tony aveva realizzato che se Loki era il suo Mjolnir poteva anche usarlo come tale e liberato il braccio destro dalla presa del capo non aveva esitato ad alzarlo e a muoverlo per direzionarlo contro quei tre. Alla fine lo aveva richiamato a sé. 

Forse aveva esagerato. Il viso grondava sangue.

Il lato positivo era che di sicuro adesso non gli avrebbe rivolto delle avances.

Il lato negativo era che di sicuro non poteva usare i suoi poteri per teletrasportarli a casa.

Serviva un taxi. 

Uno guidato da un tassista che non facesse domande sullo stato pietoso di uno dei passeggeri.

Erano lontani dalla strada. Avrebbe dovuto lasciarlo da solo in quel posto il tempo necessario per fermare un autista, chiedergli di aspettare e tornare a prenderlo. Però dopo quanto successo non ne voleva proprio sapere di lasciarlo da solo.

“No, tu vieni con me, Biscottino” sì il dio avrebbe sbuffato per quel nomignolo e gli avrebbe dato del sentimentale, ma per sua fortuna era privo di coscienza e non lo aveva sentito.

Aveva provato a sollevarlo. Mission Impossible. 

Eppure Thor la faceva sembrare un’operazione facilissima.

Chissà quante volte aveva dovuto sollevare il fratellino durante i loro incontri segreti ... 

Non ci doveva pensare, dannazione !

“Biscottino ? Cavolo, allora Cap ha detto la verità su voi due !”

Si era voltato verso la voce. 

Una figura era uscita dall’ombra, silenziosa come un gatto e letale come una tigre. Natasha.

Neanche il tempo di salutarla che ne era apparsa un’altra, con minor grazia. Barton.

E quelle erano le ultime persone che avrebbe voluto incontrassero Loki.

La prima perché era ancora offesa per l’insulto ricevuto dal dio e il secondo perché aveva giurato di cavargli un occhio.

Senza esitazione si era piazzato tra loro e lo jotun, si era tolto la cintura ed era pronto a usarla come frusta per cacciarli via se solo avessero osato tentare di colpirlo. Peccato che privi di quel sostegno i pantaloni gli fossero scivolati alle caviglie.

Hawkeye aveva iniziato a mugolare la colonna sonora di “9 settimane e mezzo”.

“Non sono interessata a un tuo spogliarello, Tony !” lo aveva informato la Vedova.

“Io sì ! Nudo ! Nudo ! Lavandaia ! Pineta ! Broccoli ! Ginseng ! Aloe ! Macchu Picchu !” aveva esclamato il mago risvegliatosi di colpo dal colpo alla capoccia.

“È un messaggio in codice ? Che significa ?” si era aggrottata la russa rossa.

“Che vuole vedermi nudo”

“Quello l’ho capito. Cosa significano le parole che ha detto dopo ?”

“Matita ! Cassettone ! Panna ! Tanta panna sul cassettone matitoso yuppi !”

“Nat credo non significhino nulla. Mi sa che è andato fuori di zucca e basta” era stata la risposta dell’arciere che stava filmando il dio con il telefonino. Stark si era limitato ad annuire. 

Erano tornati al punto di partenza, ora era mentalmente instabile come il giorno in cui Thor gliel’aveva consegnato. Forse credeva di nuovo di essere un opossum.

“Sono un paguro paguroso ! Paguriamo insieme yeeeeeeeh !!!” 

O forse credeva di essere un paguro ...

Clint era scoppiato a ridere. Natasha no, ma era Natasha. 

“Vi riportiamo alla torre”

“Grazie” era l’unica cosa che Tony era riuscito a dire.

“Polpette, mangio tante polpettose polpette !” aveva trillato tutto sorridente Loki.

“Ti invidio, io devo stare sempre a dieta !” era stato il commento di Legolas, che poi aveva aggiunto, rivolto a Uomo di Ferro “E se è sempre così invidio anche te. Fa spanciare !”

“Non vuoi più cavargli un occhio ?”

“No perché il mio sesto senso mi dice che se lo facessi tu dopo ne caveresti uno a me”

“Il tuo sesto senso non si sbaglia”

“E poi ora ho dei filmati che potrebbero metterlo in imbarazzo quindi gli conviene comportarsi bene o li renderò pubblici e tutta Midgard vedrà i suoi pantaloncini fucsia, i suoi deliri e tu che lo usi come un mattarello volante”

“Tu eri presente quando quei tizi ci hanno aggredito e non sei intervenuto ?”

“Pensavo che il potente Potter qui si sarebbe ridestato incenerendoli. Stavo per intervenire quando quel tizio ha manifestato cattive intenzioni nei suoi confronti perché anche se è stato mio nemico non volevo finisse violentato da quel maciste, ma poi ha iniziato a volteggiare a peso morto mentre tu gesticolavi come un direttore d’orchestra e non potevo non registrare la scena perché era davvero esilarante. Peccato che la ripresa sia venuta un po' mossa”

“E tu Nat ?”

“Ora che ho visto quanto tieni a lui mi sarebbe dispiaciuto per te”

Il bello di lei era la schiettezza, ma questo era anche il suo peggior difetto.

Romanoff con poche parole poteva essere più brutale di cinquanta sganassoni di Hulk.

“Che è successo ? Dove sono ? AAAAAAAAAAAAARGH !” 

Lingua d’Argento era tornato in sé e sembrava terrorizzato da Clint.

Si era raggomitolato addosso al miliardario e lo fissava con gli occhi sbarrati.

“Tranquillo, stiamo tornando alla torre. Starai bene” lo aveva rassicurato Tony.

“Non mi caverà un occhio ?”

“Non ti caverà un occhio”

“Non ti caverò un occhio” aveva ripetuto Barton.

“La mia richiesta ... ho dimenticato quello che ti volevo chiedere ...”

“Riposati. Vedrai che ti tornerà in mente. Ti sveglio quando siamo arrivati”

Loki aveva sorriso stringendosi più stretto.

“Sterminerei tutti i Nove Mondi se fosse l’unico modo per stare con te, Anthony”

Occhio di Falco aveva spalancato la bocca per lo shock “Porca orsa ! Ti ama davvero !”

“Lo sai benissimo che non c’è bisogno di essere tanto drastici, tesoro”

“Se non la smettete di tubare mi getterò giù dall’auto” li aveva avvertiti Vedova Nera.

Il Burlone l’aveva ignorata tornando a rivolgersi al filantropo. 

“Aspetta, mi sono ricordato cosa volevo domandarti !”

“Ti ascolto Piccolo Cervo”

“Anthony Edward Stark ... mi vuoi sposare ?”

Nell’abitacolo era sceso un silenzio irreale. Era convinto che sarebbe stato lui a chiederglielo.

Stava per rispondere quando aveva sentito un rumore inconfondibile.

Il rumore di un dio che russava tra le sue braccia.

“Vacca ladra bollita !” si era lasciato sfuggire Barton “Posso essere uno dei testimoni ?

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